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FUNERALE PAPA FRANCESCO – Bergoglio parlava sempre di Scuola come centro di sviluppo di un progetto che porta alla pace: il ricordo di Anief e Cisal

ANIEF - Sab, 26/04/2025 - 15:52

"Papa Francesco ha lasciato una grande responsabilità: continuare nel suo esempio di pastore umile al cospetto di Dio, di una Chiesa che voleva essere povera per cercare di arricchire e rendere più ricca la vita degli uomini. Parlava sempre della scuola come centro di sviluppo di un progetto di costruzione di una società più giusta, più equa, più solidale, che si deve basare sulla forza della pace e non sulla forza delle armi”. Lo ha detto Marcello Pacifico, presidente di Anief, a commento dei funerali del Pontefice argentino venuto a mancare lunedì scorso.

“Bergoglio – continua Pacifico - ricordava che la società deve ritrovare quel patto all'interno della comunità educante, tra famiglie e personale docente, in un momento in cui il mondo, purtroppo, è dilaniato da guerre e difficoltà economiche, che non permettono a milioni di bambini di poter andare a scuola e di vivere e crescere la loro adolescenza e di diventare adulti e cittadini di un mondo sempre più giusto: è importante quindi continuare nel suoi insegnamenti, non ultimo quello sull'educazione all'ecologia, partendo anche dal rispetto verso gli altri, verso i costumi e le religioni, verso il pensiero altrui, perché questa si chiama libertà dell'individuo”.

Anche la Cisal, a cui Anief aderisce, ha voluto inviare un messaggio in memoria del Santo Padre Francesco, nei giorni dei funerali: “con profonda commozione – scrive la Cisal - ricordiamo Papa Francesco, guida spirituale, voce di giustizia e testimone instancabile della dignità umana. In occasione del 10° Congresso della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, svoltosi a Roma nel 2023, il Santo Padre ci onorò con un messaggio di saluto e di incoraggiamento. In quelle parole — che custodiamo con gratitudine — ci invitava a promuovere la solidarietà, a difendere la dignità del lavoro e a non voltare lo sguardo davanti alla sofferenza delle famiglie colpite dalla mancanza di occupazione. Oggi, più che mai, sentiamo il dovere di proseguire lungo il cammino che ci ha indicato. Grazie, Papa Francesco. La tua voce continuerà a ispirarci. Riposa in pace”.

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25 aprile 1945 - 25 aprile 2025. 80 anni fa l’Italia riconquistava libertà e dignità

FLC-CGIL - Ven, 25/04/2025 - 18:30

Da articolotrentatre.it

Dopo 20 anni di dittatura, di miseria, di guerre, di deportazioni e sottomissione ai nazisti l’Italia era di nuovo libera. Grazie a...

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"Non di solo voto". Il programma completo del webinar del 6 maggio sulla valutazione come atto educativo

CISL SCUOLA - Ven, 25/04/2025 - 18:19
C'è tempo fino al 4 maggio per iscriversi al webinar "Non di solo voto: la valutazione come atto educativo", organizzato da CISL Scuola, Consorzio Universitario Humanitas e IRSEF IRFED. Il link per accedere al modulo di registrazione è disponibile sulla locandina allegata. Nel frattempo è stato definito in dettaglio il programma dell'evento, che si svolgerà il 6 maggio, articolato in due sessioni. La prima, con orario 9.30-13.00, è dedicata a un inquadramento teorico del tema e prevede, dopo gli interventi di saluto e di presentazione del seminario, le seguenti relazioni:
  • ore 10: 00 “Sull’utilità e danno della valutazione scolastica
    Cristiano Corsini Professore ordinario di Pedagogia sperimentale Università di Roma 3
  • ore 11: 00 "La valutazione come risorsa per l'apprendimento"
    Mario Castoldi Docente di Didattica generale Università degli Studi di Torino
  • ore 12: 00 “Le norme che liberano dall'abitudine
    Max Bruschi Dirigente tecnico USR Piemonte
Nella sessione pomeridiana, con orario 14.30-17.30, saranno presentate tre testimonianze di esperienze condotte da istituzioni scolastiche del primo ciclo e della secondaria di II grado. Questi gli interventi:
  • Una valutazione per l’apprendimento: l’esperienza del Polo 'Volta' di Castel San Giovanni (Piacenza)”.
    A cura di Simona Favari (dirigente scolastica), Francesca Pallavicini e Ignazio Caruso (docenti) 
  • Dal numero alla complessità valutativa. La sperimentazione della scuola dei metodi e delle competenze
    A cura di Paolo Di Motoli, docente dell'I.I.S. ”Norberto Bobbio” - Carignano (TO) 
  • La valutazione è apprendimento?
    Un’esperienza di scuola primaria
    A cura di Sara Bianchi e Ketty Salvioli - I.C. “Chieri III” -Torino
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Anief su Ansa - 25 Aprile, "festa fondamentale per la scuola"

ANIEF - Ven, 25/04/2025 - 17:43

(ANSA) - ROMA, 25 APR - "Il 25 aprile per i docenti e i lavoratori della scuola è una festa nazionale di altissima importanza: la mission del mestiere educativo è infatti quella di indicare agli alunni e ai ragazzi quanto siano fondamentali per tutta la società, come per il singolo individuo, i valori della libertà e della democrazia". Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in occasione dell'80° anniversario della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. "In una società disorientata, con i nostri giovani sempre più bisognosi di riferimenti, diventa centrale rimarcare i valori democratici, di partecipazione e responsabilità insiti nella liberazione dell'Italia e incarnati dalla Costituzione repubblicana", conclude Pacifico. (ANSA). 

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Dolore e commozione per la scomparsa di papa Francesco. Un magistero nel segno di una fede che si incarna nella condizione degli ultimi

CISL SCUOLA - Ven, 25/04/2025 - 15:24
"Abbiamo appreso con immenso dolore e grande commozione la notizia della scomparsa di papa Francesco. Per quanto preceduta da un periodo difficile di sofferenza e di debolezza, ci coglie impreparati dopo averlo visto ancora ieri unirsi benedicente alla folla di piazza S. Pietro". Così Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, che aggiunge: "Non ci sono parole per dire in questo momento quanto sia stato fondamentale per ciascuno di noi e per tutti un Magistero che ha richiamato ogni giorno il mondo al bisogno di lavorare intensamente per la pace, la giustizia, la cura del creato come responsabilità da condividere per il bene di tutti. Il suo pontificato ci lascia un'eredità che è un impegno grande per tutti e in particolare per chi agisce nel sociale, la testimonianza di una fede che si incarna ogni giorno nella vicinanza e nella condivisione della condizione degli ultimi".
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Il Presidente Sergio Mattarella a Genova per il 25 aprile: non possiamo arrenderci a una democrazia a bassa intensità

CISL SCUOLA - Ven, 25/04/2025 - 15:12
È per me un'occasione importante poter essere qui con tutti voi per celebrare oggi, qui a Genova, l’ottantesimo anniversario della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Una regione, la Liguria, che, ricca di virtù patriottiche, tanto ha contribuito alla conquista della libertà del nostro popolo. Rendiamo onore alle popolazioni che seppero essere protagoniste nel sostenere e affiancare i partigiani delle montagne e delle città. Dalla città di Genova, Medaglia d’oro al valor militare per la lotta di Liberazione che – recita la motivazione – “piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l’onore”, alla città di Savona, Medaglia d’oro, insignita per “l’ostinazione a non subire la vergogna della tirannide”, alle Province di Imperia e di La Spezia, anch’esse Medaglie d’oro. Così come alle Città di La Spezia e di Albenga, alla Provincia di Genova, insignite di Medaglia d’oro al valor civile per la Resistenza. Alle Croci di guerra assegnate, con la stessa motivazione, ai Comuni di Rossiglione, San Colombano Certenoli in val Cichero, Zignago, Albenga. Dalla Liguria è venuta allora una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell’uomo sull’uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli. Assumendo comportamenti elementari di rispetto e di solidarietà i partigiani si uniformavano a quel Codice di Cichero, che faceva sì che, nelle formazioni, il capo dovesse mangiare per ultimo, potesse addormentarsi solo una volta accertato personalmente che tutto funzionasse e fosse in ordine, avesse i turni di guardia più gravosi, che non si bestemmiasse, che non si molestassero le donne, che non si requisisse senza pagare il dovuto, che si dovesse dividere con gli altri qualunque cosa si ricevesse. Fraternità. Un’esperienza che ha tratto ispirazione da una figura, quella di Aldo Gastaldi, il partigiano “Bisagno”, comandante della Divisione Garibaldi-Cichero, protagonista di un impegno per la Patria, la giustizia, la libertà, considerato come servizio d’amore, oltre che esercizio di responsabilità. Morto drammaticamente un mese dopo la Liberazione, Medaglia d’oro al valor militare, la Chiesa di Genova ha determinato di dare avvio al processo canonico di beatificazione di questo Servo di Dio. Poc’anzi, al cimitero di Staglieno, ho reso omaggio ai caduti del movimento della Resistenza e, con loro, ho reso idealmente omaggio alle figure dei patrioti dei due Risorgimenti che in esso sono ospitati. Nel 1945 l’Italia si univa nuovamente - Sud e Nord - dopo che quest’ultimo era stato separato e trattenuto in ostaggio dai nazisti e dalla Repubblica di Salò. Tante le sofferenze e i caratteri originali della Resistenza ligure, solidamente collegata ai centri di Torino e di Milano e destinata, come essi, a soffrire sino in fondo la barbarie nazista e fascista. Con le stragi della Pasqua di sangue del 1944 alla Benedicta, di Fontanafredda di Masone, all’Olivetta di Portofino, a Costa Binella di Testico, alla Foce del Centa di Albenga, a Molini di Triora, Torre Paponi di Pietrabruna ove due sacerdoti vennero arsi vivi, a Ressora di Arcola. Qui si sviluppa la maturazione politica di patrioti che sanno assumere, accanto alle operazioni militari di sabotaggio e di contrasto alle forze di occupazione, responsabilità di governo. Qui si collocano anelli di quell’arco di esperienze di “zone libere” che confermano la presenza sul territorio delle formazioni partigiane e la stretta relazione con le popolazioni. Qui, con la libera Repubblica di Pigna e di Triora nell’Imperiese, di Torriglia nel Genovese, della Repubblica del Vara in Alta Val di Vara nello Spezzino, emerge la dimostrazione della estraneità tra regime e popolazioni. Questo si manifestava nelle vallate, e trovava conferma nelle città dalle quali migliaia di donne e uomini vennero ignobilmente avviate al lavoro coatto in Germania, alla deportazione verso il lager di Mauthausen. E la fabbrica, le fabbriche, si manifestarono, una volta di più, luoghi di solidarietà, scuole di democrazia, con la crescita di coscienza sindacale, e la costituzione delle squadre di difesa operaia. Con gli scioperi nel Savonese e nello Spezzino alla fine del 1943 e nel 1944, che conferirono una forte spinta all’allargamento del consenso verso il movimento partigiano. Gli scioperi a Genova del 1943 sino al giugno del 1944, sino allo sciopero insurrezionale del 1945. Il crollo del fronte interno del regime si manifestava giorno dopo giorno. Il Bando Graziani per l’arruolamento nei reparti fascisti aveva dato un involontario contributo ai partigiani: posti di fronte al dilemma o repubblichini o in fuga, molti giovani sceglievano la strada della montagna, superando ogni attendismo. I partigiani facevano terra bruciata dei tentativi repubblichini di organizzazione amministrativa: bruciare i registri anagrafici della Rsi impediva, di fatto, sia le requisizioni dei beni dei cittadini, sia i tentativi di coscrizione obbligatoria. Da taluno si è argomentato come il contributo “militare” recato dalla Resistenza non sia stato decisivo per il crollo della Linea Gotica costruita dai tedeschi per ostacolare la risalita della penisola da parte degli Alleati e del Corpo Italiano di Liberazione. Al contrario, come è noto - e il 1944 lo ebbe a dimostrare - le forze dell’Asse in campo avevano difficoltà a presidiare, allo stesso tempo, le aree verso le quali premevano le forze alleate e le zone interne sempre più nelle mani della Resistenza. Veniva ascoltato l’ammonimento rivolto da Giuseppe Mazzini ai tanti che, all’epoca, confidavano nell’intervento d’oltralpe: “più che la servitù, temo la libertà recata in dono”. L’aspirazione profonda del popolo italiano, dopo le guerre del fascismo, era la pace. Il regime aveva reso costume degli italiani la guerra come condizione normale: non la guerra per la vita ma la vita per la guerra. La Resistenza si pose l’obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli. In gioco erano le ragioni della vita contro l’esaltazione del culto della morte, posto come estrema disperata consegna dalle bande repubblichine. La Resistenza cresceva in tutti i Paesi europei sotto dominazione nazista. Si faceva strada, dalla causa comune, la solidarietà, in grado di superare le eredità delle recenti vicende belliche. Anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee. Un nome per tutti qui a Genova, quello di Luciano Bolis, esponente del Partito d’Azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945, miracolosamente sopravvissuto. Medaglia d’argento al valor militare, riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli. Difendere la libertà dei popoli europei è compito condiviso. Ora, l’eguaglianza, l’affermazione dello Stato di diritto, la cooperazione, la stessa libertà e la stessa democrazia, sono divenuti beni comuni dei popoli europei da tutelare da parte di tutti i contraenti del patto dell’Unione Europea. La libertà delle diverse Patrie è divenuta la liberazione dell’Europa da chi pretendeva di sottometterla. E fu una lotta così vera da coinvolgere anche persone che i nazisti pretendevano opporre ai partigiani. La solidarietà internazionale si misurò sulle montagne liguri come altrove con l’apporto recato dai tanti che, venuti da patrie lontane, si erano uniti alla Resistenza. Desidero richiamare la figura del partigiano “Fiodor”, (Fiodor Andrianovic Poletaev), ucciso nella battaglia di Cantalupo il 2 febbraio 1945. A lui, giunto dalla Russia, la Repubblica Italiana ha voluto conferire la Medaglia d’oro al valor militare. Una strada di Genova reca il suo nome. La vita democratica, come si è constatato, cresceva nel carattere proprio alle forze antifasciste genovesi che, accanto alla presenza di cinque partiti nei CLN del Nord Italia (azionisti, comunisti, democristiani, liberali, socialisti) annoverava una sesta forza politica, il partito mazziniano repubblicano. Questione del tutto peculiare, per dirimere la quale, dal CLNAI, venne inviato Sandro Pertini, settimo Presidente della nostra Repubblica. Oggi, nella sua regione, ne vogliamo onorare la memoria. La sua figura induce a ricordare che la partecipazione politica è questione che contraddistingue la nostra democrazia. È l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà. Da questi principi fondativi viene un appello: non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà. Il rovinio del posticcio regime di Salò, la progressiva sconfitta del nazismo apparivano ormai irreversibili e a Genova, importante bastione industriale, si posero le condizioni dell’insurrezione e, come abbiamo ascoltato, un esercito agguerrito si arrendeva al popolo. Ridurre le forze tedesche a trattare con i partigiani non fu facile. Preziosa fu la mediazione dell’Arcivescovo di Genova, il Cardinale Pietro Boetto - dichiarato “giusto fra le nazioni” per il soccorso prestato agli ebrei - per giungere a siglare la resa del comando tedesco nella sua residenza di Villa Migone, tra il generale Meinhold e il presidente del CLN Remo Scappini (“Giovanni”). Sarebbe toccato al partigiano Pittaluga - Paolo Emilio Taviani - annunciare la mattina seguente: Genova è libera. Il generale Meinhold – condannato a morte da Hitler come traditore - avrebbe poi scritto: “era la sorte della città e quello che più contava la vita di migliaia di persone da tutte e due le parti che doveva starci a cuore…. La mia coscienza mi vietava di sacrificare ancora un sol uomo”. Il rischio che Genova finisse distrutta come Varsavia era sventato. Si apriva la stagione dei diritti umani delle persone e dei popoli, per prevenire i conflitti, per affermare che la dignità delle persone non si esaurisce entro i confini dello Stato del quale sono cittadini. Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco. Nella sua “Fratelli tutti”, ci ha esortato a superare “conflitti anacronistici” ricordandoci che “ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte…Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”. Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata. A Genova si espresse e si affermò il respiro della libertà. Un’anima che non sarebbe mai stata tradita. Un patto, un impegno, che non sarebbero venuti meno neppure quando, negli anni ‘70, il terrorismo tentò di aggredire le basi della nostra convivenza democratica. E dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente, che si riassume nel nome di Guido Rossa. La sua testimonianza appartiene a quei valori di integrità e coraggio delle persone che, anche qui, edificarono la Repubblica. Viva la Liguria partigiana, viva la libertà, viva la Repubblica.
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25 APRILE - Pacifico (Anief): Festa nazionale fondamentale per la scuola, perché i valori della Liberazione fanno parte della mission di docenti e personale scolastico da attuare verso giovani sempre più disorientati

ANIEF - Ven, 25/04/2025 - 14:13

“Il 25 aprile per i docenti e i lavoratori della scuola è una festa nazionale di altissima importanza: la mission del mestiere educativo è infatti quella di indicare agli alunni e ai ragazzi quanto siano fondamentali per tutta la società, come per il singolo individuo, i valori della libertà e della democrazia”. Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo. “In una società disorientata, con i nostri giovani sempre più bisognosi di riferimenti, diventa centrale rimarcare i valori democratici, di partecipazione e responsabilità insiti nella liberazione dell’Italia e incarnati dalla Costituzione repubblicana”, conclude Pacifico.

PER APPROFONDIMENTI:

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SCUOLA – Stipendi, con l’autonomia differenziata rischio diversificazione regionale, ma il gap già c’è tra maestri della primaria e prof della secondaria. Pacifico (Anief): vanno equiparati…

ELEZIONI RSU – Anief invita docenti e Ata alla candidatura: Pacifico “necessario il consenso per migliorare il nuovo contratto. Vogliamo maggiori risorse e dignità per la categoria”

ISTRUZIONE e RICERCA - Poco più di due mesi al rinnovo Rsu. 1,3 milioni di docenti, Ata e amministrativi al voto: Anief spiega perché è importante votare i propri candidati in ogni sede

SCUOLA - Ogni anno con Anief decine di migliaia di docenti e Ata vincono un ricorso con rimborsi o aumenti di stipendio, ma lo Stato non attua in modo automatico il recupero dei contributi previdenziali, Anief dà indicazioni per ottenerli

SCUOLA – In pensione a quasi a 70 anni e con assegno medio poco sopra i mille euro, un incubo di cui nessuno parla: Anief rilancia la petizione per salvare docenti e Ata dal burnout

ISTRUZIONE - Nel decreto PA c’è l’assicurazione sanitaria chiesta dal ministro Valditara per il personale scolastico. Anief: bene, è il primo risultato della nostra denuncia pubblica sul burnout con petizione arrivata a 120mila firme

ISTRUZIONE - Rimborso spese mediche personale della scuola, arrivano subito 20 milioni di euro dal decreto PA. Anief apprezza, ma ricorda: bisogna aprire subito il tavolo coi sindacati e mancano norme su mobilità personale e anti-precariato

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA - Decreto PA con 900 emendamenti, c’è anche la scuola con le richieste Anief: più personale, nuove modalità d’assunzione con doppio canale, benefit pro-welfare, indennità, ...

SCUOLA - Decreto PA al vaglio della I e XI Commissione della Camera, ci sono i 25 emendamenti Anief: tra le richieste il concorso straordinario bis, doppio canale di reclutamento e assunzioni degli idonei ...

SCUOLA - Decreto PA, è l’ora della verità: lunedì 14 al via le votazioni nelle Commissioni Senato e il giorno dopo audizione Anief. Tanti temi: dal doppio canale agli idonei, dall’organico aggiuntivo Ata ...

SCUOLA - Decreto PA, al voto gli emendamenti Anief: largo a indennità, mobilità del personale senza vincoli, più scatti stipendiali, buoni pasto, organico aggiuntivo Ata, stop ai cedolini tagliati da trattenute ...

ISTRUZIONE – Approvato in Commissione alla Camera emendamento docenti di religione al DL 25/25 sulla PA. Le altre richieste Anief saranno riproposte al decreto legge 45/25 PNRR Scuola in Senato già la ...

DECRETO SCUOLA - Domani audizione Anief presso la VII Commissione del Senato: il sindacato chiederà doppio canale di reclutamento, con immissioni in ruolo da Gps anche su posto comune, e assunzione di ...

DL SCUOLA - Senato, Anief presenta più di 30 proposte di modifica in audizione, Pacifico: “tuteliamo chi cura l’istruzione dei cittadini di domani, attiviamo il doppio canale di reclutamento”

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