Selezione del personale scolastico da destinare a prestare servizio all'estero, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale pubblica l'elenco aggiornato degli esclusi e le date dei colloqui.
Leggi da qui per saperne di più.
Appena conclusa l’informativa sul decreto per le classi in deroga a.s. 2025/26. Il decreto dà attuazione alle previsioni di cui all’articolo 1, commi 344 e 345, lett. a), b) e c), della legge 30 dicembre 2021, n. 234, che favorisce il diritto all'istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati collocati in classi con numerosità prossima o superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente.
In deroga alle dimensioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 gli Uffici scolastici regionali potranno individuare le istituzioni scolastiche beneficiarie della deroga da accordare tra quelle che rientrano nei valori di soglia, di almeno uno dei quattro indicatori volti a rilevare le condizioni socio-economiche e culturali più svantaggiate, le condizioni di dispersione o di prossimità di dispersione, le condizioni di spopolamento.
Anief ha chiesto all’amministrazione quanto la norma che si sta applicando ormai da quattro anni stia effettivamente migliorando le percentuali di dispersione scolastica, soprattutto a fronte degli ingenti investimenti e numerosi progetti PNRR dedicati allo scopo di contrastare la dispersione scolastica. “Abbiamo infine ribadito che occorre un provvedimento legislativo per rivedere i parametri di costituzione di tutte le classi e di conseguenza gli organici del personale della scuola: classi con non più di 20 alunni oltre a garantire i parametri di sicurezza assicurano un miglior successo didattico e garantiscono automaticamente la prevenzione della dispersione scolastica”, ha concluso Marcello Pacifico, presidente Anief.
29 aprile 2025 Ufficio Stampa Anief
www.anief.org
I sindacati sono stati convocati nel pomeriggio di martedì 28 aprile 2025 per l’illustrazione della bozza di decreto interministeriale avente per oggetto “Limite massimo dell'organico del personale docente...
Sono stati pubblicati i decreti ministeriali relativi all’attivazione dei percorsi di specializzazione su sostegno destinati ai docenti con tre anni di servizio su posto specifico (
Uil: una misura a costo zero che non favorisce i territori che presentano maggiori situazioni di alunni in condizione di svantaggio.
Il ministero ha illustrato alle organizzazioni sindacali la bozza di decreto sulle classi in deroga per l’a.s. 2025/26.
Sono n. 6.566 (166 in meno rispetto allo scorso anno scolastico) i posti da destinare alle classi da istituire in deroga alle dimensioni individuate dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, ripartiti per contingenti regionali, nel limite delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
La costituzione delle classi in deroga è prevista per le scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, al fine di garantire la continuità del servizio in aree caratterizzate da particolari condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, con particolare riguardo ai comuni montani e alle piccole isole, o legate a situazioni emergenziali o a particolari condizioni orografiche.
Per la scuola secondaria di secondo grado, le deroghe sono previste anche per la costituzione anche delle classi prime dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale.
Distribuzione dei posti classi in deroga
Regione Previsione posti da destinare alleclassi in deroga
Abruzzo 223
Basilicata 74
Calabria 198 Campania 471
Emilia-Romagna 719 Friuli-Venezia Giulia 124
Lazio 446
Liguria 595 Lombardia 520 Marche 570 Molise 124
Piemonte 322
Puglia 421 Sardegna 25 Sicilia 297
Toscana 471
Umbria 322
Veneto 644
Totale 6.566
In apertura di incontro abbiamo evidenziato come, rispetto al primo anno di attuazione – 2022/23 -, quando furono attivati 8.741 posti, c’è stata una diminuzione di più di 2.000 posti.
È una misura che abbiamo contestato fin dall’inizio della sua attuazione rimarcando come non si tratti di dotazioni aggiuntive, ma già comprese in quelle autorizzate e nei limiti delle risorse disponibili. Una misura, inoltre, che non dà una visone complessiva del problema delle classi con alunni svantaggiati, se si considera che il beneficio tratto dal decreto non favorisce i territori che presentano maggiori situazioni di alunni in condizione di svantaggio, ma di quelli che possiedono i maggiori indici di decremento di popolazione scolastica.
Continuiamo a sostenere, così come fatto nei precedenti incontri sugli organici,
che servono interventi strutturali, la necessità di non tagliare l’organico, ma di utilizzarlo per ridurre il numero degli alunni per classe. La presenza di 5.909 classi nella secondaria di secondo grado con 28 e più alunni rappresenta un’offesa a qualsiasi processo educativo. Un dato che smentisce qualsiasi buono proposito finalizzato alla riduzione delle classi sovraffollate.
La denatalità deve rappresentare una opportunità e non una penalizzazione. A fronte di un tasso di denatalità, infatti, che produrrà una riduzione di alunni, continuiamo a sostenere che il calo demografico deve essere invece l’occasione per un cambio di passo, una opportunità per una didattica personalizzata, per classi a misura di studente. Resta prioritario un investimento sugli organici che garantisca il diritto all’istruzione e un potenziamento del tempo scuola nella primaria.
L'articolo Organici docenti 2025/2026: bozza di decreto per le classi in deroga. Informativa al MIM proviene da UILSCUOLA.
Sulla Carta del docente da dare ai precari, ancora una volta fanno la differenza i pareri della Corte di Giustizia europea, del Consiglio di Stato e della Cassazione: lo ha ribadito il giudice del lavoro di Piacenza che ha in questo modo risposto favorevolmente al ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di un insegnante che ha svolto due supplenze negli ultimi due anni senza vedersi assegnare i 1.000 euro invece dati a chi lavora a tempo indeterminato.
Nella sentenza di Piacenza si legge che “valorizzando il fatto che dalle norme interne (in particolare l’art. 282 D.lgs n. 297/1994, le previsioni della contrattazione collettiva del comparto scuola, e da ultimo l’art. 63 e l’art. 1 L. n. 107/2015) emerga il principio secondo cui la formazione dei docenti è ‘obbligatoria, permanente e strutturale’”, la Corte di Giustizia UE “ha affermato quindi che non vi può essere una discriminazione nel riconoscimento di tale beneficio, basata sulla sola durata contrattuale del rapporto e vista l’identità di mansioni e funzioni svolte, competenza e professionalità richieste e in assenza di ragioni oggettive che giustifichino la diversità di trattamento, con conseguente violazione della clausola 4 dell'accordo quadro da parte della norma interna che disponga in senso contrario”.
Inoltre, il giudice del tribunale di Piacenza ha ricordato che “con la sentenza n. 1842/2022 è intervenuto sul punto anche il Consiglio di Stato, rilevando che “un tale sistema collide con i precetti costituzionali degli artt. 3,35 e 97 Cost. sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”.
“Per l’effetto – si legge ancora nella sentenza di Piacenza - è stato annullato il D.P.C.M. n. 32313 del 25 settembre 2015, e la nota applicativa del M.I.U.R. n. 15219 del 15 ottobre 2015, nonché il D.P.C.M. del 28 novembre 2016 che ha sostituito i precedenti atti generali esecutivi del contributo al finanziamento della formazione in servizio dei docenti, contenuto nel comma 121 della Legge 107 del 2015, nella parte in cui non contemplano i docenti non di ruolo tra i destinatari della Carta del docente. Il quadro giurisprudenziale sopra delineato, integralmente confermato dalla recentissima pronuncia della Corte di Cassazione n. 29961 del 27.10.2023, deve trovare applicazione al caso in esame, non essendovi evidenza alcuna che possa giustificare un diverso trattamento tra i docenti di ruolo e quelli precari”.
“A ciò consegue l’accoglimento della domanda e l’accertamento del diritto della ricorrente ad ottenere la Carta elettronica del docente per gli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025 con la conseguente condanna del Ministero convenuto a mettere a disposizione del docente detta carta (o strumento equipollente) per poterne fruire nel prosieguo e nel rispetto dei vincoli di legge”, conclude il tribunale del lavoro di Piacenza.
Secondo il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, “sta diventano quasi pleonastico commentare questo genere di sentenze, perché sono oramai governate da un comune denominatore: la posizione dominante della Corte di Giustizia Europea, del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione, secondo cui i docenti precari hanno il dovere di aggiornarsi e quindi hanno pieno diritto di essere trattati alla stregua dei colleghi insegnanti già di ruolo. Da alcune ultime sentenze risulta che questo concetto è applicabile anche ai docenti sottoscrittori di contratto ‘breve e saltuario’ continuativo, con almeno 150-180 giorni di supplenza per anno scolastico: anche loro, come i precari con supplenza annuale fino al termine dell’attività didattica, hanno grosse possibilità di recuperare fino a 3.500 euro di card per la formazione più interessi, per l’annualità in corso e le cinque precedenti. Per provarci basta presentare ricorso gratuito con Anief, semprefacendo attenzione a non superare i cinque anni dalla sottoscrizione del contratto a termine”, conclude Pacifico.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI PIACENZA
P.Q.M.
Il Tribunale di Piacenza, in funzione di giudice del lavoro, definitivamente pronunciando, ogni contraria ed ulteriore istanza, domanda ed eccezione disattesa o assorbita, così dispone:
- accerta il diritto della parte ricorrente ad ottenere la carta elettronica del docente per gli anni scolastici come indicati in parte motiva, per l’importo di € 500,00 annui e condanna la parte resistente a mettere a disposizione della parte ricorrente detta carta elettronica del docente (o altro equipollente) per poterne fruire nel rispetto dei vincoli di legge;
- condanna la parte resistente a rimborsare alla parte ricorrente le spese di lite che liquida complessivi in euro 500,00 oltre spese generali ed accessori di legge, da distrarsi a favore dei difensori antistatari.
Piacenza, 15 aprile 2025
IL GIUDICE DEL LAVORO
Dott.ssa XXXXXX
Per ulteriori informazioni sul ricorso gratuito con Anief cliccare qui.
PER APPROFONDIMENTI
Il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, interviene con una circolare sulla questione inerente ai troppi compiti assegnati all’ultimo minuto sul registro elettronico dai docenti e alle troppe verifiche programmate nella stessa giornata scolastica.
Come si legge anche su Ansa, “Valditara tende una mano agli studenti e si schiera con le famiglie cercando di disciplinare i carichi di studio a casa e in classe. Lo fa firmando una circolare inviata ai dirigenti scolastici in cui spiega come sia importante che la programmazione delle verifiche da svolgere in classe, così come l'assegnazione di compiti a casa, siano accuratamente pianificate da ciascun insegnante, anche avendo cura di valutare quanto eventualmente già definito dagli altri docenti, nonché evitando che siano consegnati sul registro elettronico in serata per l'indomani”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto sulla questione rilasciando una dichiarazione ai microfoni dell’emittente radiofonica Italia stampa: “riteniamo che la libertà d’insegnamento sia fondamentale come principio da rispettare nell’organizzazione della didattica, non esistono regole che possano essere imposte, possono essere suggerite. Alla fine non è di competenza del dirigente scolastico ma del consiglio di classe la programmazione di ciò che avviene in aula, relativamente anche ai compiti e alle verifiche. È ovvio che tutto ciò debba accadere nel rispetto dei tempi di ciascuno studente e della classe rispetto a un programma che viene portato avanti da tutto il consiglio di classe e dall’insegnante della singola disciplina”, ha concluso Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI
Con Decreto Direttoriale n. 611 del 29 aprile 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ufficialmente nominato la Commissione esaminatrice del concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di 145 dirigenti tecnici con funzioni ispettive.
La Commissione sarà presieduta da Ettore Acerra, Direttore Generale dell’USR Campania, e composta da esperti e dirigenti, affiancati da membri aggregati con competenze in lingua inglese e tecnologie informatiche.
In vista della prova preselettiva, la cui data non è ancora stata resa nota, i candidati interessati possono prepararsi con il corso di formazione organizzato da Dirscuola, che affronta tutti gli ambiti previsti nel bando di concorso, e con il simulatore per la prova preselettiva, che consente di esercitarsi in modo mirato ed efficace
.td_block_separator{width:100%;align-items:center;margin-bottom:38px;padding-bottom:10px}.td_block_separator span{position:relative;display:block;margin:0 auto;width:100%;height:1px;border-top:1px solid #EBEBEB}.td_separator_align_left span{margin-left:0}.td_separator_align_right span{margin-right:0}.td_separator_dashed span{border-top-style:dashed}.td_separator_dotted span{border-top-style:dotted}.td_separator_double span{height:3px;border-bottom:1px solid #EBEBEB}.td_separator_shadow>span{position:relative;height:20px;overflow:hidden;border:0;color:#EBEBEB}.td_separator_shadow>span>span{position:absolute;top:-30px;left:0;right:0;margin:0 auto;height:13px;width:98%;border-radius:100%}html :where([style*='border-width']){border-style:none} “Alleniamoci per la preselettiva” è molto più di un simulatore!Si tratta di un ambiente strutturato, dinamico e interattivo nel quale esercitarsi facendo simulazioni personalizzate e con diverse modalità di allenamento:
Forum Consigli per affrontare i quiz Simulazione “da manuale” Quiz “Mordi e fuggi” per ambiti Quiz “Corsa contro il tempo” Quiz “Less stress” Quiz “A colpo sicuro” Concorso dirigenti tecniciIl corso è pensato come uno spazio aperto e flessibile non solo in relazione a quanto previsto dal bando di concorso, ma anche ai bisogni formativi dei corsisti.
Il corso è già completo, fruibile, esaustivo e aggiornato in conformità con quanto previsto dalla procedura concorsuale e rispetto alle ultime novità normative.
SCOPRI LE OFFERTE E ACQUISTA I CORSIL'articolo Concorso per dirigenti tecnici con funzioni ispettive: nominata la Commissione esaminatrice proviene da ANP.
Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Pubblicato sul sito InPA l’avviso per sciogliere la riserva in graduatoria terza fascia ATA. Gli aspiranti devono dichiarare di aver conseguito la CIAD, certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, requisito necessario per rimanere in graduatoria e richiesto a tutti i profili ad eccezione del collaboratore scolastico.
La CIAD si può inserire fino al 9 maggio 2025 (nell’avviso era apparsa inizialmente la data del 15 maggio).
La scadenza per il conseguimento della CIAD resta ferma al 30 aprile.
Chi non ha il certificato può inserire la data dell’esame.
Chi non consegue la CIAD entro il 30 aprile decade dalle graduatorie.
Come inserire la CIAD
La domanda può essere presentata dagli aspiranti attraverso l’applicazione “Istanze on Line (POLIS)” previo possesso delle credenziali SPID/CIA, o, in alternativa, di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”.
Nella domanda i candidati dichiarano:
Contatta la segreteria per una consulenza personalizzata:
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La prova orale si svolgerà da metà maggio. Il percorso formativo di Eurosofia, è articolato in 10 incontri tematici con un taglio operativo e concreto, ed è tenuto da formatori DSGA esperti del settore scolastico.
Inoltre in omaggio il minicorso intensivo di informatica e inglese.
I posti messi a bando, ricordiamo, sono 1435, vedremo dai dati ufficiali forniti dal Ministero se si riuscirà a coprirli o ne rimarranno scoperti.
La prova orale consiste in:
La prova orale ha una durata massima di 50 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi previsti dalla normativa vigente, e può essere svolta in videoconferenza, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali, garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che assicurino la pubblicità della stessa, l’identificazione dei partecipanti, nonché la sicurezza delle telecomunicazioni e la loro tracciabilità.
PREPARATI CON EUROSOFIA.
A seguito delle numerosissime mail da parte dei nostri corsisti stiamo attivando un nuovo percorso specifico. Le possibilità di vincere sono aumentate, puoi fare la differenza con il supporto giusto.
Corso intensivo online interamente dedicato alla preparazione della prova orale del concorso DSGA 2025, con un taglio operativo e concreto.
Gli aggiornamenti relativi all’attività del Dsga, sono già disponibili sulla piattaforma.
Calendario incontri, relatori e programma a questo link:https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
Obiettivi del corso
Modalità di svolgimento
Tutti gli incontri si terranno sulla piattaforma Zoom. I link di accesso saranno disponibili all’interno della piattaforma di formazione.
Le lezioni in diretta possono essere seguite in differita poiché caricate in piattaforma con i rispettivi materiali.
PROGRAMMA – CONTENUTI MODULI – FORMATORI
(TUTTI GLI INCONTRI, SALVO IMPREVISTI, SI TERRANNO DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.00)
Data
Docente
Titolo Lezione
Descrizione
RINVIATO
Margherita Genduso
La gestione degli acquisti su MEPA e CONSIP
Approfondimento teorico e pratico sulla gestione degli acquisti tramite le piattaforme MEPA e CONSIP da parte delle istituzioni scolastiche. Focus sugli adempimenti del Dirigente Scolastico e del DSGA, con l’analisi di modelli documentali utili.
24/04/2025
Alberico Sorrentino
Contrattazione integrativa d’istituto
Esame delle fasi e degli strumenti della contrattazione integrativa nelle scuole, con attenzione alle novità introdotte dal CCNL 2019-2021. Utilizzo di modelli e casi pratici.
28/04/2025
Federica Colantuoni
Il programma annuale: gestione contabile e finanziaria
Approfondimento delle attività connesse alla predisposizione del programma annuale scolastico, con particolare attenzione agli adempimenti contabili e finanziari di DS e DSGA. Analisi di modelli e strumenti operativi.
30/04/2025
Vincenzo Sorrentino
Contrattualizzazione personale e ricostruzioni di carriera
Approfondimento sulle procedure di contrattualizzazione e ricostruzione di carriera. Competenze su nomine, presa di servizio e inquadramento stipendiale secondo normativa vigente e piattaforme ministeriali. Comprende approfondimento sulle procedure disciplinari applicabili a docenti e ATA.
02/05/2025
Margherita Genduso
Acquisti fuori MEPA: affidamento diretto e procedura negoziata
Analisi delle modalità di acquisto fuori dalle piattaforme MEPA e CONSIP, con focus sull’affidamento diretto e sulle procedure negoziate senza bando. Approfondimento sugli obblighi di DS e DSGA, con supporto di esempi pratici.
06/05/2025
Giovanni Menditto
Il conto consuntivo: aspetti teorici e pratici
Approfondimento delle fasi operative e contabili legate alla predisposizione del conto consuntivo scolastico. Focus sugli obblighi del DSGA e sull’utilizzo di modelli contabili di riferimento.
08/05/2025
Giovanni Menditto
Pagamento dei compensi accessori: cedolino unico e bilancio
Esame teorico e operativo della gestione dei compensi accessori finanziati tramite fondo MOF e bilancio scolastico. Discussione di casi pratici, tabelle di pagamento.
09/05/2025
Tobia Ciaglia
Il piano delle attività del personale ATA
Analisi teorico-pratica della gestione del personale ATA attraverso il piano delle attività. Approfondimento sugli obblighi del DSGA e sugli strumenti documentali di supporto.
12/05/2025
Stefano Ragone
Gestione inventariale dei beni scolastici
Esame approfondito degli aspetti teorici e operativi della gestione dell’inventario dei beni scolastici. Particolare attenzione agli obblighi del DSGA e all’utilizzo di modelli documentali.
Da definire
Alberico Sorrentino
Redazione degli atti istruttori
Esame delle principali tipologie di atti istruttori utilizzati nella gestione amministrativa e contabile delle scuole, con riferimento alla documentazione e alla corretta redazione.
NB. A supporto della preparazione sono stati inseriti materiali delle precedenti edizioni.
Materiali e risorse disponibili
Costi
Come iscriversi
L’iscrizione agli incontri è semplicissima, dovrà cliccare su REGISTRATI se non è in possesso di un profilo sulla piattaforma Eurosofia o su LOGIN se già in possesso, in questa pagina: https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
CONSEGUIMENTO CIAD
Mettiamo a disposizione di tutti gli utenti che si iscrivono al corso di preparazione alla prova orale, la certificazione CIAD ad un costo agevolato di 150,00€ (anziché 189,00€).
Sono previste 9 sessioni di esame giornaliere
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Oggi 29 aprile 2025 sono stati approvati dal MUR i decreti di attivazione dei percorsi INDIRE.
Il DM 75/2025 è riservato ai docenti in possesso del prescritto titolo di accesso allo specifico grado/classe di concorso e che hanno svolto, nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti.
Il DM 77/2025 è riservato esclusivamente a coloro i quali abbiano superato, presso un’università estera legalmente accreditata nel paese di origine, o altro organismo abilitato all’interno dello stesso, un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1500 ore o, in alternativa, idoneo al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
Coloro i quali al momento della presentazione della domanda non abbiano conseguito una annualità di servizio nel relativo posto di Sostegno, devono conseguire 48 crediti formativi, di cui 12 relativi all’attività di tirocinio; chi invece ha conseguito la richiesta annualità di servizio devono conseguire 36 crediti formativi, intendendosi assolto, con il servizio effettivo, il tirocinio.
Le attività formative relative agli insegnamenti si svolgono in modalità telematica, comunque sincrona; è consentita la modalità asincrona per una percentuale non superiore al 10 per cento delle ore previste per tali insegnamenti. I laboratori sono svolti esclusivamente in modalità sincrona.
Le assenze sono consentite nella misura massima del 10 per cento sul totale delle attività. Non è previsto il riconoscimento di Crediti Formativi relativi ad altri percorsi di studio accademici.
Sono previsti esami in presenza al termine di ciascun insegnamento e di ciascun laboratorio, con valutazione in trentesimi. Gli esami si intendono superati con voto non inferiore a 18/30.
I percorsi si concludono con l’esame finale che consiste in un colloquio, da svolgersi in presenza, su un elaborato scritto concernente lo studio di un caso a scelta del corsista, in relazione all’esperienza professionale svolta in ambito scolastico, con particolare riguardo al quadro teorico di riferimento, alle scelte metodologico-didattiche adottate e all’uso di risorse e strumenti digitali che favoriscono l’inclusione.
Eurosofia e E-SOFIA, in attesa della pubblicazione dei bandi delle università convenzionate, sono a vostra disposizione per verificare l’accesso ai percorsi in base alle varie casistiche, visita la seguente pagina e compila il seguente form per una consulenza.
I COBAS SCUOLA hanno convocato per il 7 maggio lo sciopero nazionale della scuola per l’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado con manifestazioni che si terranno a livello provinciale, con particolare riguardo a quella che si svolgerà a Roma a viale Trastevere (ore 9.30) di fronte al MIM.t
CONTRO le prove INVALSI e le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1°grado. PER investimenti concreti nella scuola pubblica e il ritiro immediato delle Nuove indicazioni
· Le prove INVALSI non hanno determinato alcun sviluppo positivo nel sistema educativo, visto che dagli stessi Rapporti INVALSI emergono crescenti disparità territoriali e socioeconomiche; non possono misurare competenze poiché sono costituite da test decontestualizzati a risposta chiusa o aperta univoca; l’utilizzo di test per misurarne l’acquisizione contraddice il concetto stesso di competenza. Ciò ne annulla la loro stessa validità; infine, hanno diffuso nelle scuole la pratica del teaching to test, sottraendo tempo e attenzione alla didattica attiva ed esperienziale, fondamentale per sviluppare pensiero critico, autonomia culturale ed emotiva.
· Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 presentano una forte impostazione eurocentrica,che ignora l’interdipendenza culturale e scoraggia l’assunzione di prospettive plurali, fondamentali in una società multiculturale; rimandano a un modello educativo autoritario, nozionistico e selettivo; valorizzano i talenti individuali in chiave competitiva, a scapito di cooperazione e solidarietà; descrivono la violenza di genere come una “triste patologia”, invece che il risultato di dinamiche radicate della società; propongono l’“educazione del cuore” per contrastare la violenza di genere, ignorando l’educazione all’affettività, al rispetto delle differenze; limitano i luoghi di sviluppo della persona alla scuola e alla famiglia, negando i processi di apprendimento che avvengono in una molteplicità di contesti interconnessi; si fondano su un impianto nozionistico, con lunghe liste di conoscenze disciplinari da acquisire e moduli di apprendimento interdisciplinari che minano di fatto la libertà di insegnamento.
– Per tutte queste ragioni, oggi una risposta forte come uno sciopero nazionale, accompagnato da iniziative di piazza, è un passaggio fondamentale, e invitiamo dunque docenti ed ATA. studenti e famiglie, associazioni culturali e di categoria, collettivi e altre organizzazioni sindacali a partecipare. A Roma alle ore 9.30 tutti/e al MIM a Viale Trastevere.
Esecutivo nazionale COBAS Scuola
È stato pubblicato il Decreto n. 77 del 24 aprile 2025, in allegato, a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito e dal Ministro dell’Università e della Ricerca, che istituisce i percorsi di specializzazione universitaria e con l’Indire per le attività di sostegno riservati a chi ha conseguito il titolo estero.
Possono iscriversi ai percorsi di formazione esclusivamente coloro i quali abbiano superato, presso un’università estera legalmente accreditata nel paese di origine, o altro organismo abilitato all’interno dello stesso, un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1500 ore o, in alternativa, idoneo al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
L’iscrizione ai percorsi di formazione è subordinata alla rinuncia ad ogni istanza di riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero sia pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
La rinuncia è comunicata al Ministero dell’Istruzione e del merito esclusivamente con le seguenti modalità:
– tramite apposita piattaforma “Riconoscimento professione Docente”, in caso di istanze per il riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno, formulate all’Amministrazione attraverso la predetta piattaforma;
– tramite posta elettronica certificata, in caso di istanze per il riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno, presentate all’Amministrazione in formato cartaceo.
L’importo del percorso di specializzazione è determinato:
– nella misura massima di euro 1.500,00 (millecinquecento/00) per coloro che devono conseguire, 48 credit;
– nella misura massima di euro 900,00 (novecento/00) per coloro che devono conseguire 36 crediti.
Per conoscere la nostra posizione vi invitiamo a consultare i seguenti link:
Sostegno: il CSPI boccia a larga maggioranza il percorso per i titoli esteri – UILSCUOLAL'articolo Corsi sostegno per chi ha conseguito il titolo estero. Pubblicato il decreto proviene da UILSCUOLA.
“La circolare del ministero dell’istruzione e del merito sulle verifiche in classe e sui compiti a casa – emanata ieri – a firma del Ministro Valditara rappresenta un atto ingerente e un attacco all’autonomia professionale degli insegnanti, che deve invece essere rispettata, garantita e tutelata. E’ il commento del Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, intervistato questa mattina da Studio Aperto (Italia 1).
Ogni docente – ricorda il Segretario – conosce profondamente la propria classe e sa calibrare verifiche e compiti in funzione delle reali esigenze educative e formative degli studenti.
Tentare di imbrigliare questa libertà con prescrizioni rigide, come l’obbligo di annotare compiti anche sul diario personale o il divieto di inserire compiti nel registro elettronico in tempi ravvicinati, significa non solo mancare di fiducia nella professionalità dei docenti, ma anche ridurre la loro capacità di adattarsi in modo flessibile all’andamento quotidiano delle attività didattiche.
La scuola giusta – sottolinea D’Aprile – è quella che lascia spazio alla responsabilità e alla libertà di insegnamento dei docenti, riconoscendo che l’istruzione non può essere incasellata in imposizioni dall’alto.
Se davvero si vuole migliorare il benessere degli studenti, è necessario sostenere e rafforzare l’autonomia didattica, anche attraverso decisioni condivise all’interno degli organi collegiali. Non bisogna comprimerla con interventi che rischiano di svilire il ruolo degli educatori che, invece, regolano i tempi dell’insegnamento e delle attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento dei propri alunni”, conclude.
L'articolo Circolare Valditara, D’Aprile: “L’autonomia degli insegnanti deve essere rispettata, garantita e tutelata” proviene da UILSCUOLA.
Il giovane sindacato Anief, forte anche del consenso ottenuto nel corso delle recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu, torna con forza a reclamare i diritti di coloro che - docenti e Ata - si spendono ogni giorno affinché la scuola possa essere un posto migliore.
“Sono misure che reputiamo indispensabili, perché la valorizzazione di una categoria di lavoratori passa anche per il riconoscimento di taluni diritti. Per quanto riguarda la mobilità abbiamo chiarito in Commissione come sia importante garantire anche quella orizzontale e verticale, pure per il personale scolastico. Stiamo parlando quindi della mobilità intercompartimentale che è vietata solo al personale scolastico e stiamo parlando anche di quell'abolizione dei vincoli sulla mobilità poiché la continuità didattica si ottiene attraverso la stabilizzazione dei posti di lavoro e non attraverso i vincoli imposti a coloro che hanno avuto un'assunzione, spesso a molti chilometri da casa e devono scegliere tra il lavoro e la famiglia. Bisogna, invece, cercare di aiutare i lavoratori a non rinunciare ai loro affetti, in particolare modo in quella scuola italiana che vive il più alto tasso di pendolarismo”, ha detto Marcello Pacifico nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa.
Per quanto riguarda invece gli stipendi del personale scolastico, il presidente Anief ha aggiunto – in un’altra dichiarazione espressa sempre ai microfoni di Teleborsa – che "poiché in questo momento la Camera dei Deputati sta approvando il decreto PA, che prevede aumenti salariali persino per i dipendenti dei ministeri – e forse anche per quelli dei comuni e delle regioni – riteniamo che anche nel decreto Scuola debbano essere previste risorse dedicate. In particolare, chiediamo che vengano stanziati nuovi fondi e allocate le risorse già disponibili per incrementare gli stipendi del personale scolastico. Tra le misure da adottare proponiamo l’introduzione di indennità specifiche: un’indennità di trasferta per tutti i lavoratori fuori sede e un’indennità per coloro che hanno più di 36 mesi di servizio, oggi riconosciuta solo in caso di ricorso giudiziario. Inoltre, chiediamo che vengano garantiti i buoni pasto, come già avviene per il resto del personale della pubblica amministrazione, e che venga ripristinato il primo gradino stipendiale, come ha recentemente sancito la Cassazione in una causa vinta dall’Anief. Tutto questo rappresenterebbe un primo passo importante verso l’obiettivo di allineare gradualmente gli stipendi del personale scolastico a quelli degli altri dipendenti pubblici. È significativo ricordare che, fino a qualche anno fa, i salari del personale ministeriale erano inferiori a quelli della scuola, mentre oggi risultano superiori di circa 6.000 euro all’anno, ovvero 500 euro in più al mese” ha detto infine il leader Anief, Pacifico.
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