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Il DL 25 "Decreto PA", senza subire altre modifiche, è stato convertito in Legge dal Senato

FLC-CGIL - 4 ore 12 min fa

Il Decreto-legge n. 25 del 14 marzo 2025 (cosiddetto decreto PA) è stato definitivamente convertito in legge mediante il voto di fiducia espresso dal Senato. Il testo finale, pertanto, non ha subito altre modifiche oltre quello gi&agrave...

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Drag queen in liceo, D’Aprile: “Politica si concentri su priorità”

UIL Scuola - 5 ore 27 min fa

Basta polemiche, scuola sia aperta al confronto’

“Invece di sollevare polemiche strumentali e invadere il lavoro quotidiano del personale della scuola, riteniamo che la politica debba concentrarsi sulle priorità reali del mondo dell’istruzione. Non servono interventi esterni: i valori li insegnano i nostri docenti, che sono i professionisti dell’educazione. E lo fanno con passione e competenza.

La scuola deve essere un ambiente di confronto aperto, inclusivo e rispettoso della libertà di espressione, senza alcuna forma di discriminazione o censura. Le scuole devono essere in grado di affrontare temi delicati come l’identità di genere e la diversità. Devono essere luoghi di formazione che promuovono il pensiero libero e critico, il rispetto per la diversità e l’inclusione, fornendo agli studenti gli strumenti per comprendere le varie sfaccettature della società”. Così parlando con l’ANSA il segretario generale della Uil scuola, Giuseppe D’Aprile, a proposito della denuncia il parlamentare della Lega, Rossano Sasso su quanto avvenuto in un liceo di Acerra (Napoli).

L'articolo Drag queen in liceo, D’Aprile: “Politica si concentri su priorità” proviene da UILSCUOLA.

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CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022-2024: nuovo incontro all’ARAN

FLC-CGIL - 5 ore 36 min fa

In data 7 maggio 2025 si sono riuniti ARAN e sindacati per proseguire la trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/24 del comparto “Istruzione e ricerca”.

L’ARAN ha presentato alcune proposte -molto parziali- di...

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SCUOLA - Obbligo vaccinale in tempo di Covid, arriva la prima sentenza del Tar Lazio che cessa la materia del contendere: Anief avvia ricorsi alla Cedu e chiede di essere audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta

ANIEF - 6 ore 26 min fa

Sull’obbligo vaccinale in tempo di Covid arriva la prima sentenza del Tar Lazio (8590/25) che cessa la materia del contendere per lo ius superveniens con compensazioni di spese, rispetto al contenzioso promosso dall’ufficio legale Anief. Come risposta, il giovane sindacato avvia le adesioni per ricorsi alla Cedu per la rivendicazione dell'assegno alimentare da assegnare ai ricorrenti sospesi e successivamente ammessi ad altro incarico.

Nel frattempo, Marcello Pacifico ha chiesto anche una audizione Anief alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2. “L’obiettivo che ci siamo posti – dice lo stesso Pacifico - è quello almeno di ripristinare la copertura contributiva durante il periodo di sospensione dal lavoro”.

Chi volesse maggiori informazioni sui ricorsi alla Cedu - per la rivendicazione dell'assegno alimentare da assegnare ai ricorrenti sospesi e successivamente ammessi ad altro incarico – può cliccare qui.

PER APPROFONDIMENTI:

Stipendi fermi al 2018, nuovo incontro Aran-Sindacati: Anief ha confermato la volontà di chiudere al più presto con un contratto “ponte”

Il nuovo contratto dovrà contenere nuovi profili e livelli professionali, lo chiede l’Anief: risalgono a 50 anni fa, se si vogliono valorizzare i dipendenti vanno attualizzati

Inflazione all’8%, per l’Istat mai così alta da 36 anni: Anief chiede di accelerare sul rinnovo del contratto della scuola, docenti e Ata figurano tra i più impoveriti

STIPENDI - Dopo l’estate l’inflazione si abbatterà sulle famiglie, la previsione di Padoan. Anief torna a chiedere di firmare subito il rinnovo del contratto di Istruzione e Ricerca: aumenti e arretrati

Prove Invalsi, metà degli studenti italiani impreparati: per Anief è inevitabile se non si interviene su didattica, numero di alunni per classe, tempo scuola e carriere-incentivi per il personale

Bianchi scopre le carte sul Pnrr: porterà aiuti a studenti della secondaria, a giovani senza diploma e a chi vive in territori difficili. Pacifico (Anief): interventi condivisibili, ma non prioritari

In arrivo 60 mila assunzioni di docenti, Pacifico (Anief): serviranno a poco, quasi tutti i precari rimarranno al palo

Precari a tempo indeterminato, la riforma del Pnrr va contro i dettami dell’UE: Anief si rivolge al Comitato europeo dei diritti sociali

Immissioni in ruolo docenti, autorizzate 94.130 assunzioni. Anief non si illude, purtroppo se va bene se ne realizzeranno la metà

Tutto pronto per le 94.130 assunzioni di docenti, Anief pubblica 28 FAQ per spiegare come si realizzeranno e rispondere ai tanti quesiti dei candidati

Immissioni in ruolo docenti, dovevano essere molte di più: per Anief il dato positivo è il ritorno della “call veloce”

Parte la “giostra” delle 94.130 assunzioni, comunque vada sarà un insuccesso

Assunzioni docenti anche da GPS, il Ministero autorizza solo quelle su sostegno. Per Anief è una scelta scellerata non immettere in ruolo insegnanti abilitati delle discipline comuni: parte il ricorso

Indennità per la continuità didattica, prevista una “mancia” di 50 euro per chi non si sposta

Elezioni politiche 2022, la campagna elettorale entra nel vivo: Anief raccoglie le proposte dei lavoratori per inviare ai partiti il “Manifesto dell’Istruzione” da cambiare. Tra i temi più sentiti precariato, organici, stipendi, pensioni, carriera, inclusi

Arriva il docente esperto ma nel 2032, solo uno per istituto e prenderà 5.650 euro. Anief: decisione scellerata di un Governo che con il DL Aiuti bis travalica i suoi poteri modificando il Pnrr e creando disparità tra gli insegnanti, Mattarella intervenga

Carriera solo per 8mila docenti con una modifica-blitz al DL Aiuti bis, Pacifico (Anief) non ci sta: è incostituzionale, se la norma sarà confermata prevedo scioperi e denunce in Italia ed Europa

Il Ministero conferma: per il prossimo anno scolastico piano per la prosecuzione delle attività scolastiche. Niente sospensione per lavoratori non vaccinati

Dal 1° settembre stop obbligo vaccinazione Covid per docenti e Ata, risultato raggiunto grazie ad Anief dopo un anno di battaglie. Ma non finisce qui: a novembre decide la Consulta sui risarcimenti

SCUOLA – Cade l’obbligo di vaccinazione anti Covid per il personale, Pacifico (Anief): scelta politica sbagliata unica in Europa, intanto le lezioni riprendono in classi sovraffollate, vecchie e non ventilate

OBBLIGO VACCINALE – La Corte Costituzionale conferma che l’imposizione ai lavoratori ha violato gli articoli 1 e 2 della Costituzione

In arrivo un milione di multe da 100 euro per lavoratori della scuola e ultra 50enni non vaccinati, ma il nuovo Governo potrebbe stoppare tutto. Anief: l’Esecutivo Meloni non ripeta gli errori del pas

Meloni denuncia: in Italia il record di misure restrittive, ma pure di morti e contagi. Secondo Anief ha ragione: è vero, informazione corretta e prevenzione sono più efficaci della coercizione, ora attendiamo

Un mese alla verità: il 30 novembre la Consulta si esprimerà su migliaia di richieste di risarcimento in favore dei lavoratori pubblici sospesi, per l'assegno alimentare loro negato e il demansionamento ...

OBBLIGO VACCINALE - Cade per il personale della Sanità prima dell’intervento della Consulta, Anief: un’ulteriore contraddizione che non ferma la sete di giustizia e i risarcimenti

Tra cinque giorni l’udienza della Corte Costituzionale su migliaia di dipendenti pubblici sospesi e privati pure dell’assegno alimentare. Anief: 4mila ricorsi sono nostri, c’è anche la Corte di giustizia

COVID - Obbligo vaccinale e mancato assegno alimentare personale sanitario, medico, scolastico sospeso: domani il giorno del giudizio in Corte costituzionale

La Corte Costituzionale non boccia l’obbligo vaccinale e la sospensione degli stipendi, per Anief la battaglia legale continua in Corte di Giustizia europea: risarcimenti ancora possibili

COVID – Obbligo vaccinale, multe sospese fino al 30 giugno 2023: primo passo verso lo stop alle sanzioni, in attesa del verdetto della Corte di Giustizia europea

Obbligo vaccinale, il 18 gennaio il caso arriva in Corte di Giustizia europea

SCUOLA – Nuove regole anti Covid, tra pochi giorni potrebbero essere stravolte: la Corte di Giustizia europea si esprimerà sull’obbligo vaccinale

 

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SCUOLA e PA - Trattamento di fine servizio erogato fino a 7 anni dal pensionamento pure a rate, mentre nel settore pubblico bastano 45 giorni per avere tutto. Anief rompe gli indugi: si costituisce alla Consulta e lancia petizione ad hoc

ANIEF - 6 ore 31 min fa

È semplicemente assurdo che un dipendente pubblico debba attendere fino a 7 anni prima di ricevere quanto gli spetta, contro i 45 giorni del settore privato, e poi percepisca la somma dovuta anche a rate: alla luce dell’indifferenza generale contro questa attesa ingiusta e discriminante – che sovverte anche la decisione della Corte costituzionale nel 2023, che ha dichiarato anticostituzionale il differimento della liquidazione ai dipendenti pubblici che hanno raggiunto i limiti di età o di servizio -, il sindacato Anief ha deciso di rompere gli indugi costituendosi alla Consulta contro la norma che ritarda e rateizza la liquidazione per il personale scolastico per violazione degli articoli 36 e 117 della Costituzione italiana. Conteggiando tutti i comparti pubblici, dal 2011 in poi questa ingiustizia è stata vissuta in prima personale da circa 2 milioni di cittadini che hanno lasciato il lavoro.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il ritardo del pagamento del Tfs appare ancora più illogico se si pensa che liquidazione è una retribuzione differita ed è pagata per un sesto dal lavoratore con la trattenuta del 2,5%: si tratta, peraltro, di una trattenuta che il sindacato, con una specifica petizione, ha chiesto di rimuovere per i neoassunti dal 2001 transitati a regime TFR che nel settore lavorativo privato è interamente a carico del lavoratore”.

Nella richiesta formulata alla Corte Costituzionale, presentata in qualità di amicus curiae gli avvocati Walter Miceli e Nicola Zampieri, operanti per il giovane sindacato, hanno rimarcato “la tesi dell’incostituzionalità delle norme censurate nella presente causa, in quanto lesive dei diritti patrimoniali dei lavoratori pubblici, già maturati, e quindi inviolabili, in quanto costituiscono retribuzione differita spettante al termine del rapporto di lavoro”. Inoltre, i legali hanno evidenziato “la rilevanza sistemica della questione per migliaia di lavoratori precari o di ruolo del comparto scolastico, la cui dignità retributiva e previdenziale risulta compromessa dall’ingiustificato e sproporzionato differimento e frazionamento nel pagamento del TFS, in assenza di una reale emergenza finanziaria o di una misura transitoria”.

Sempre nella richiesta alla Consulta, si ricorda che “ogni anno decine di migliaia di dipendenti, in particolare docenti e personale ATA, cessano dal servizio per raggiunti limiti di età o di servizio senza percepire il tratta-mento di fine servizio (TFS), nonostante quest’ultimo costituisca a tutti gli effetti una retribuzione differita. Il differimento di dodici mesi per la liquidazione del TFS (art. 3, comma 2, del D.L. 79/1997) e la sua ulteriore rateizzazione (art. 12, comma 7, D.L. 78/2010) rappresentano, per costoro, una misura sproporzionata e ingiustificata, che comprime illegittimamente la fruizione concreta di un diritto già acquisito. Come chiarito da questa Ill.ma Corte l’indennità di fine rapporto costituisce infatti una retribuzione differita, ossia un compenso che il dipendente ha conseguito come corrispettivo dell’attività lavorativa e che fa già parte integrante del suo patrimonio, tanto è vero che in caso di decesso prematuro del lavoratore l’emolumento viene erogato ai congiunti superstiti (cfr. Corte Costituzionale sentenza n. 243 del 1993). Ne deriva che la tempestiva erogazione del trattamento di fine servizio costituisce un corollario indispensabile dei principi di proporzionalità e adeguatezza della retribuzione sanciti dall’art. 36 della Cost.”.

La questione di legittimità costituzionale è stata già “sollevata dal TAR del Lazio”, ricorda il sindacato Anief, e riguarda, in modo specifico, “il differimento e la rateizzazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS) dei dipendenti pubblici collocati in quiescenza, ritenuti in contrasto con l'art. 36 della Costituzione e con l'art. 117, primo comma, della Costituzione, in relazione al parametro interposto dell'art. 1 del protocollo n. 1 allegato alla CEDU”. Nella richiesta sindacale formulata alla Consulta, infine, si rammenta che “anche questa Ecc.ma Corte, nella sentenza n. 152/2020, ha chiarito che non è l’equilibrio di bilancio a condizionare l’erogazione di diritti incomprimibili, ma è piuttosto la garanzia di questi ultimi a dover guidare le politiche pubbliche. Il princi-pio di pareggio di bilancio, inserito in Costituzione, non può pertanto fungere da scudo per legittimare la sospensione indefinita di diritti fondamentali, specie se patrimoniali e già maturati”.

IL PROBLEMA

Dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, la legge n. 448/1998, recante “Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo”, demanda a un DPCM la definizione della struttura retributiva e contributiva dei dipendenti pubblici che passano a partire dai neo-assunti dal 1 gennaio 2001 dalla vecchia liquidazione, il precedente regime del TFS (trattamento di fine servizio) con aliquota maggiore e trattenuta del 2,5% o dell’IBU (indennità di buonuscita) al regime del TFR (trattamento di fine rapporto) con aliquota del 9,41 e trattenuta del 2,5% su 80% dello stipendio, non previsto per i lavoratori privati dall’art. 2120 del Codice civile. I dipendenti degli Enti pubblici non economici, invece, alla cessazione del rapporto di lavoro hanno diritto a una indennità di anzianità (IA) a totale carico dell’Ente datore di lavoro e disciplinata dalla legge n. 70/1975.

LA PETIZIONE ANIEF

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, attraverso una petizione da alcuni giorni ha anche deciso di sollecitare il Governo ad abolire la trattenuta del 2,5% TFR per i neo-assunti dal 2001 e rimetterla integralmente a carico dello Stato quale datore di lavoro: questo, ha spiegato il sindacalista, “per garantire la parità di trattamento tra tutti i lavoratori del pubblico impiego e tra questi e quelli del settore privato, attraverso un intervento legislativo che realizzi anche quanto auspicato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 213/2018, così da salvaguardare la parità di trattamento contrattuale e retributivo, nel perimetro tracciato dalla contrattazione collettiva e dalla necessaria verifica della compatibilità con le risorse disponibili. Tale principio di parità di trattamento si pone a ineludibile presidio dello stesso diritto a una retribuzione sufficiente e proporzionata”, ha concluso Pacifico.

Per chiedere di abolire la trattenuta 2,5% TFR e rimetterla a carico dello Stato e aderire alla petizione Anief cliccare qui.

PER APPROFONDIMENTI:

PA – Perché un dipendente pubblico deve avere la liquidazione dopo 5 anni dal pensionamento e uno privato dopo 45 giorni? Anief chiede al Parlamento di intervenire attuando la sentenza della Consulta che ...

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SCUOLA – Stipendi, con l’autonomia differenziata rischio diversificazione regionale, ma il gap già c’è tra maestri della primaria e prof della secondaria. Pacifico (Anief): vanno equiparati…

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ISTRUZIONE e RICERCA - Poco più di due mesi al rinnovo Rsu. 1,3 milioni di docenti, Ata e amministrativi al voto: Anief spiega perché è importante votare i propri candidati in ogni sede

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SCUOLA – In pensione a quasi a 70 anni e con assegno medio poco sopra i mille euro, un incubo di cui nessuno parla: Anief rilancia la petizione per salvare docenti e Ata dal burnout

ISTRUZIONE - Nel decreto PA c’è l’assicurazione sanitaria chiesta dal ministro Valditara per il personale scolastico. Anief: bene, è il primo risultato della nostra denuncia pubblica sul burnout con petizione arrivata a 120mila firme

ISTRUZIONE - Rimborso spese mediche personale della scuola, arrivano subito 20 milioni di euro dal decreto PA. Anief apprezza, ma ricorda: bisogna aprire subito il tavolo coi sindacati e mancano norme su mobilità personale e anti-precariato

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA - Decreto PA con 900 emendamenti, c’è anche la scuola con le richieste Anief: più personale, nuove modalità d’assunzione con doppio canale, benefit pro-welfare, indennità, ...

SCUOLA - Decreto PA al vaglio della I e XI Commissione della Camera, ci sono i 25 emendamenti Anief: tra le richieste il concorso straordinario bis, doppio canale di reclutamento e assunzioni degli idonei ...

SCUOLA - Decreto PA, è l’ora della verità: lunedì 14 al via le votazioni nelle Commissioni Senato e il giorno dopo audizione Anief. Tanti temi: dal doppio canale agli idonei, dall’organico aggiuntivo Ata ...

SCUOLA - Decreto PA, al voto gli emendamenti Anief: largo a indennità, mobilità del personale senza vincoli, più scatti stipendiali, buoni pasto, organico aggiuntivo Ata, stop ai cedolini tagliati da trattenute ...

ISTRUZIONE – Approvato in Commissione alla Camera emendamento docenti di religione al DL 25/25 sulla PA. Le altre richieste Anief saranno riproposte al decreto legge 45/25 PNRR Scuola in Senato già la ...

DECRETO SCUOLA - Domani audizione Anief presso la VII Commissione del Senato: il sindacato chiederà doppio canale di reclutamento, con immissioni in ruolo da Gps anche su posto comune, e assunzione di ...

DECRETO LEGGE SCUOLA E PNRR - In Senato molti degli emendamenti chiesti dal sindacato Anief su assunzioni, stipendi e mobilità nella Scuola: a presentarli parlamentari di maggioranza e opposizione

SCUOLA – Stipendi, Anief chiede la reintroduzione del primo “gradino” nelle buste paga del personale: riportiamolo a 3 anni piuttosto che all’inizio del nono come avviene oggi. La prossima settimana emendamento ...

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SCUOLA - Sulla Carta del docente ai precari i giudici del lavoro non intendono discostarsi dai pareri favorevoli di Corte di Giustizia Ue, Consiglio di Stato e Cassazione: a Modena 1.000 euro più interessi a un’insegnante difesa da Anief

ANIEF - 6 ore 54 min fa

Il personale immesso in ruolo ha pieno diritto ad accedere alla Carta del docente per i periodi di precariato svolti in precedenza: lo conferma una sentenza del tribunale del lavoro di Modena, che ha risarcito una docente che ha svolto delle supplenze negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022 senza ricevere la card annuale per l’aggiornamento. All’insegnante, difesa dai legali Anief, il giudice ha assegnato 1.000 euro, “oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito del beneficio per ciascun singolo anno di riferimento sino alla sua concreta attribuzione”.

Nella sentenza, il giudice ha prima “avuto modo di osservare come la cd. “Carta Docente” si compendi in uno strumento di formazione e aggiornamento finalizzato ad un migliore svolgimento della prestazione da parte del personale”. Quindi, ha ricordato che “la normativa ne esclude il personale non di ruolo dalla fruizione” prendendo però le distanze da tale linea: “si ritiene – riporta la sentenza - che tale scelta normativa risulti, tuttavia, in contrasto con il diritto dell’U.E., come recentemente statuito dalla CGUE, con l’ordinanza del 18.5.2021, emessa nella causa C-450/21, ove è stato affermato il seguente principio, da cui questo giudice non ha ragione alcuna di discostarsi: “La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell’allegato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, mediante una carta elettronica”.

Quindi, il giudice di Modena ha anche osservato che “il Consiglio di Stato ha affermato che la scelta del Ministero di escludere dal beneficio della Carta Docenti il personale con contratto a tempo determinato presenta profili di irragionevolezza e contrarietà ai principi di non discriminazione e di buon andamento della P.A., con ciò affermando, quindi, l’illegittimità degli atti impugnati rispetto ai parametri di diritto interno desumibili dagli artt. 3, 35 e 97 Cost, distaccandosi quindi dall’idea di un sistema di formazione a “doppia trazione” tra docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta e docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà e, dunque, alcun sostegno economico”.

Per il giudice, dunque, “l’art. 1, co. 121 della L. 107/2015 deve essere disapplicato, in quanto si pone in contrasto con la clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, nella parte in cui limita il riconoscimento del diritto alla Carta Docente ai solo insegnanti di ruolo e non lo consente rispetto agli insegnanti incaricati di supplenze annuali (art. 4, co. 1, L. 124/1999) o fino al termine delle attività didattiche (art. 1, co. 2, L. 124/1999). Il che comporta, di converso, l’affermazione del principio per cui anche a tali docenti spetta ed in misura piena quello stesso beneficio (v. sempre Cass., 27.10.2023, n. 29961)”.

Infine, il tribunale del lavoro di Modena ha citato la Corte di Cassazione, “27.10.2023, n. 29961”, secondo la quale occorre prevedere “la liquidazione equitativa del dimostrato pregiudizio” attraverso una «misura più adeguata al caso di specie, tenuto conto delle circostanze del caso concreto (tra cui ad es. la durata della permanenza nel sistema scolastico, cui l’attribuzione è funzionale, o quant’altro rilevi) ed entro il massimo pari al valore della Carta che sarebbe spettato, salva la prova, a quel punto specifica, di un qualche concreto maggior pregiudizio».

                  

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, non si nasconde: “Sulla Carta del docente da dare al personale precario hanno preso il sopravvento le posizioni della Corte di Giustizia Europea, del Consiglio di Statoe della Corte di Cassazione, che hanno tutti espresso parere favorevoli ai supplenti ed in piena linea con quelli dei legali Anief. In attesa che il legislatore provveda a modificare il bug presente nell’articolo 1 della Legge 107 del 2015, che esclude i precari dall’accesso alla card da 500 euro l’anno, è chiaro che occorrerà presentare ricorso gratuito con Anief: se lo si fa entro cinque anni dalla sottoscrizione del contratto a tempo determinato – conclude Pacifico – è possibile recuperare fino a 3.500 euro a docente”.

CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI MODENA

P.Q.M.

Il Tribunale di Modena, in persona del Giudice del Lavoro dott. XXXX XXXX, definitivamente decidendo, ogni contraria istanza, domanda ed eccezione respinta:

1) DICHIARA il diritto di parte ricorrente a usufruire della Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente dell’importo nominale di euro 500 annui per gli anni scolastici indicati in ricorso, alle medesime condizioni dei docenti a tempo indeterminato e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito a consentirle la fruizione della suddetta Carta elettronica alle medesime condizioni dei docenti assunti con contratto a tempo indeterminato per tali anni scolastici. Oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito del beneficio per ciascun singolo anno di riferimento sino alla sua concreta attribuzione;

2) CONDANNA il Ministero dell’Istruzione e del Merito al pagamento delle spese di lite in favore di parte ricorrente, che liquida nella complessiva somma di €. 450,00, oltre accessori come per legge e spese di contributo unificato; dispone la distrazione delle spese di lite in favore dei procuratori attorei, dichiaratisi antistatari.

Modena, 29 aprile 2025

Il Giudice del Lavoro

Per ulteriori informazioni sul ricorso gratuito con Anief cliccare qui.

PER APPROFONDIMENTI

SCUOLA – La formazione degli insegnanti è obbligatoria, permanente e strutturale? Sì, allora la Carta docente va pure ai precari: a Treviso 2.500 euro al supplente che ha lavorato “con continuità sino al termine delle lezioni”

CARTA DOCENTE - Per garantire la qualità delle lezioni la scuola deve avere tutti i prof aggiornati, a Marsala il giudice ricorda che non c’è differenza tra chi è di ruolo e precario: 1.000 euro al supplente che ha fatto ricorso con Anief

SCUOLA – La carta docente va data anche per le supplenze ‘brevi e saltuarie’, basta che siano contratti “in successione tra loro”: lo dice il Tribunale di Vicenza nel risarcire un precario con 1.500 euro

CARTA DOCENTE AI PRECARI - Va pure ai supplenti assunti su cattedre non vacanti su organico di fatto, il Tribunale di Velletri cita la Cassazione e risarcisce con 2.500 euro più interessi un insegnante difeso da Anief

SCUOLA - La Carta del docente va anche ai precari perché svolgono un lavoro identico a chi è di ruolo: il Tribunale di Roma risarcisce un insegnante con 2.000 euro più interessi

CARTA DOCENTE AI PRECARI - Va data anche se le supplenze sono ‘brevi’ e tra una e l’altra vi sono giorni di pausa, basta che siano almeno 180 giorni: a Padova il giudice risarcisce una supplente con 2.000 euro

SCUOLA - Gli insegnanti precari non sono figli di un dio minore, la Carta del docente va anche a loro: a Treviso il giudice risarcisce con 1.500 euro un supplente difeso dai legali Anief

CARTA DEL DOCENTE – Nella scuola non si possono avere docenti non aggiornati e non formati, a Treviso il giudice assegna 1.000 euro a una insegnante: va garantita la qualità dell'insegnamento

SCUOLA - Supplenti annuali unitevi: la Carta del docente è un vostro diritto. A Verona il giudice assegna 2 mila euro alla precaria con “interessi legali e rivalutazione monetaria”. Pacifico (Anief): lo Stato sta spendendo un salasso

SCUOLA – Carta docente ai precari, sentenza record a Pistoia “targata” Anief: un’insegnante recupera 3.500 euro in un colpo solo, pari a sette anni di mancata assegnazione del borsellino elettronico

SCUOLA - Carta docente, quest’anno tornerà a essere negata anche ai supplenti con contratto fino al 31 agosto. Anief: sempre peggio, 80mila precari in più potrebbero presentare ricorso in tribunale con danni ulteriori per l’erario

SCUOLA - Carta del docente, ne hanno diritto anche gli ex precari oggi di ruolo: a Treviso 2.500 euro ad una insegnante per le supplenze annuali svolte tra il 2018 e il 2023

SCUOLA - Il lavoro del supplente è pari a quello del collega di ruolo, 1.500 euro più interessi dal Tribunale di Rovigo a un precario per mancata assegnazione della Carta del docente tra il 2021 e il 2024: ...

SCUOLA - Carta del docente, i precari hanno un passepartout per ottenerla: il ricorso con i legali Anief. A Velletri 1.500 euro a un’insegnante che ha svolto supplenze tra il 2017 e il 2020

SCUOLA - Anche i supplenti devono valorizzare le loro competenze professionali, a Roma il Tribunale condanna l’amministrazione a pagare 1.500 euro a una supplente per mancata assegnazione della Carta  del docente

SCUOLA - Anche gli educatori precari hanno pieno diritto alla Carta del docente, dal Tribunale di Rovigo 1.000 euro al supplente che ha presentato ricorso tramite Anief

SCUOLA – Carta del docente, va anche ai precari che svolgono ““servizio temporaneo fino al termine delle attività didattiche”: 2.000 euro dal Tribunale di Vicenza ad una supplente con servizio tra il 2019 e il 2023

SCUOLA - Carta del docente, va anche ai precari che svolgono ““servizio temporaneo fino al termine delle attività didattiche”: 2.000 euro dal Tribunale di Vicenza ad una supplente con servizio tra il 2019 e il 2023

SCUOLA - Carta docente, super risarcimento a Messina: 3.000 euro più interessi a un supplente dal 2018 perché tutti gli insegnanti hanno diritto a formarsi, accolta ancora una volta la linea vincente  ...

SCUOLA – Carta docente ai maestri della scuola dell’infanzia, per il Tribunale di Messina è un principio di diritto assodato per tutti i supplenti annuali. Anief: decine di migliaia hanno già beneficiato del ricorso

SCUOLA - Carta docente anche agli educatori precari, 1.000 euro più interessi assegnati a Rovigo a seguito del ricorso Anief: equiparati ai maestri di scuola primaria e come loro hanno pieno diritto alla ...

CARTA DOCENTE – A Modena il giudice condanna il Ministero a dare 1.500 euro più interessi a un precario difeso dai legali Anief: violato il principio di non discriminazione tra i lavoratori

SCUOLA - Carta del docente ai precari, a Pesaro il giudice dà ragione piena ai legali Anief: 2.000 euro alla supplente perché a favore dei supplenti ci sono “tre importanti arresti giurisprudenziali”

SCUOLA - Formazione insegnanti, i precari non possono essere “onerati personalmente delle spese destinate alla propria formazione, a differenza dei propri colleghi di ruolo” che hanno la card docente: ...

SCUOLA - Carta del docente ai precari, a Verona 3mila euro più interessi recuperati da un prof difeso dai legali Anief: vince il parametro della “non discriminazione” bene evidenziato dalla Cassazione

CARTA DOCENTE AI PRECARI - Il supplente ha diritto a presentare ricorso entro 5 anni dal primo contratto a termine e quello di sostegno può anche non avere la specializzazione: a Verona il giudice assegna ...

SCUOLA – Tra insegnanti precari e di ruolo non c’è differenza, la Carta docente va anche ai supplenti: a Padova il giudice del lavoro condanna il Ministero ad assegnare 2.500 euro a una prof difesa da ...

SCUOLA - I supplenti temporanei e su spezzone di cattedra possono avere la Carta del docente, il Tribunale di Roma risarcisce una precaria difesa da Anief con 1.500 euro perché ha svolto un lavoro “sostanzialmente ...

CARTA DEL DOCENTE NEGATA AI SUPPLENTI - Una discriminazione “priva di oggettiva e plausibile spiegazione”: il Tribunale di Roma condanna il Ministero a risarcire un’insegnante precaria con 1.500 euro più ...

CARTA DEL DOCENTE AI SUPPLENTI – “C’è necessità di rimuovere la discriminazione subita dagli insegnanti”: il tribunale di Roma dà seguito al parere della Cassazione, 1.000 euro al docente che ha fatto ...       

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REFERENDUM: VOTIAMO SI AI DIRITTI MA DICIAMO NO AD UN METODO SBAGLIATO E CONTROPRODUCENTE

Il prossimo 8 e 9 giugno i cittadini italiani saranno chiamati a votare per quattro referendum abrogativi proposti dalla CGIL:

  1. Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi (Jobs Act).
  2. Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese.
  3. Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine (Jobs Act).
  4. Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

Riconosciamo anche noi di SGB che l’eventuale approvazione di questi quattro quesiti referendari comporterebbe una significativa riduzione dei danni, inflitti negli anni, alle condizioni di lavoro di milioni di lavoratori italiani. 

Per questa ragione VOTEREMO SÌ a tutti e quattro i quesiti. 

Allo stesso tempo facciamo però anche presente la nostra netta contrarietà a queste finte soluzioni ai problemi sociali, ciclicamente proposte dalla CGIL e da partiti di “sinistra”. L’esperienza ci insegna che il referendum popolare come strumento per l’ottenimento dei diritti sul luogo di lavoro è una pratica inutile e controproducente. 

Questi referendum potrebbero infatti abbattersi come un boomerang, per l’ennesima volta, contro quegli stessi lavoratori che la CGIL millanta di voler tutelare. 

Ogni volta che i cittadini italiani sono stati chiamati a votare su questioni sociali, dal referendum del 1985 sulla scala mobile (il meccanismo che adeguava i salari all’inflazione interrotto dal governo Craxi) al referendum del 2003 sull’estensione dell’art. 18 alle imprese con meno di 15 dipendenti, hanno sempre prevalso le ragioni del padronato che ne è puntualmente uscito rafforzato. 

Dopo il referendum del 1985 è stato infatti cancellato per decenni dal dibattito politico-sindacale il tema dell’adeguamento dei salari ai prezzi con le conseguenze che tutti conosciamo: i nostri salari nel periodo 1990-2020 sono diminuiti del 2,9% mentre ad esempio in Francia sono aumentati di oltre il 30%. 

Dopo la sconfitta del referendum del 2003 sull’estensione dell’art. 18 è diventata egemone per anni l’ideologia della “flessibilità” e della “meritocrazia”.   

Aspetto ancora più paradossale è che uno dei principali sostenitori del SI ai referendum sull’abolizione del Jobs Act è il Partito Democratico, cioè la stessa forza politica che lo ha scritto e promulgato nel 2015 senza che la CGIL proclamasse un solo minuto di sciopero generale. 

Per onestà verso i lavoratori dobbiamo anche ricordare che l’obiettivo del raggiungimento del quorum per i referendum (dovrebbero recarsi a votare circa 25 milioni di cittadini italiani) è estremamente velleitario in questa fase record di astensionismo elettorale. 

Inoltre, come sappiamo, rientrano negli aventi diritto al voto anche masse di appartenenti alla piccola borghesia autonoma, ceti impiegatizi, liberi professionisti, funzionari del culto ecclesiastico, delinquenti vari e tanti altri soggetti sociali che non condividono di sicuro gli stessi interessi di classe dei potenziali beneficiari dei referendum. 

Al posto di promuovere i referendum un sindacato serio dovrebbe sforzarsi ad organizzare le lotte collettive e non cercare nella (molto) probabile sconfitta elettorale la giustificazione del proprio disimpegno di lotta e collaborazionismo con le controparti

Questa campagna referendaria potrebbe inoltre essere il maldestro ed irresponsabile trampolino di lancio in parlamento di Maurizio Landini come avvenuto per tutti i suoi predecessori.

Per queste ragioni, voteremo SÌ a tutti e quattro i quesiti ma non andremo, mai e poi mai, a legittimare manovre politiciste sulla pelle dei lavoratori partecipando ad esempio ad ipocrite “iniziative unitarie”.

I DIRITTI SI DIFENDONO E SI ESTENDONO SOLO CON LA LOTTA!

Di seguito, il comunicato in pdf

Si_referendum_No ad un metodo sbagliato e controproducenteDownload

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Docenti scelti dalle famiglie, D’Aprile: molti posti non ci saranno per il prossimo anno

UIL Scuola - 9 ore 36 min fa

Oltre al danno la beffa, non è questo il modo di garantire la continuità didattica agli alunni. Il provvedimento va ritirato.

Molti docenti di sostegno in servizio oggi rischiano di non avere più il posto l’anno prossimo. È l’effetto paradossale del Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025 che introduce, entro il 31 maggio, la possibilità per le famiglie di chiedere la conferma dell’insegnante di sostegno, anche se privo di specializzazione. La conferma, però, potrà avvenire solo “a condizione che il posto sia disponibile” per l’anno scolastico successivo. Ad affermarlo è il Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile.
Abbiamo contestato fin dall’inizio questo provvedimento – ricorda il Segretario – che apre a logiche clientelari, compromettendo l’imparzialità del sistema scolastico statale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. L’applicazione del decreto è, infatti, lesiva non solo per il docente specializzato, perché non si garantisce il diritto di graduatoria, ma soprattutto per l’alunno con disabilità, che rischierà per il secondo anno consecutivo di non avere l’insegnante di sostegno specializzato.

Le questioni aperte sono numerose e gravi, tra queste l’attuazione – denuncia D’Aprile – cosa accade se un docente viene confermato solo per uno spezzone orario, potrà partecipare alle supplenze ai fini del completamento orario? Inoltre, se ci sono due docenti assegnati ad uno stesso alunno con disabilità, può accadere che l’uno avrà il consenso della famiglia e potrà essere confermato, mentre l’altro no qualora non ci sia lo stesso gradimento.

Ci troviamo come ogni anno con diversi docenti nominati su posti di sostegno assegnati dagli Uffici scolastici in deroga e ad anno scolastico inoltrato, su ricorso presentato dalle famiglie, e lo stesso posto potrebbe non essere confermato per l’anno scolastico successivo. Insomma, un decreto nato male e che può attuarsi peggio, a danno non solo dei docenti, che oggi pensano di essere confermati su posti che l’anno prossimo non ci saranno, ma anche degli alunni con disabilità, che si trovano in mezzo ad una disputa, tra dirigente scolastico, docente e famiglia.

Continuiamo a rivendicare il ritiro del provvedimento, che abbiamo impugnato in sede giudiziaria – ribadisce il Segretario -. Non è questo il modo di garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità, che, invece, si può realmente concretizzare con l’utilizzo delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) di 1^ fascia, come ulteriore canale strutturale di assunzione per coprire i posti rimasti vacanti, una volta terminate le immissioni in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento e da quelle concorsuali.

Assunzione – prosegue D’Aprile – che deve avvenire su tutti i posti disponibili, compresi quelli in deroga, al fine di eliminare l’anomalia della distinzione tra organico di fatto e organico di diritto che rappresenta una condizione anacronistica rispetto alla reale situazione nelle scuole italiane.

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Seminario formativo del 15 maggio per neo dirigenti scolastici, variazione dell'orario (17-19)

CISL SCUOLA - 12 ore 3 min fa
Per sopravvenuti problemi di natura organizzativa, l'orario di svolgimento del seminario formativo in programma il 15 maggio p.v., a cura di CISL Scuola e IRSEF IRFED, ha subito una variazione. Il nuovo orario è dalle ore 17:00 alle ore 19:00. Restano inv ece confermati tutti i contenuti dell'iniziativa. Si ricorda che per poter partecipare occorre registrarsi compilando il modulo accessibile utilizzando il linl riportato sulla locandina.
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CIAD – Chiarimenti riguardo lo scioglimento della riserva per la terza fascia del personale ATA

FEDER A.T.A. - 12 ore 13 min fa

CIAD – Chiarimenti riguardo lo scioglimento della riserva per la terza fascia del personale ATA

“Con la presente nota, relativa all’oggetto, si informano gli Spett.li Uffici in indirizzo che, con riferimento ai candidati inseriti con riserva nelle graduatorie di circolo e di istituto di  terza fascia del personale ATA, queste ultime aggiornate ai sensi del d.m. 89/2024 per il triennio scolastico 2024/2027, l’istanza informatica resa disponibile a decorrere dal 28 aprile 2025 e fino al 9 maggio 2025 è riservata ai soli candidati che abbiano spuntato l’apposita casella di riserva in fase di domanda.

Viceversa, coloro che sono stati inseriti a pieno titolo nella graduatoria e solo successivamente il titolo presentato è stato ritenuto non valido perché non avente i requisiti della CIAD, in fase di prima attuazione del CCNL 2024, purché abbiano, anche loro, conseguito la CIAD aderente ai requisiti richiesti, entro il 30.04.2025, potranno rimanere inseriti a pieno titolo nella graduatoria.
Sarà cura dell’istituzione scolastica capofila acquisire agli atti la certificazione corretta o la dichiarazione del conseguimento della stessa entro la prevista data del 30.04.2025.

Prima della riformulazione della graduatoria, pertanto, l’Istituzione scolastica verificherà la correttezza di tutte le certificazioni presentate, provvedendo, rispettivamente a :

1) scioglimento della riserva e inserimento a pieno titolo, avvalendosi dell’apposita piattaforma informatica;

2) mantenimento degli interessati a pieno titolo nella graduatoria già formulata, purché abbiano acquisito la regolare CIAD alla data del 30.04.2025;

3) depennamento dalla graduatoria, solo per coloro che non hanno conseguito, entro la data più volte citata, la CIAD richiesta e conforme al dettato normativo.”

RIF. NOTA MIM: m_pi.-CIAD-ATA-103800.05-05-2025

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