Si comunica che venerdì 2 maggio la sede nazionale Anief di Palermo sarà chiusa
Di Alessandro Giuliani 20/04/2025
“In Italia una maestra laureata guadagna come una donna delle pulizie, con tutto il rispetto per queste lavoratrici che comunque svolgono un lavoro meritevole ma per il quale non è di certo richiesto il possedimento della laurea”. A dirlo alla ‘Tecnica della Scuola’ è Piero Bernocchi, storico portavoce nazionale dei Cobas.
Nel corso della video-intervista alla testata specializzata, il sindacalista di base rimarca anche che “nella scuola primaria, come se non bastasse, le maestre lavorano anche di più delle colleghe della secondaria di primo e secondo grado ma a fine mese guadagnano meno”.
“È uno dei problemi e delle discriminazioni della scuola moderna, che è arrivato il momento di superare: è un dato di fatto che oggi i docenti sono praticamente tutti laureati e non si comprende più i motivi di questa differenza di trattamento”, conclude Piero Bernocchi.
In premessa riteniamo non eludibile la necessità di maggiore tempo per meglio capire, riflettere ed analizzare la portata delle Indicazioni nazionali 2025. Un’esigenza che, a nostro avviso, riguarda anche le scuole chiamate ad esprimere un questionario di gradimento in un lasso di tempo troppo breve (la ridotta proroga non rappresenta una soluzione). Siamo in presenza di un testo che richiede una necessaria approfondita analisi sulle ripercussioni nei processi educativi, nella didattica e anche sugli aspetti di cultura generale che rappresentano il presupposto a tutto il documento.
Riteniamo, inoltre, che sarebbe stato necessario un coinvolgimento capillare degli attori della scuola da cui ricavare suggerimenti e pratiche che hanno rappresentato successi formativi da cui trarre indicazioni.
Negli anni si sono evidenziate molteplici interventi nel mondo della scuola che hanno spinto ogni governo e relativo Ministro dell’Istruzione a caratterizzare la loro azione introducendo, ognuno, pezzi di riforma scolastica a volte in contraddizione con quelle precedenti o, addirittura, stravolgendo quanto fatto dai precedenti governi e ministri competenti.
Attualmente non abbiamo assistito ad un “patto”, come avvenuto nel 2012, sul quale far convergere maggioranza e opposizione che insieme agli studiosi e specialisti della pedagogia e dei sistemi scolastici, agli insegnati e ai Dirigenti scolastici fossero in grado di costruire quanto necessario per elaborare le indicazioni nazionali.
Riteniamo, infatti, che le indicazioni nazionali del 2012 rappresentano un lavoro serio che, come è ragionevole, necessita di aggiornamenti e integrazioni che avrebbero dovuto concentrarsi in particolare sulle nuove sfide determinate dal digitale, dall’intelligenza artificiale, dai nuovi modi di comunicare e interagire. Alcuni di questi temi li troviamo nelle linee guida in applicazione della legge sull’educazione civica del 20 agosto 2019, n. 92 che, a nostro avviso, avrebbero potuto raffigurare una buona base di partenza. Una particolare attenzione avrebbe dovuto essere posta all’educazione finanziaria che riteniamo essere un terreno su cui scontiamo un importante ritardo nel contesto dei processi educativi europei.
Quelli su esposti avrebbero dovuto rappresentare le questioni su cui procedere verso un costruttivo aggiornamento delle indicazioni nazionali e soprattutto sarebbe stato necessario che tutti gli attori in campo, a cominciare dal Governo, dal Ministro e dal Parlamento, si apprestassero in modo serio e risolutivo ad affrontare il gravissimo problema strutturale della scuola italiana: il numero inaccettabile di docenti precari (oltre 230.000) che incidono negativamente su uno degli aspetti fondamentali di qualsiasi azione educativa (financo per l’applicazione delle indicazioni nazionali) ovvero la continuità didattica.
Nelle Indicazioni ci si concentra molto sugli ambienti di apprendimento fisici sebbene, a causa dei forti tagli delle risorse finanziarie destinate agli enti locali, non si riesce troppe volte a garantire una manutenzione ordinaria degli edifici e molti di essi sono sprovvisti di palestre; inoltre, con la diminuzione dei posti in organico si procederà inevitabilmente verso la progressiva diminuzione del numero delle classi autorizzate con conseguente innalzamento in esse del numero degli alunni che non troveranno risposte adeguate ai loro bisogni formativi.
Di fronte al tema della denatalità, che rappresenta per la nostra società un dramma in sé, abbiamo l’occasione di trasformarla in un’opportunità: fare una scelta “rivoluzionaria” ovvero la riduzione del numero di alunni per classe, tema non eludibile che si intreccia con la reale efficacia dei processi educativi che le stesse indicazioni nazionali si propongono. Muoversi verso l’obiettivo di 18 alunni per classe dovrebbe essere la meta a cui tutti puntare. Dovremmo tutti impegnarci per far nascere e rendere effettiva una forte volontà politica in tal senso.
A fronte di queste preoccupanti condizioni della scuola questa fretta a definire ex novo le indicazioni nazionali ci appare un tentativo di partire dalla coda invece che dalla testa quest’ultima rappresentata da una condizione oggettiva per cui un docente su 4 è precario, limitazione concreta che rischia di vanificare ogni buon proposito.
È innegabile che dalla lettura complessiva delle premesse culturali si avverte un’impostazione di tipo paternalistico. Il richiamo alla coercizione verso gli alunni sottende ad un’idea che ci sono forze nemiche per cui bisogna difendersi. Dalla lettura delle premesse culturali si avverte un senso di paura per cui occorrono contromisure. Tutto sembra essere un rischio: il digitale, le famiglie che non danno un aiuto alla scuola in termini educativi. Un’impostazione di tal genere, inoltre, non consente un approccio serio, analitico e meditato alla nuova sfida che pone l’intelligenza artificiale.
Nella “Premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni” emerge subito la nozione di “persona” ancorata alla cultura occidentale. La “persona”, di cui si richiama la radice greca e latina di volto, “è una realtà che si costituisce attraverso la possibilità di dire io” (pag. 8). Pur essendo relazione, l’individuo deve essere sempre preminente rispetto al suo essere parte di una comunità. Il “volto” vuole forse richiamare l’appartenenza ad una razza, che nella sua storia ha saputo affermare il principio della libertà, e dunque il riferimento alla cultura occidentale nata “fra Atene, Roma e Gerusalemme”? Sono dunque queste le basi antropologiche per lo sviluppo del senso morale e della comprensione del principio di autorità? Su questo è forse necessario un maggiore approfondimento, per salvaguardare le conquiste in chiave “interculturale” fatte dalla scuola italiano in questi decenni.
Fatte tali premesse non ci esimiamo dall’entrare nel merito di alcuni temi contenuti nelle indicazioni nazionali proposteci:
Persona, scuola e famiglia sono punti di riferimento importanti anche se, come detto, rileviamo una retorica paternalistica, ad esempio, nei confronti delle stesse famiglie: “Va spiegato a bambini e preadolescenti, anzitutto da parte dei genitori, che la nostra Repubblica ha posto la scuola al centro del suo progetto di Paese e che la scuola è un bene sociale comune di inestimabile rilevanza, da tutelare e valorizzare, a cominciare dalle parole usate per parlarne”. A ciò si aggiunge una enfatizzazione relativa agli atti di vandalismo e sulle offese agli insegnanti che implicherebbero riflessioni molto più approfondite e non un’impostazione rivolta prevalentemente ad un’idea generica di rispetto “maxima debetur magistro reverentia”. L’attenzione andrebbe rivolta prevalentemente alla mancanza di ambienti adeguati, mancanza di palestre di aule con strumenti musicali. Ci troviamo di fronte in molti casi in strutture scolastiche dove manca l’agibilità e dove il rispetto per le persone e le cose dovrebbe avere come presupposto “la bellezza” dell’istituzione scolastica.
Si avverte anche la sensazione di volgere verso un ruolo marginale del docente rispetto al processo di apprendimento in sé, quasi che il suo ruolo fosse decisivo solo in relazione al comportamento dell’alunno; viene compresso il diritto alla libertà di insegnamento (art. 33 Costituzione) nel momento in cui si leggono i suggerimenti rispetto ai testi da utilizzare nelle discipline letterarie o i suggerimenti sullo stile di insegnamento da adottare. Un investimento nell’ambiente fisico di apprendimento, senza un investimento prevalente sul capitale umano e professionale, crea una frattura con i contenuti e le competenze da acquisire. Tale accento sugli ambienti di apprendimento sembra finalizzato al tentativo di coniugare strumenti e pratiche didattiche del passato con le nuove tecnologie, ossia “la carta e la penna e la lettura ad alta voce e la convivenza armoniosa di assistenti virtuali”.
Il ruolo di insegnante quale “maestro” è condivisibile, ma riteniamo che nella scuola primaria sarebbe necessario il ripristino di una pluralità di “maestri” attraverso una rinnovata applicazione di un insegnamento modulare e il superamento dell’anacronistico concetto di maestro unico.
Il riferimento al valore della persona che è il soggetto assoluto in una comunità, oltre a richiamare “l’azione della scuola nel promuovere l’identità personale, culturale, relazionale e partecipativa della persona umana” avrebbe dovuto, a nostro avviso, essere completata con la sottolineatura “nel rispetto della diversità di genere, di sesso e di religione”.
Anche sul tema dell’inclusione, prevale la scelta di privilegiare gli ambienti fisici, mettendo in secondo piano i processi culturali come cambiamento. Il riferimento a Comenius, secondo il quale, tutto può essere insegnato a tutti, implicitamente non rispetta le difficoltà e i bisogni educativi di ognuno o di qualcuno. Non compare la figura del docente specializzato, il che porta a pensare che si voglia raggiungere l’obiettivo di un docente unico, che sia curriculare- specializzato allo stesso tempo, a discapito del rapporto 1/1 o 1/2, per favorire gli ausili virtuali in grado di semplificare la personalizzazione degli apprendimenti. Si demolisce, di fatto, la figura del docente specializzato (attualmente docente della classe è bene sottolinearlo) come intermediario dell’inclusione, facilitatore degli apprendimenti e co- protagonista di una relazione affettiva e di fiducia con gli alunni più deboli e le loro famiglie. Sembra quasi che l’inclusione diventi un processo naturale di buone prassi.
Riguardo a scuola e nuovo umanesimo condividiamo, oltre il richiamo importante all’art.3 della nostra Costituzione, l’impostazione, in controtendenza rispetto ad una retorica eccessiva sulle competenze, per cui le competenze assumono un rilievo subordinato laddove si precisa “l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona e dei suoi talenti”. Al contempo rileviamo alcune impostazioni contraddittorie che lasciano spazio a confusione tra i termini “competenze” e “abilità”.
In riferimento alle “guerre terribili” della prima metà del ‘900, proprio perché in premessa al paragrafo Libertà, cura di sé ed etica del rispetto in cui si vuole evidenziare la cultura della libertà che è il valore più caratteristico dell’Occidente, sarebbe stato necessario fare riferimento a chi ha garantito quelle libertà attraverso un sacrificio di milioni di donne e uomini che si sono opposti ai fascismi e in seguito ad ogni forma di totalitarismo come quello sovietico. Altrimenti quelle guerre totali assumono un carattere neutro (altro tema che affronteremo) in cui tutti sono responsabili e nessuno lo è.
Condivisibile in pieno, lapalissiano diremmo, il richiamo a “sviluppare la capacità di pensare in modo critico e autonomo, di riconoscere i diritti e i doveri propri e altrui e di comprendere l’importanza della giustizia e dell’equità nella società”.
Ci appare oscuro la ratio del riferimento alla “comprensione del principio di autorità” in quanto rappresenti una conquista dell’uomo libero. A nostro avviso l’uomo libero è colui che sa mettere in discussione con le proprie capacità critiche anche quel principio che è poi l’ossatura su cui si è costruita la “libertà” dell’Occidente.
Lo studio della Bibbia può essere considerato pertinente nel momento in cui è teso alla delineazione del rapporto tra la scuola di oggi e il nuovo umanesimo:
“La libertà è il valore caratteristico più importante dell’Occidente e della sua civiltà sin dalla sua nascita, avvenuta fra Atene, Roma e Gerusalemme. Ed è il cuore pulsante della nostra democrazia” (Libertà, cura di sé ed etica del rispetto, p. 10 II cpv);
Rileviamo però che per la prima e la seconda classe della scuola primaria lo studio delle radici della cultura occidentale attraverso alcune letture/narrazioni come la Bibbia o l’Odissea, mediante lo studio della differenza tra monarchia e repubblica, i concetti del Risorgimento e lo studio dell’inno di Mameli, rappresentano contenuti culturali, che seppur semplificati, risultano essere complessi per l’età evolutiva del discente, che deve ancora consolidare gli aspetti dell’asse temporale.
Al riguardo, non avendo alcun preconcetto sullo studio della Bibbia, è estremamente necessario che tale studio non risulti:
I fondamenti teorici delineati nelle nuove Indicazioni sembrano orientare la concezione dell’educazione verso un impianto antropologico di matrice cristiana, che si distingue per una visione integrale della persona. Tale scelta, pur riconoscibile all’interno della tradizione culturale italiana, potrebbe essere interpretata come un tentativo di riequilibrio rispetto a impostazioni pedagogiche di ispirazione laica e progressista che hanno avuto ampia diffusione nel dibattito educativo degli ultimi decenni e che riteniamo avere prodotto buoni risultati educativi.
L'articolo Nuove Indicazioni nazionali 2025, il nostro approfondimento proviene da UILSCUOLA.
Il Ministro Valditara ha annunciato ufficialmente che i nuovi percorsi di specializzazione sul sostegno si concluderanno entro il 31 dicembre 2025, come stabilito dal Decreto Legge 74/2024.
Si tratta di una scadenza precisa e non prorogabile, che segna un punto fermo per chi aspira a ottenere questa importantissima qualifica.
Con l’approvazione della Legge 106/2024, il Senato ha confermato che potranno accedere ai corsi due categorie ben definite:
I corsi saranno organizzati da INDIRE, in collaborazione con varie università italiane.
Una parte della formazione si svolgerà a distanza, mentre il tirocinio sarà in presenza.
Comunicheremo a breve tutte le informazioni dettagliate: costi, durata, modalità di svolgimento e date di avvio.
Nel frattempo, se sei interessato a partecipare a questi percorsi, puoi già compilare il form di preiscrizione.
Ti verrà chiesto di indicare:
Si aprono oggi 28 aprile le funzioni per l’inserimento in I fascia per il personale ATA.
Possono partecipare i lavoratori di ogni profilo ATA che abbiano svolto almeno 23 mesi e 16 giorni di servizio sul profilo specifico e siano in possesso della Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale, titolo non richiesto per i Collaboratori Scolastici. La domanda di inserimento in I fascia va obbligatoriamente fatta nella provincia in cui è attiva la III fascia.
Le domande potranno essere presentate dalle 14 del 28 aprile alle 14 del 19 maggio.
Il personale ATA che deve sciogliere la riserva del conseguimento della CIAD potrà farlo dal 28 aprile al 9 maggio.
Entrambe le procedure vanno effettuate esclusivamente sul portale Istanze On Line al quale si accede tramite SPID o CIE.
Per fruire dello sportello di consulenza, riservato agli iscritti e a chi si iscrive a USB Scuola, occorre compilare il modulo a questo link:
https://form.jotform.com/USB_Scuola/bando-24-mesi-ata-e-CIAD-2025
Come annunciato in sede di audizione sul DL n. 45 del 7 Aprile 2025 presso la VII Commissione del Senato, la FLC CGIL...
11.30 Introduzione e benvenuto: Roberto Romito Presidente ANP PUGLIA e saluti Sebastiano Leo, Regione Puglia, Assessore Formazione e Lavoro, Politiche per il lavoro, Diritto allo studio, Scuola, Università, Formazione Professionale
11.45 “L’ANP per i dirigenti e per una scuola interprete dei tempi” Antonello Giannelli, Presidente nazionale ANP
12.05 “Tra tutela e conflitto: il ruolo della scuola nei rapporti con le famiglie” Avv. Angela Furneri, Network legali ANP
12.25 “Vantaggi della tutela assicurativa del dirigente e dell’istituzione scolastica” Massimiliano Benacquista della Benacquista Assicurazioni
12.45 “Domande e risposte”
13.30 chiusura dei lavori
Informazioni logistiche:Le iscrizioni a JOB&Orienta Bari 2025 sono aperte. Per accedere alla manifestazione è necessario possedere un biglietto. I biglietti sono gratuiti e possono essere fatti esclusivamente OnLine.
DURANTE TUTTA LA DURATA DELLA MENIFESTAZIONE TI ASPETTIAMO ALLO STAND 50 NUOVO PADIGLIONE
Registrati qui e scarica il tuo bigliettoL'articolo ANP a Job & Orienta Bari: appuntamento il 15 maggio 2025 alle ore 11.30 proviene da ANP.
Con la nota 87838 del 10 aprile 2025 il Ministero dell’Istruzione e del...
Eccellenza e leadership: il percorso di formazione ANP per i nuovi dirigenti scolastici
Anche quest’anno l’ANP rinnova l’appuntamento a Roma con i nuovi dirigenti scolastici
Venerdì 11 e sabato 12 luglio 2025
Per supportare al meglio i neo dirigenti scolastici l’ANP organizza una due giorni di formazione gratuita. L’ospitalità, completamente a carico dell’ANP, inizia dal pomeriggio di venerdì 11 luglio e termina con il pranzo di sabato 12 luglio 2025.
Il Programma della formazione verrà pubblicato nelle prossime settimane. I neodirigenti avranno la possibilità di incontrare il Presidente nazionale, Antonello Giannelli e tutti i nostri referenti regionali e provinciali che li potranno affiancare nella scelta della sede di servizio, nel momento della firma e in tutte le necessità che si dovessero presentare.
Con il percorso di formazione ANP, acquisirai gli strumenti e le competenze per raggiungere l’eccellenza superando le sfide e conquistando ogni vetta con determinazione e con la migliore visione di scuola.
L’iniziativa è aperta a tutti, soci e non soci. I posti sono limitati e verrà data priorità agli iscritti ANP.
PRE-REGISTRAZIONE GRATUITA QUIAttenzione: la pre-registrazione non è una conferma di partecipazione!
Ai pre-registrati verrà inviata da segreteria@anp.it una richiesta di compilazione del modulo di prenotazione dei servizi a carico dell’ANP.
Non sei ancora socio ANP?
Compila subito la nostra delega!
Solo così potrai accedere a tutti i nostri servizi e alle opportunità che solo un grande sindacato può offrire.
Non accontentarti, chiedi il meglio!
Resta connesso! Nelle prossime settimane renderemo noto il percorso di avvicinamento all’importante appuntamento di luglio!
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Dopo le prime proiezioni sui risultati delle elezioni dei rappresentanti Rsu per il prossimo triennio, svolte a metà marzo, giungono ulteriori conferme: il sindacato Anief fa registrare il più alto incremento di voti tra i rappresentativi, aumentando di 20 mila voti e del 2% rispetto alla precedente tornata elettorale. A questo punto, si attende l’esito della rilevazione delle deleghe per capire se il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha superato anche la Gilda degli Insegnanti. Ad ogni modo, di certo l’Anief è stato l'unico sindacato tra gli autonomi a crescere, ma anche ad avere fatto registrare un consenso superiore in termini di nuovi voti rispetto a quello raggiunto assieme da Flc-Cgil e Uil Scuola. Poco sotto tutti gli altri.
“I risultati che si stanno profilando sono davvero ottimi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, non posso che dire grazie a tutte le elettrici e agli elettori che hanno apprezzato la coerenza, la competenza, la voglia di cambiare che il nostro sindacato ormai interpreta da anni. La crescita dell’Anief del 30% dei voti rispetto alle elezioni del 2022 dimostra l'apprezzamento per un'attività sindacale che è stata premiata. Ma un grazie va anche a tutta la struttura Anief per i sacrifici affrontati per la crescita del sindacato e la costruzione di una società più giusta. Alla fine, su 975 mila voti di insegnanti e personale Ata, per eleggere le nuove Rsu, potrebbero essere 80 mila quelli andati ad Anief, che in questo modo probabilmente salirebbe dal 6,7% a sopra il 9% di rappresentatività”, conclude il leader del giovane sindacato.
PER APPROFONDIMENTI:
(ANSA) - ROMA, 26 APR - "Papa Francesco ha lasciato una grande responsabilità: continuare nel suo esempio di pastore umile al cospetto di Dio, di una Chiesa che voleva essere povera per cercare di arricchire e rendere più ricca la vita degli uomini. Parlava sempre della scuola come centro di sviluppo di un progetto di costruzione di una società più giusta, più equa, più solidale, che si deve basare sulla forza della pace e non sulla forza delle armi". Lo ha detto Marcello Pacifico, presidente di Anief, a commento dei funerali del Pontefice argentino venuto a mancare lunedì scorso. "Bergoglio - continua Pacifico - ricordava che la società deve ritrovare quel patto all'interno della comunità educante, tra famiglie e personale docente, in un momento in cui il mondo, purtroppo, è dilaniato da guerre e difficoltà economiche, che non permettono a milioni di bambini di poter andare a scuola e di vivere e crescere la loro adolescenza e di diventare adulti e cittadini di un mondo sempre più giusto: è importante quindi continuare nel suoi insegnamenti, non ultimo quello sull'educazione all'ecologia, partendo anche dal rispetto verso gli altri, verso i costumi e le religioni, verso il pensiero altrui, perché questa si chiama libertà dell'individuo". Anche la Cisal, a cui Anief aderisce, ha voluto inviare un messaggio in memoria del Santo Padre Francesco, nei giorni dei funerali: "con profonda commozione - scrive la Cisal - ricordiamo Papa Francesco, guida spirituale, voce di giustizia e testimone instancabile della dignità umana. In occasione del 10° Congresso della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, svoltosi a Roma nel 2023, il Santo Padre ci onorò con un messaggio di saluto e di incoraggiamento. In quelle parole — che custodiamo con gratitudine — ci invitava a promuovere la solidarietà, a difendere la dignità del lavoro e a non voltare lo sguardo davanti alla sofferenza delle famiglie colpite dalla mancanza di occupazione. Oggi, più che mai, sentiamo il dovere di proseguire lungo il cammino che ci ha indicato. Grazie, Papa Francesco. La tua voce continuerà a ispirarci. Riposa in pace". (ANSA).
È a un passo dalla pubblicazione il decreto interministeriale, previsto dagli articoli 6 e 7 del Decreto-Legge 71/2024, che darà ufficialmente il via ai nuovi percorsi di specializzazione sul sostegno organizzati dell’Indire: ad accelerare i tempi è stato il consenso ad avviare i percorsi formativi, organizzati in modalità telematica, prodotto dal Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. I docenti che potranno presentare domanda per frequentare i corsi di specializzazione sono coloro che hanno svolto almeno tre anni di servizio su posto di sostegno nello stesso grado scolastico, ma anche quelli già in possesso di titolo di specializzazione conseguito all’estero, attualmente in attesa del riconoscimento con contestuale rinuncia al contenzioso.
“Sul sostegno – ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sappiamo tutti quando la situazione sia allarmante: su 110.000 docenti di sostegno, ben 80.000 sono privi di specializzazione e questo non assolve il diritto degli studenti ad avere i loro insegnanti esperti di didattica speciale. I corsi specializzanti Indire rivolti ai precari di sostegno, annunciati più volte dal Ministro dell’Istruzione e del Merito e che dovrebbero partire su più tranche, diventano quindi necessari, perchè gli studenti hanno diritto ad avere i loro insegnanti specializzati. Sarebbe bene, a nostro avvisto, procedere in fretta con la specializzazione per tutti coloro che lo richiedono e di abbattere i costi di iscrizione: perché è evidente che la mancata liberalizzazione del numero chiuso nelle Università, proposta dal sindacato, abbia aggravato la situazione, causando addirittura un numero di candidati inferiore ai posti banditi in alcuni concorsi”.
“Come norma madre – incalza Pacifico - continuiamo a chiedere con forza che tutti i 110.000 posti in deroga, liberi ma assegnati a supplenza con scadenza 30 giugno, vengano trasformati in organico di diritto. Non si risolve quasi nulla con quanto previsto con la legge di bilancio che ha convertito appena 1.866 posti di sostegno per le stabilizzazioni. Siamo anche convinti che oltre alla specializzazione dei precari con almeno tre annualità e quelli in attesa del riconoscimento dei titoli esteri, servano anche degli incentivi per la mobilità e trasformazione dei posti in deroga”.
Per opporsi al diritto al sostegno negato agli alunni con disabilità, da diversi anni Anief ha attivato l’iniziativa gratuita “Anief “Sostegno: non un'ora di meno!”, attraverso la quale ci si oppone in sede giudiziaria: recentemente anche il Tribunale di Roma ha ribadito che negare le ore di sostegno è discriminazione. Anief ricorda anche che l'indirizzo sostegno@anief.net è a disposizione di tutte le famiglie, dei docenti e dei dirigenti che necessitano dell’intervento del giovane sindacato e dei suoi legali, così da ottenere per ogni alunno il giusto apporto di ore di sostegno prescritto dal Programma educativo individualizzato, nel pieno rispetto della normativa vigente e dei diritti degli allievi con disabilità.
PER APPROFONDIMENTI:
Con la nota 87838 del 10 aprile 2025 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha dato...