Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Pubblicato sul sito InPA l’avviso per sciogliere la riserva in graduatoria terza fascia ATA. Gli aspiranti devono dichiarare di aver conseguito la CIAD, certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, requisito necessario per rimanere in graduatoria e richiesto a tutti i profili ad eccezione del collaboratore scolastico.
La CIAD si può inserire fino al 9 maggio 2025 (nell’avviso era apparsa inizialmente la data del 15 maggio).
La scadenza per il conseguimento della CIAD resta ferma al 30 aprile.
Chi non ha il certificato può inserire la data dell’esame.
Chi non consegue la CIAD entro il 30 aprile decade dalle graduatorie.
Come inserire la CIAD
La domanda può essere presentata dagli aspiranti attraverso l’applicazione “Istanze on Line (POLIS)” previo possesso delle credenziali SPID/CIA, o, in alternativa, di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”.
Nella domanda i candidati dichiarano:
Contatta la segreteria per una consulenza personalizzata:
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La prova orale si svolgerà da metà maggio. Il percorso formativo di Eurosofia, è articolato in 10 incontri tematici con un taglio operativo e concreto, ed è tenuto da formatori DSGA esperti del settore scolastico.
Inoltre in omaggio il minicorso intensivo di informatica e inglese.
I posti messi a bando, ricordiamo, sono 1435, vedremo dai dati ufficiali forniti dal Ministero se si riuscirà a coprirli o ne rimarranno scoperti.
La prova orale consiste in:
La prova orale ha una durata massima di 50 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi previsti dalla normativa vigente, e può essere svolta in videoconferenza, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali, garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che assicurino la pubblicità della stessa, l’identificazione dei partecipanti, nonché la sicurezza delle telecomunicazioni e la loro tracciabilità.
PREPARATI CON EUROSOFIA.
A seguito delle numerosissime mail da parte dei nostri corsisti stiamo attivando un nuovo percorso specifico. Le possibilità di vincere sono aumentate, puoi fare la differenza con il supporto giusto.
Corso intensivo online interamente dedicato alla preparazione della prova orale del concorso DSGA 2025, con un taglio operativo e concreto.
Gli aggiornamenti relativi all’attività del Dsga, sono già disponibili sulla piattaforma.
Calendario incontri, relatori e programma a questo link:https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
Obiettivi del corso
Modalità di svolgimento
Tutti gli incontri si terranno sulla piattaforma Zoom. I link di accesso saranno disponibili all’interno della piattaforma di formazione.
Le lezioni in diretta possono essere seguite in differita poiché caricate in piattaforma con i rispettivi materiali.
PROGRAMMA – CONTENUTI MODULI – FORMATORI
(TUTTI GLI INCONTRI, SALVO IMPREVISTI, SI TERRANNO DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.00)
Data
Docente
Titolo Lezione
Descrizione
RINVIATO
Margherita Genduso
La gestione degli acquisti su MEPA e CONSIP
Approfondimento teorico e pratico sulla gestione degli acquisti tramite le piattaforme MEPA e CONSIP da parte delle istituzioni scolastiche. Focus sugli adempimenti del Dirigente Scolastico e del DSGA, con l’analisi di modelli documentali utili.
24/04/2025
Alberico Sorrentino
Contrattazione integrativa d’istituto
Esame delle fasi e degli strumenti della contrattazione integrativa nelle scuole, con attenzione alle novità introdotte dal CCNL 2019-2021. Utilizzo di modelli e casi pratici.
28/04/2025
Federica Colantuoni
Il programma annuale: gestione contabile e finanziaria
Approfondimento delle attività connesse alla predisposizione del programma annuale scolastico, con particolare attenzione agli adempimenti contabili e finanziari di DS e DSGA. Analisi di modelli e strumenti operativi.
30/04/2025
Vincenzo Sorrentino
Contrattualizzazione personale e ricostruzioni di carriera
Approfondimento sulle procedure di contrattualizzazione e ricostruzione di carriera. Competenze su nomine, presa di servizio e inquadramento stipendiale secondo normativa vigente e piattaforme ministeriali. Comprende approfondimento sulle procedure disciplinari applicabili a docenti e ATA.
02/05/2025
Margherita Genduso
Acquisti fuori MEPA: affidamento diretto e procedura negoziata
Analisi delle modalità di acquisto fuori dalle piattaforme MEPA e CONSIP, con focus sull’affidamento diretto e sulle procedure negoziate senza bando. Approfondimento sugli obblighi di DS e DSGA, con supporto di esempi pratici.
06/05/2025
Giovanni Menditto
Il conto consuntivo: aspetti teorici e pratici
Approfondimento delle fasi operative e contabili legate alla predisposizione del conto consuntivo scolastico. Focus sugli obblighi del DSGA e sull’utilizzo di modelli contabili di riferimento.
08/05/2025
Giovanni Menditto
Pagamento dei compensi accessori: cedolino unico e bilancio
Esame teorico e operativo della gestione dei compensi accessori finanziati tramite fondo MOF e bilancio scolastico. Discussione di casi pratici, tabelle di pagamento.
09/05/2025
Tobia Ciaglia
Il piano delle attività del personale ATA
Analisi teorico-pratica della gestione del personale ATA attraverso il piano delle attività. Approfondimento sugli obblighi del DSGA e sugli strumenti documentali di supporto.
12/05/2025
Stefano Ragone
Gestione inventariale dei beni scolastici
Esame approfondito degli aspetti teorici e operativi della gestione dell’inventario dei beni scolastici. Particolare attenzione agli obblighi del DSGA e all’utilizzo di modelli documentali.
Da definire
Alberico Sorrentino
Redazione degli atti istruttori
Esame delle principali tipologie di atti istruttori utilizzati nella gestione amministrativa e contabile delle scuole, con riferimento alla documentazione e alla corretta redazione.
NB. A supporto della preparazione sono stati inseriti materiali delle precedenti edizioni.
Materiali e risorse disponibili
Costi
Come iscriversi
L’iscrizione agli incontri è semplicissima, dovrà cliccare su REGISTRATI se non è in possesso di un profilo sulla piattaforma Eurosofia o su LOGIN se già in possesso, in questa pagina: https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
CONSEGUIMENTO CIAD
Mettiamo a disposizione di tutti gli utenti che si iscrivono al corso di preparazione alla prova orale, la certificazione CIAD ad un costo agevolato di 150,00€ (anziché 189,00€).
Sono previste 9 sessioni di esame giornaliere
Tutti i dettagli in questa pagina:https://www.e-sofia.it/paginaprincipale/corso.html?id=1472
Non perdere questa occasione! Riprogetta il tuo futuro. Contatta la segreteria per una consulenza personalizzata:
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Oggi 29 aprile 2025 sono stati approvati dal MUR i decreti di attivazione dei percorsi INDIRE.
Il DM 75/2025 è riservato ai docenti in possesso del prescritto titolo di accesso allo specifico grado/classe di concorso e che hanno svolto, nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti.
Il DM 77/2025 è riservato esclusivamente a coloro i quali abbiano superato, presso un’università estera legalmente accreditata nel paese di origine, o altro organismo abilitato all’interno dello stesso, un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1500 ore o, in alternativa, idoneo al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
Coloro i quali al momento della presentazione della domanda non abbiano conseguito una annualità di servizio nel relativo posto di Sostegno, devono conseguire 48 crediti formativi, di cui 12 relativi all’attività di tirocinio; chi invece ha conseguito la richiesta annualità di servizio devono conseguire 36 crediti formativi, intendendosi assolto, con il servizio effettivo, il tirocinio.
Le attività formative relative agli insegnamenti si svolgono in modalità telematica, comunque sincrona; è consentita la modalità asincrona per una percentuale non superiore al 10 per cento delle ore previste per tali insegnamenti. I laboratori sono svolti esclusivamente in modalità sincrona.
Le assenze sono consentite nella misura massima del 10 per cento sul totale delle attività. Non è previsto il riconoscimento di Crediti Formativi relativi ad altri percorsi di studio accademici.
Sono previsti esami in presenza al termine di ciascun insegnamento e di ciascun laboratorio, con valutazione in trentesimi. Gli esami si intendono superati con voto non inferiore a 18/30.
I percorsi si concludono con l’esame finale che consiste in un colloquio, da svolgersi in presenza, su un elaborato scritto concernente lo studio di un caso a scelta del corsista, in relazione all’esperienza professionale svolta in ambito scolastico, con particolare riguardo al quadro teorico di riferimento, alle scelte metodologico-didattiche adottate e all’uso di risorse e strumenti digitali che favoriscono l’inclusione.
Eurosofia e E-SOFIA, in attesa della pubblicazione dei bandi delle università convenzionate, sono a vostra disposizione per verificare l’accesso ai percorsi in base alle varie casistiche, visita la seguente pagina e compila il seguente form per una consulenza.
I COBAS SCUOLA hanno convocato per il 7 maggio lo sciopero nazionale della scuola per l’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado con manifestazioni che si terranno a livello provinciale, con particolare riguardo a quella che si svolgerà a Roma a viale Trastevere (ore 9.30) di fronte al MIM.t
CONTRO le prove INVALSI e le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1°grado. PER investimenti concreti nella scuola pubblica e il ritiro immediato delle Nuove indicazioni
· Le prove INVALSI non hanno determinato alcun sviluppo positivo nel sistema educativo, visto che dagli stessi Rapporti INVALSI emergono crescenti disparità territoriali e socioeconomiche; non possono misurare competenze poiché sono costituite da test decontestualizzati a risposta chiusa o aperta univoca; l’utilizzo di test per misurarne l’acquisizione contraddice il concetto stesso di competenza. Ciò ne annulla la loro stessa validità; infine, hanno diffuso nelle scuole la pratica del teaching to test, sottraendo tempo e attenzione alla didattica attiva ed esperienziale, fondamentale per sviluppare pensiero critico, autonomia culturale ed emotiva.
· Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 presentano una forte impostazione eurocentrica,che ignora l’interdipendenza culturale e scoraggia l’assunzione di prospettive plurali, fondamentali in una società multiculturale; rimandano a un modello educativo autoritario, nozionistico e selettivo; valorizzano i talenti individuali in chiave competitiva, a scapito di cooperazione e solidarietà; descrivono la violenza di genere come una “triste patologia”, invece che il risultato di dinamiche radicate della società; propongono l’“educazione del cuore” per contrastare la violenza di genere, ignorando l’educazione all’affettività, al rispetto delle differenze; limitano i luoghi di sviluppo della persona alla scuola e alla famiglia, negando i processi di apprendimento che avvengono in una molteplicità di contesti interconnessi; si fondano su un impianto nozionistico, con lunghe liste di conoscenze disciplinari da acquisire e moduli di apprendimento interdisciplinari che minano di fatto la libertà di insegnamento.
– Per tutte queste ragioni, oggi una risposta forte come uno sciopero nazionale, accompagnato da iniziative di piazza, è un passaggio fondamentale, e invitiamo dunque docenti ed ATA. studenti e famiglie, associazioni culturali e di categoria, collettivi e altre organizzazioni sindacali a partecipare. A Roma alle ore 9.30 tutti/e al MIM a Viale Trastevere.
Esecutivo nazionale COBAS Scuola
È stato pubblicato il Decreto n. 77 del 24 aprile 2025, in allegato, a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito e dal Ministro dell’Università e della Ricerca, che istituisce i percorsi di specializzazione universitaria e con l’Indire per le attività di sostegno riservati a chi ha conseguito il titolo estero.
Possono iscriversi ai percorsi di formazione esclusivamente coloro i quali abbiano superato, presso un’università estera legalmente accreditata nel paese di origine, o altro organismo abilitato all’interno dello stesso, un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1500 ore o, in alternativa, idoneo al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
L’iscrizione ai percorsi di formazione è subordinata alla rinuncia ad ogni istanza di riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero sia pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
La rinuncia è comunicata al Ministero dell’Istruzione e del merito esclusivamente con le seguenti modalità:
– tramite apposita piattaforma “Riconoscimento professione Docente”, in caso di istanze per il riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno, formulate all’Amministrazione attraverso la predetta piattaforma;
– tramite posta elettronica certificata, in caso di istanze per il riconoscimento del percorso formativo svolto all’estero sul sostegno, presentate all’Amministrazione in formato cartaceo.
L’importo del percorso di specializzazione è determinato:
– nella misura massima di euro 1.500,00 (millecinquecento/00) per coloro che devono conseguire, 48 credit;
– nella misura massima di euro 900,00 (novecento/00) per coloro che devono conseguire 36 crediti.
Per conoscere la nostra posizione vi invitiamo a consultare i seguenti link:
Sostegno: il CSPI boccia a larga maggioranza il percorso per i titoli esteri – UILSCUOLAL'articolo Corsi sostegno per chi ha conseguito il titolo estero. Pubblicato il decreto proviene da UILSCUOLA.
“La circolare del ministero dell’istruzione e del merito sulle verifiche in classe e sui compiti a casa – emanata ieri – a firma del Ministro Valditara rappresenta un atto ingerente e un attacco all’autonomia professionale degli insegnanti, che deve invece essere rispettata, garantita e tutelata. E’ il commento del Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, intervistato questa mattina da Studio Aperto (Italia 1).
Ogni docente – ricorda il Segretario – conosce profondamente la propria classe e sa calibrare verifiche e compiti in funzione delle reali esigenze educative e formative degli studenti.
Tentare di imbrigliare questa libertà con prescrizioni rigide, come l’obbligo di annotare compiti anche sul diario personale o il divieto di inserire compiti nel registro elettronico in tempi ravvicinati, significa non solo mancare di fiducia nella professionalità dei docenti, ma anche ridurre la loro capacità di adattarsi in modo flessibile all’andamento quotidiano delle attività didattiche.
La scuola giusta – sottolinea D’Aprile – è quella che lascia spazio alla responsabilità e alla libertà di insegnamento dei docenti, riconoscendo che l’istruzione non può essere incasellata in imposizioni dall’alto.
Se davvero si vuole migliorare il benessere degli studenti, è necessario sostenere e rafforzare l’autonomia didattica, anche attraverso decisioni condivise all’interno degli organi collegiali. Non bisogna comprimerla con interventi che rischiano di svilire il ruolo degli educatori che, invece, regolano i tempi dell’insegnamento e delle attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento dei propri alunni”, conclude.
L'articolo Circolare Valditara, D’Aprile: “L’autonomia degli insegnanti deve essere rispettata, garantita e tutelata” proviene da UILSCUOLA.
Il giovane sindacato Anief, forte anche del consenso ottenuto nel corso delle recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu, torna con forza a reclamare i diritti di coloro che - docenti e Ata - si spendono ogni giorno affinché la scuola possa essere un posto migliore.
“Sono misure che reputiamo indispensabili, perché la valorizzazione di una categoria di lavoratori passa anche per il riconoscimento di taluni diritti. Per quanto riguarda la mobilità abbiamo chiarito in Commissione come sia importante garantire anche quella orizzontale e verticale, pure per il personale scolastico. Stiamo parlando quindi della mobilità intercompartimentale che è vietata solo al personale scolastico e stiamo parlando anche di quell'abolizione dei vincoli sulla mobilità poiché la continuità didattica si ottiene attraverso la stabilizzazione dei posti di lavoro e non attraverso i vincoli imposti a coloro che hanno avuto un'assunzione, spesso a molti chilometri da casa e devono scegliere tra il lavoro e la famiglia. Bisogna, invece, cercare di aiutare i lavoratori a non rinunciare ai loro affetti, in particolare modo in quella scuola italiana che vive il più alto tasso di pendolarismo”, ha detto Marcello Pacifico nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa.
Per quanto riguarda invece gli stipendi del personale scolastico, il presidente Anief ha aggiunto – in un’altra dichiarazione espressa sempre ai microfoni di Teleborsa – che "poiché in questo momento la Camera dei Deputati sta approvando il decreto PA, che prevede aumenti salariali persino per i dipendenti dei ministeri – e forse anche per quelli dei comuni e delle regioni – riteniamo che anche nel decreto Scuola debbano essere previste risorse dedicate. In particolare, chiediamo che vengano stanziati nuovi fondi e allocate le risorse già disponibili per incrementare gli stipendi del personale scolastico. Tra le misure da adottare proponiamo l’introduzione di indennità specifiche: un’indennità di trasferta per tutti i lavoratori fuori sede e un’indennità per coloro che hanno più di 36 mesi di servizio, oggi riconosciuta solo in caso di ricorso giudiziario. Inoltre, chiediamo che vengano garantiti i buoni pasto, come già avviene per il resto del personale della pubblica amministrazione, e che venga ripristinato il primo gradino stipendiale, come ha recentemente sancito la Cassazione in una causa vinta dall’Anief. Tutto questo rappresenterebbe un primo passo importante verso l’obiettivo di allineare gradualmente gli stipendi del personale scolastico a quelli degli altri dipendenti pubblici. È significativo ricordare che, fino a qualche anno fa, i salari del personale ministeriale erano inferiori a quelli della scuola, mentre oggi risultano superiori di circa 6.000 euro all’anno, ovvero 500 euro in più al mese” ha detto infine il leader Anief, Pacifico.
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Il tribunale di Modena ha emanato una sentenza positiva in favore del giovane sindacato Anief: gli avvocati dell’organizzazione sindacale - Lo Bue Irene, Miceli Walter, Ganci Fabio e Rinaldi Giovanni – hanno fatto ottenere al ricorrente la somma spettante.
Come si legge dalla sentenza, il collaboratore scolastico era assunto “con plurimi contratti a tempo determinato stipulati negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022, rispettivamente dal 8/10/2020 al 5/6/2021 e dal 24/9/2021 al 17/6/2022”. Non aveva “percepito il compenso individuale accessorio (€ 66,90 lordi mensili), indennità prevista dall’articolo 25 del CCNI del 31.08.1999, corrisposta dal Ministero convenuto esclusivamente al personale ATA di ruolo e al personale ATA precario che abbia stipulato contratti a tempo determinato di durata annuale con scadenza al 31 agosto o al 30 giugno, in violazione del principio di non discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato, di derivazione eurounitaria”.
Il giudice ha quindi affermato che “il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda ed eccezione disattesa: dichiara il diritto del ricorrente a percepire il compenso individuale accessorio, previsto dall’art.25 del CCNI del 31.08.1999, in relazione al servizio prestato in forza dei contratti a tempo determinato stipulati negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022 con il Ministero convenuto e Condanna il Ministero dell'Istruzione e del Merito al pagamento in favore di parte ricorrente delle differenze retributive maturate a titolo di CIA per gli anni scolastici di cui al punto che precede, in ragione dei giorni di lavoro effettivamente svolti e quantificabili al momento del ricorso in € 1.354,60, oltre interessi legali o, se maggiore, rivalutazione monetaria, ai sensi dell’art. 22 comma 36 l.n.724/1994, relativo ai crediti dei pubblici dipendenti, dalla data di maturazione di ciascun incremento retributivo fino al saldo; Condanna il Ministero dell'Istruzione e del Merito al pagamento delle spese di lite, liquidate in € 1.030, oltre rimb. forf., IVA e CPA, da distrarsi ex art. 93 c.p.c.”.
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Un documento di analisi prodotto da SGB che nel rifiutare ogni tipo di guerra, sia militare o commerciale, lancia l’idea di una mobilitazione che caratterizzi l’azione pacifista del movimento dei Lavoratori e delle Lavoratrici contro il bellicismo della classe politica nazionale e del sindacalismo di regime:
guerra_commerciale_ultimaDownloadL'articolo L’unione europea tra la guerra commerciale di Trump e la guerra militare alla Russia proviene da Sindacato Generale di Base.
È iniziato presso la 7ª Commissione permanente del Senato (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) l’iter di conversione del decreto-legge 7 aprile 2025...
"Dopo le prime proiezioni sui risultati delle elezioni dei rappresentanti Rsu per il prossimo triennio, svolte a metà marzo, giungono ulteriori conferme: il sindacato Anief fa registrare il più alto incremento di voti tra i rappresentativi, aumentando di 20 mila voti e del 2% rispetto alla precedente tornata elettorale.
A questo punto, si attende l'esito della rilevazione delle deleghe per capire se il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha superato anche la Gilda degli Insegnanti. Ad ogni modo, di certo l'Anief è stato l'unico sindacato tra gli autonomi a crescere, ma anche ad avere fatto registrare un consenso superiore in termini di nuovi voti rispetto a quello raggiunto assieme da Flc-Cgil e Uil Scuola. Poco sotto tutti gli altri. I risultati che si stanno profilando sono davvero ottimi - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, non posso che dire grazie a tutte le elettrici e agli elettori che hanno apprezzato la coerenza, la competenza, la voglia di cambiare che il nostro sindacato ormai interpreta da anni. La crescita dell'Anief del 30% dei voti rispetto alle elezioni del 2022 dimostra l'apprezzamento per un'attività sindacale che è stata premiata. Ma un grazie va anche a tutta la struttura Anief per i sacrifici affrontati per la crescita del sindacato e la costruzione di una società più giusta. Alla fine, su 975 mila voti di insegnanti e personale Ata, per eleggere le nuove Rsu, potrebbero essere 80 mila quelli andati ad Anief, che in questo modo probabilmente salirebbe dal 6,7% a sopra il 9% di rappresentatività", conclude il leader del giovane sindacato.
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Quando si analizza la questione della Carta del docente da dare anche ai precari occorre verificare “ciò comporta sotto il profilo della cura della parità di trattamento in questo ambito. È allora evidente che l’avere il legislatore riferito quel beneficio all’ “anno scolastico” non consente di escludere da un’identica percezione di esso quei docenti precari il cui lavoro, secondo l’ordinamento scolastico, abbia analoga taratura. Quanto appena detto consente dunque di dire, muovendosi lungo i concetti propri della Corte di Giustizia, che sono proprio le ragioni obiettive perseguite dal legislatore, sotto il profilo del sostegno alla didattica annua, ad impedire che, quando si presenti il medesimo dato temporale, il beneficio formativo sia sottratto ai docenti precari. Essi, infatti, allorquando svolgano una prestazione lavorativa pienamente comparabile, devono consequenzialmente ricevere analogo trattamento”. A scriverlo, quattro giorni fa, è stato il tribunale del lavoro di Roma, che ha ripreso la Suprema Corte di Cassazione che con la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023, emessa a seguito di rinvio pregiudiziale ex art. 363 bis c.p.c., spiegando di condividerne “le motivazioni ex art. 118 disp. att. c.p.c.”. La posizione del tribunale romano è stata presa a seguito del ricorso presentato dai legali Anief in difesa di un insegnante a cui è stata negata “la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente per gli anni scolastici 2020/21 e 2023/24” durante i quali aveva svolto delle supplenze annuali: il giudice del lavoro ha dunque dato ragione agli avvocati e fatto avere al docente i 1.000 euro inizialmente negati.
La sentenza della Suprema Corte, ha scritto il tribunale di Roma, risulta poi importante perché “ha poi tracciato le linee delle cd “ragioni oggettive” che giustificherebbero nel caso di specie la disparità di trattamento tra docenti di ruolo e precari”. Inoltre, riporta ancora la sentenza di Roma riprendendo la Cassazione, “sul concetto della cd. “didattica annua” e, quindi, in relazione al profilo meramente temporale, la Corte con la sentenza in rassegna ha ritenuto che l’annualità didattica richiesta dal legislatore ai fini dell’attribuzione della carta elettronica fosse soddisfatta in caso di supplenze annuali ex art. 4 commi 1 e 2 della legge 124/1999: “ Il comma 1 di tale disposizione prevede che «alla copertura delle cattedre e dei posti di insegnamento che risultino effettivamente vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre e che rimangano prevedibilmente tali per l’intero anno scolastico (c.d. vacanza su organico di diritto, n.d.r.), qualora non sia possibile provvedere con il personale docente di ruolo delle dotazioni organiche provinciali o mediante l’utilizzazione del personale in soprannumero, e sempreché ai posti medesimi non sia stato già assegnato a qualsiasi titolo personale di ruolo”.
La conseguenza è che “c’è necessità di rimuovere la discriminazione subita dall’assunto a tempo determinato riconoscendo il diritto alla carta docente in modo identico a quanto previsto per il docente di ruolo”. Come pure non è motivo di esclusione l’assegnazione di meno ore settimanali d’insegnamento: “Quanto poi al regime orario, la Suprema Corte ha rilevato che la limitazione di talune supplenze ad uno spezzone orario, ma sempre su base settimanale, non sia di ostacolo al riconoscimento del beneficio, tenuto conto che la prestazione di un docente in part time settimanale, nelle sue varianti orizzontale (meno ore tutti i giorni) e verticale (lavoro solo su alcuni giorni) “si tara” pur sempre sull’intero anno scolastico e, dunque, ben può rientrare nel concetto di didattica "annua". Del resto, il minor numero di ore che il docente è chiamato a svolgere non si accompagna necessariamente ad una minore o diversa esigenza di autoformazione e/o aggiornamento”.
“Ne consegue – conclude il tribunale di Roma - che, alla luce del principio di diritto espresso dalla Suprema Corte nella sentenza sopra richiamata (n. 29961/2023), al quale come premesso questo Ufficio ritiene di aderire, va disapplicata la normativa interna contrastante con quella comunitaria e per l’effetto va dichiarato il diritto della ricorrente ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui tramite la carta elettronica di cui all’art. 1 comma 121 della l. n. 107/2015 con condanna del Ministero convenuto all’attribuzione del relativo vantaggio economico”.
“Ancora una volta sulla card del docente per l’aggiornamento vale come oro colato la sentenza della Suprema Corte di Cassazione dell’ottobre 2023 – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che allarga tale supporto, utile alla formazione obbligatoria, anche il personale precario. E pure quello con orario settimanale non completo. Ne consegue che la Carta del docente da 500 euro ad anno scolastico va data anche nei casi in cui le supplenze siano temporanee. Ecco perché consigliamo di presentare ricorso gratuito con Anief, con la possibilità di ricevere fino a 3.500 euro, facendo però attenzione a non superare cinque anni dalla sottoscrizione della nomina”.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI ROMA
P.Q.M.
Il Giudice del lavoro del Tribunale di Roma, definitamente pronunciando ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione disattesa, così provvede:
1) Accoglie il ricorso e per l’effetto accerta il diritto della parte ricorrente ad usufruire per gli anni scolastici 2020/21 e 2023/24della Carta elettronica del docente ex art. 1 comma 121 della legge 107/2015;
2) Condanna il Ministero dell’Istruzione ad attribuire alla ricorrente il beneficio economico di importo nominale pari ad € 500.00 annui tramite la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente;
4) Condanna il Ministero dell’Istruzione al pagamento in favore del procuratore antistatario delle spese di lite, liquidate nella complessiva somma di
€ 400,00, oltre spese generali al 15%, IVA e CPA come per legge; Roma, 24.4.2025
La Giudice Dott.ssa XXXX XXXX
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Tutte le supplenze di lungo termine svolte nell’anno scolastico vanno considerate utili per l’assegnazione della Carta del docente: anche quelle che riguardano eventuali “servizi temporanei fino al termine delle attività didattiche” su orari settimanali ridotti: lo ha ribadito la Corte di appello di Venezia, sezione Lavoro, nell’accogliere il ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di una docente di scuola del primo ciclo da cui il tribunale del Lavoro del Tribunale di Belluno, con sentenza pubblicata il 30 gennaio 2024, aveva accolto il risarcimento solo per due dei cinque anni di lavoro svolti come precaria tra il 2017 e il 2022 escludendo le tre annualità svolte a seguito di contratto di tipo temporaneo, fino al termine delle attività didattiche, anziché di tipo annuale, di cui una parte solo per 6 o 9 ore di insegnamento settimanale.
Il giudice del capoluogo veneto ha dapprima ripercorso la normativa e l’ampia casistica di sentenze che hanno contrassegnato la questione della Carta docente fino ad creare una vera e propria giurisprudenza: in particolare, ha fatto riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione dell’autunno 2023, nella quale è stato scritto che “per i docenti di ruolo” si “giustifica l'estinzione del diritto alla fruizione del bonus quando il servizio venga meno”, mentre “nel caso di docenti precari cui la Carta non sia stata attribuita tempestivamente, impone di connettere l'effetto estintivo non all'ultimarsi della supplenza, ma alla fuoriuscita di essi dal sistema scolastico”. Dunque, ha scritto ancora il giudice nella sentenza “alla luce dei principi sanciti dalla Suprema Corte, a cui il Collegio aderisce, non essendo state addotte in questa sede ragioni per discostarsene anzi dimostrando le parti di condividerli, il beneficio per cui è causa spetta alla XXXXX anche con riferimento agli aa.ss. 2018/2019, 2019/2020 e 2021/2022”.
“La sentenza di Venezia sui contratti temporanei – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si basa sulla posizione della Corte di Cassazione che estende la possibilità di fare avere la Carta del docente anche a chi ha svolto supplenze non annuali sulla carta, ma di fatto comunque tali. Come Anief, lo abbiamo sempre detto: la Carta del docente va assegnata anche nei casi in cui le supplenze siano temporanee. Questo significa – conclude il presidente del giovane sindacato – che si allarga ulteriormente la platea di chi può accedere ai 500 euro annui con gli interessi maturati presentandoricorso gratuito con Anief, con la possibilità di ricevere fino a 3.500 euro, facendo però attenzione a non superare cinque anni dalla stipula del contratto a tempo determinato”.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI VENEZIA
P.Q.M.
La Corte, definitivamente pronunciando nella causa in epigrafe, rigettata ogni diversa istanza, eccezione e domanda, così provvede:
La Corte, definitivamente pronunciando nella causa in epigrafe, rigettata o assorbita ogni diversa istanza, eccezione e domanda, così provvede:
- in accoglimento dell’appello ed in parziale riforma della sentenza impugnata (limitatamente ai capi 1 e 3 del dispositivo), accerta, alle condizioni e limiti di cui al capo 1 del dispositivo della sentenza appellata, il diritto della parte appellante alla Carta Docente di cui all’art. 1, comma 121, L. 107/2015 anche per gli anni scolastici 2018/2019, 2019/2020 e 2021/2022;
- condanna il Ministero alla rifusione delle spese processuali di primo grado in favore della parte appellante che liquida in € 1.030,00 per compenso professionale, oltre spese generali, IVA e CPA, da liquidarsi a favore del procuratore dichiaratosi antistatario.
- condanna la parte appellata alla rifusione delle spese sostenute dalla parte appellante nel presente grado di giudizio a tale titolo liquidando la complessiva somma di € 962,00 per compensi e di € 73,50 per spese oltre a spese generali e accessori di legge (iva e cpa) con distrazione in favore dei difensori.
Venezia, 24 aprile 2025.
Il Presidente dott. XXXXX XXXX
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Oggi, 28 aprile, si celebra la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro promossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Si ritiene dunque che sia l’occasione giusta per condividere con i soci gli esiti di una recente battaglia condotta dall’ANP a tutela della salute e della sicurezza dei dirigenti scolastici.
La vicenda si iscrive in una cornice nota: l’ambigua collocazione dei dirigenti scolastici all’interno del D.Lgs. n. 81/2008 dove figurano sia come datori di lavoro sia come lavoratori. Il che finisce, nei fatti, per privare i colleghi delle specifiche tutele dei lavoratori medesimi: su tutte, la valutazione dei rischi cui sono esposti, ivi compreso lo stress lavoro correlato, nonché l’apprezzamento circa la necessità o meno della sorveglianza sanitaria.
Sospesa in un simile “limbo”, una dirigente scolastica, neo-madre, aveva presentato istanza all’Ispettorato territoriale del lavoro, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, lettere b) e c) del D.Lgs. n. 151/2001, al fine di ottenere l’interdizione dal lavoro fino al settimo mese dal parto ed era finita al centro di un rimpallo di competenze tra USR e Ispettorato stesso. Quest’ultimo, infatti, richiedeva di acquisire il parere del medico competente sulla compatibilità tra lo stato di allattamento e l’attività lavorativa. A una simile richiesta, sia il medico competente dell’USR, quale datore di lavoro, sia quello dell’istituzione scolastica di titolarità della dirigente hanno negato la propria competenza in merito: l’Ispettorato si determinava, quindi, a rigettare l’istanza di interdizione dal lavoro post partum.
A fronte di una simile assurda vicenda che ha negato alla dirigente, addirittura, la possibilità che venisse operata una valutazione di compatibilità tra la propria attività lavorativa e la condizione dell’allattamento, l’ANP ha deciso di intervenire sostenendone il ricorso innanzi al TAR per ottenere l’annullamento del provvedimento dell’Ispettorato. Il diniego è stato impugnato denunciando difetto di istruttoria e di motivazione, in particolare perché basato sulla mancata produzione del parere del medico competente.
Il TAR Lazio, sezione V-ter, ha accolto il ricorso sancendo in modo chiaro che:
All’esito di tale pronuncia, la collega ha finalmente ottenuto la concessione dell’interdizione post partum richiesta.
Questa vittoria, fortemente voluta dall’ANP, segna un deciso passo avanti nella tutela della salute e della sicurezza dei dirigenti scolastici perché è l’inconfutabile affermazione della loro sottoposizione alle disposizioni previste per la generalità dei lavoratori e della irrilevanza, in tale ottica, delle peculiarità che ne caratterizzano la posizione. Il giudice amministrativo ha inoltre evidenziato che – nel caso di specie – il parere del medico competente non era stato prodotto a causa del conflitto negativo di competenza tra quello dell’USR e quello dell’istituzione scolastica e dunque, a maggior ragione, tale evenienza non poteva tradursi in un danno per la dirigente.
L’ANP chiede adesso, anche alla luce della nostra recente indagine sullo stress lavoro correlato dei dirigenti, che la questione della tutela della salute e della sicurezza dei colleghi acquisisca la centralità che merita, con l’apertura del confronto già invocato nella riunione tenutasi presso il MIM lo scorso 2 aprile.
Nessun dirigente deve essere più costretto a ricorrere al giudice per ottenere tutele consustanziali alla condizione di lavoratore. Lo status dirigenziale non può e non deve essere utilizzato come giustificazione per negare un diritto fondamentale.
Continueremo a insistere su questo punto cruciale, ritenendolo essenziale per la qualifica dirigenziale.
L'articolo Una vittoria di ANP in difesa della salute e della sicurezza dei dirigenti scolastici proviene da ANP.
Nello stesso luogo che il 30 aprile del 1950 ne vide la nascita, il teatro Adriano di Roma, la CISL celebra il suo 75° compleanno con una iniziativa che vedrà la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Lo slogan scelto per l'evento, che richiama i principi ispiratori della CISL, è “La forza del lavoro, il valore della persona”.
La giornata si aprirà alle ore 10.00 con la presentazione del francobollo realizzato da Poste Italiane per commemorare la nascita del sindacato di via Po.
Seguirà una lettura dell'articolo 2 dello Statuto CISL, quello che ne contiene i principi fondativi, da parte di Luca Fiorino, attore e delegato CISL. Sarà poi la volta di Aldo Carera, Presidente della Fondazione intitolata a Giulio Pastore, fondatore e primo Segretario Generale della Cisl, che ricorderà il significato e il valore di un evento (Un vero manifesto politico) destinato a segnare la storia del sindacalismo democratico italiano.
Successivamente alcuni giovani sindacalisti si confronteranno su “19 parole” che caratterizzano l’identità sindacale della CISL.
Sarà quindi trasmesso il contributo video "leri come oggi, le ragioni del sindacato nuovo".
Concluderà la manifestazione Daniela Fumarola, Segretaria Generale CISL.
Allegati: Programma_75_anniversario_cisl_02.pdfCategoria: NotizieTags: Iniziative e manifestazioniPolitiche confederaliRicorrenze