Ieri, 29 aprile 2025, alle ore 16.30, si è svolto il confronto al MIM sulle dotazioni organiche del personale Ata, ai sensi dell’articolo 2 del Decreto n. 181/2016, relative all’anno scolastico 2025/26.
La delegazione Anief è stata rappresentata dalla Responsabile della Consulta ATA Cristina Dal Pino e dalResponsabile del Dipartimento Anief Condir Alberico Sorrentino.
Il Direttore Generale, Dott.ssa Palermo, del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha illustrato il Decreto e le Tabelle ad esso annesso, sottolineando che l’organico 2025/26 non è variato rispetto all’anno scolastico 2024/25, tenuto conto e in linea con il dimensionamento in atto.
Anief, alla luce delle tabelle allegate alla bozza di decreto, ha sottolineato che la consistenza complessiva delle dotazioni organiche a livello nazionale è di 196.495 con un taglio di meno 18 unità per il profilo di Assistente Amministrativo derivanti dalle cessazioni e di circa 8.000 unità rispetto all’anno scolastico 2023/24 che era di 204.498.
La Delegazione Anief ha evidenziato non solo che è un organico totalmente insufficiente anche per quest’anno scolastico ma è inaccettabile non aver previsto un organico di potenziamento considerato che le scuole sono in affanno a causa dei molteplici adempimenti amministrativi, ma anche per la gestione amministrativo-contabile che comporta la gestione del PNRR, in essere anche per l’a.s. 2025/26.
Il tavolo ha chiesto al MIM un incontro sull’organico di fatto, considerato che sia l’organico COVID che l’organico PNRR non sono confermati. Questi organici andavano a colmare i tagli selvaggi risalenti all’anno 2008 e poi a seguire negli anni successivi per circa 60 mila unità.
Anief ha evidenziato che nelle tabelle dell’organico inoltrate dallo stesso Ministero non compaiono i posti degli Assistenti Amministrativi, i quali sono passati nel profilo professionale dei Funzionari e di conseguenza ha chiesto di ricevere il contingente resosi libero dopo il passaggio di profilo non solo a livello regionale ma anche provinciale.
In merito alle progressioni dei 1000 assistenti nell'area dei funzionari, Anief ha ribadito che il numero prospettato dall'amministrazione è comunque insufficiente a garantire 2 funzionari per ogni scuola.
Dal punto di vista contrattuale in sede ARAN è importante far emergere la distinzione tra i due profili in ordine a mansioni e responsabilità e di conseguenza sotto l'aspetto economico. Pertanto l'Anief continua a sostenere la necessità di raddoppiare l'indennità di direzione sia parte fissa che parte variabile.
Sono confermati anche per l’a.s. 2025/2026 mille posti per il personale assistente tecnico nelle scuole del primo ciclo. Si tratta di pochi posti. L’assistente tecnico, in particolare quello di area AR02 (area informatica), dovrebbe essere previsto in tutti gli istituti scolastici e non solo in alcuni istituti di scuola secondaria di II grado. Abbiamo sottolineato che il personale assistente tecnico non deve essere assegnato in rapporto a 0,25 a ogni istituzione scolastica autonoma. Il personale assistente tecnico deve essere assegnato ad ogni istituzione scolastica e non assegnato in rapporto di 0,25 a scuola. L’assistente tecnico è ormai necessario a tempo pieno in tutte le istituzioni scolastiche compresi anche nei licei psico-pedagogici.
È stato chiesto di togliere in organico di diritto del personale Ata il personale docente inidoneo all’insegnamento, poiché essendo risorse professionalmente qualificate potrebbero essere utilizzate nell’organico di potenziamento della didattica.
È emersa anche la questione CIAD, anche se non era inerente alla Dotazione Organica del Personale ATA per l’anno scolastico 2025/26. Molti aspiranti hanno inserito CIAD non più valide oppure hanno erroneamente inserito certificazioni informatiche; in una fase di prima applicazione del CCNL 2019/21 non hanno modo di rettificare sul portale istanze on line. Quindi è stato chiesto al MIM di provvedere a inviare una nota di chiarimento a tutti gli USR e USP: le scuole a integrazione possono accettare la CIAD purchè conseguita entro il 30 aprile 2025.
Anief ha fatto altresì presente che nell’inserimento/aggiornamento graduatoria 24 mesi Ata vi è una discrasia importante: il portale istanze online non riconosce servizi sui resti; questo non consente di sommare giorni residui dell’anno precedente con i giorni residui dell’anno corrente e ne deriva un punteggio minore all’interno della graduatoria stessa.
Anief ritiene che la normativa attuale debba essere rivista in quanto il personale Ata al pari del personale docente può decidere liberamente in quale provincia poter presentare la domanda di inserimento e aggiornamento della graduatoria 24 mesi.
“È un Decreto sugli Organici e sul Bando delle Graduatorie Provinciali 24 Mesi Ata che non solo non apporta alcuna modifica positiva ma continua a eludere e a perpetuare problematiche importanti per la categoria” ha sottolineato la delegazione.
Selezione del personale scolastico da destinare a prestare servizio all'estero, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale pubblica l'elenco aggiornato degli esclusi e le date dei colloqui.
Leggi da qui per saperne di più.
Appena conclusa l’informativa sul decreto per le classi in deroga a.s. 2025/26. Il decreto dà attuazione alle previsioni di cui all’articolo 1, commi 344 e 345, lett. a), b) e c), della legge 30 dicembre 2021, n. 234, che favorisce il diritto all'istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati collocati in classi con numerosità prossima o superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente.
In deroga alle dimensioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 gli Uffici scolastici regionali potranno individuare le istituzioni scolastiche beneficiarie della deroga da accordare tra quelle che rientrano nei valori di soglia, di almeno uno dei quattro indicatori volti a rilevare le condizioni socio-economiche e culturali più svantaggiate, le condizioni di dispersione o di prossimità di dispersione, le condizioni di spopolamento.
Anief ha chiesto all’amministrazione quanto la norma che si sta applicando ormai da quattro anni stia effettivamente migliorando le percentuali di dispersione scolastica, soprattutto a fronte degli ingenti investimenti e numerosi progetti PNRR dedicati allo scopo di contrastare la dispersione scolastica. “Abbiamo infine ribadito che occorre un provvedimento legislativo per rivedere i parametri di costituzione di tutte le classi e di conseguenza gli organici del personale della scuola: classi con non più di 20 alunni oltre a garantire i parametri di sicurezza assicurano un miglior successo didattico e garantiscono automaticamente la prevenzione della dispersione scolastica”, ha concluso Marcello Pacifico, presidente Anief.
29 aprile 2025 Ufficio Stampa Anief
www.anief.org
Sulla Carta del docente da dare ai precari, ancora una volta fanno la differenza i pareri della Corte di Giustizia europea, del Consiglio di Stato e della Cassazione: lo ha ribadito il giudice del lavoro di Piacenza che ha in questo modo risposto favorevolmente al ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di un insegnante che ha svolto due supplenze negli ultimi due anni senza vedersi assegnare i 1.000 euro invece dati a chi lavora a tempo indeterminato.
Nella sentenza di Piacenza si legge che “valorizzando il fatto che dalle norme interne (in particolare l’art. 282 D.lgs n. 297/1994, le previsioni della contrattazione collettiva del comparto scuola, e da ultimo l’art. 63 e l’art. 1 L. n. 107/2015) emerga il principio secondo cui la formazione dei docenti è ‘obbligatoria, permanente e strutturale’”, la Corte di Giustizia UE “ha affermato quindi che non vi può essere una discriminazione nel riconoscimento di tale beneficio, basata sulla sola durata contrattuale del rapporto e vista l’identità di mansioni e funzioni svolte, competenza e professionalità richieste e in assenza di ragioni oggettive che giustifichino la diversità di trattamento, con conseguente violazione della clausola 4 dell'accordo quadro da parte della norma interna che disponga in senso contrario”.
Inoltre, il giudice del tribunale di Piacenza ha ricordato che “con la sentenza n. 1842/2022 è intervenuto sul punto anche il Consiglio di Stato, rilevando che “un tale sistema collide con i precetti costituzionali degli artt. 3,35 e 97 Cost. sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”.
“Per l’effetto – si legge ancora nella sentenza di Piacenza - è stato annullato il D.P.C.M. n. 32313 del 25 settembre 2015, e la nota applicativa del M.I.U.R. n. 15219 del 15 ottobre 2015, nonché il D.P.C.M. del 28 novembre 2016 che ha sostituito i precedenti atti generali esecutivi del contributo al finanziamento della formazione in servizio dei docenti, contenuto nel comma 121 della Legge 107 del 2015, nella parte in cui non contemplano i docenti non di ruolo tra i destinatari della Carta del docente. Il quadro giurisprudenziale sopra delineato, integralmente confermato dalla recentissima pronuncia della Corte di Cassazione n. 29961 del 27.10.2023, deve trovare applicazione al caso in esame, non essendovi evidenza alcuna che possa giustificare un diverso trattamento tra i docenti di ruolo e quelli precari”.
“A ciò consegue l’accoglimento della domanda e l’accertamento del diritto della ricorrente ad ottenere la Carta elettronica del docente per gli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025 con la conseguente condanna del Ministero convenuto a mettere a disposizione del docente detta carta (o strumento equipollente) per poterne fruire nel prosieguo e nel rispetto dei vincoli di legge”, conclude il tribunale del lavoro di Piacenza.
Secondo il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, “sta diventano quasi pleonastico commentare questo genere di sentenze, perché sono oramai governate da un comune denominatore: la posizione dominante della Corte di Giustizia Europea, del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione, secondo cui i docenti precari hanno il dovere di aggiornarsi e quindi hanno pieno diritto di essere trattati alla stregua dei colleghi insegnanti già di ruolo. Da alcune ultime sentenze risulta che questo concetto è applicabile anche ai docenti sottoscrittori di contratto ‘breve e saltuario’ continuativo, con almeno 150-180 giorni di supplenza per anno scolastico: anche loro, come i precari con supplenza annuale fino al termine dell’attività didattica, hanno grosse possibilità di recuperare fino a 3.500 euro di card per la formazione più interessi, per l’annualità in corso e le cinque precedenti. Per provarci basta presentare ricorso gratuito con Anief, semprefacendo attenzione a non superare i cinque anni dalla sottoscrizione del contratto a termine”, conclude Pacifico.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI PIACENZA
P.Q.M.
Il Tribunale di Piacenza, in funzione di giudice del lavoro, definitivamente pronunciando, ogni contraria ed ulteriore istanza, domanda ed eccezione disattesa o assorbita, così dispone:
- accerta il diritto della parte ricorrente ad ottenere la carta elettronica del docente per gli anni scolastici come indicati in parte motiva, per l’importo di € 500,00 annui e condanna la parte resistente a mettere a disposizione della parte ricorrente detta carta elettronica del docente (o altro equipollente) per poterne fruire nel rispetto dei vincoli di legge;
- condanna la parte resistente a rimborsare alla parte ricorrente le spese di lite che liquida complessivi in euro 500,00 oltre spese generali ed accessori di legge, da distrarsi a favore dei difensori antistatari.
Piacenza, 15 aprile 2025
IL GIUDICE DEL LAVORO
Dott.ssa XXXXXX
Per ulteriori informazioni sul ricorso gratuito con Anief cliccare qui.
PER APPROFONDIMENTI
Il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, interviene con una circolare sulla questione inerente ai troppi compiti assegnati all’ultimo minuto sul registro elettronico dai docenti e alle troppe verifiche programmate nella stessa giornata scolastica.
Come si legge anche su Ansa, “Valditara tende una mano agli studenti e si schiera con le famiglie cercando di disciplinare i carichi di studio a casa e in classe. Lo fa firmando una circolare inviata ai dirigenti scolastici in cui spiega come sia importante che la programmazione delle verifiche da svolgere in classe, così come l'assegnazione di compiti a casa, siano accuratamente pianificate da ciascun insegnante, anche avendo cura di valutare quanto eventualmente già definito dagli altri docenti, nonché evitando che siano consegnati sul registro elettronico in serata per l'indomani”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, è intervenuto sulla questione rilasciando una dichiarazione ai microfoni dell’emittente radiofonica Italia stampa: “riteniamo che la libertà d’insegnamento sia fondamentale come principio da rispettare nell’organizzazione della didattica, non esistono regole che possano essere imposte, possono essere suggerite. Alla fine non è di competenza del dirigente scolastico ma del consiglio di classe la programmazione di ciò che avviene in aula, relativamente anche ai compiti e alle verifiche. È ovvio che tutto ciò debba accadere nel rispetto dei tempi di ciascuno studente e della classe rispetto a un programma che viene portato avanti da tutto il consiglio di classe e dall’insegnante della singola disciplina”, ha concluso Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI
Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Nemmeno gli stipendi di aprile fanno sorridere i dipendenti pubblici, tra cui oltre un milione di docenti e Ata. Nei cedolini stipendiali dei lavoratori della PA sono presenti due indennità di vacanze contrattuale, dovute per legge al mancato rinnovo del Ccnl: una riguarda il triennio 2022-24, la seconda il successivo 2025-27. Mancano, invece, gli annunciati sgravi conseguenti al cuneo fiscale, come pure non è presente il cosiddetto bonus “mamme” che grazie anche alla spinta dell’Anief il Governo ha voluto estendere alle lavoratrici a tempo determinato e autonome anche se con il limite di 40.000 euro annuo di imponibile contributivo.
“La verità è che ancora una volta e malgrado le forti aspettative – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – le buste paga del personale della scuola risultano ancora oggi troppo troppo basse, addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della pubblica amministrazione: mancano all’appello, infatti, quegli stanziamenti strutturali per il comparto che servirebbero almeno a pareggiare l’inflazione che ha galoppato negli ultimi anni, come pure a ridurre il gap rispetto agli altri lavoratori dell’amministrazione pubblica”.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
Anche fuori Italia il risultato è deprimente: Eurostat, che ha esaminato il potere d’acquisto nei Paesi europei nel 2023 con un focus sugli stipendi reali, ha messo in evidenza come l’Italia si posizioni agli ultimi posti tra le grandi economie dell’Ocse. L’analisi dell’Eurostat, ha scritto la stampa specializzata, si basa sul Purchasing Power Standard (PPS), un’unità di misura artificiale che consente di confrontare il valore reale dei redditi tra diversi Paesi, neutralizzando le differenze di prezzo: il PPS è una sorta di moneta virtuale, con la quale si potrebbe acquistare la stessa quantità di beni e servizi in ogni nazione. Confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che l’Italia registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Ue è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media. Da qui deriva lo scarso potere d’acquisto dei lavoratori italiani, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa è anche il livello di tassazione: nel nostro Paese un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.
“Per docenti e personale Ata – continua il presidente Marcello Pacifico - bassi stipendi e ridotto potere d’acquisto ed elevata tassazione sono purtroppo diventati la norma: ad esempio, basta andare ad approfondire su quanti soldi netti arrivano a coloro che sono impegnati nei progetti Pnrr, con oltre la metà dei compensi assorbiti tra tasse e trattenute di vario genere. In questo quadro desolante, dunque, non possiamo reputare soddisfacenti i 62 euro lordi medi di aumenti prospettati per il rinnovo contrattuale 2022-24. Siamo convinti che debbano aumentare seguendo le proposte che abbiamo presentato al tavolo: parliamo del fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, ma anche di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta”.
“L’Anief – dice ancora il sindacalista Anief – chiede anche di assegnare una parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, oltre che di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Infine, sarebbe anche cosa buona e giusta impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche al fine di migliorare le retribuzioni del personale Ata”. Il sindacalista ricorda anche che “la sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretato come illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale. Inoltre, con la firma del Ccnl 2022-2024 sarà possibile aprire nuove trattative, partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. L’incremento complessivo sarebbe di 450 euro lordi mensili entro il 2030, ma ovviamente tutto dipende dalla volontà politica di garantire le risorse necessarie nei prossimi anni, sempre rispetto al prossimo aumento dell’inflazione”, conclude Pacifico.
PER APPROFONDIMENTI:
Pubblicato sul sito InPA l’avviso per sciogliere la riserva in graduatoria terza fascia ATA. Gli aspiranti devono dichiarare di aver conseguito la CIAD, certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, requisito necessario per rimanere in graduatoria e richiesto a tutti i profili ad eccezione del collaboratore scolastico.
La CIAD si può inserire fino al 9 maggio 2025 (nell’avviso era apparsa inizialmente la data del 15 maggio).
La scadenza per il conseguimento della CIAD resta ferma al 30 aprile.
Chi non ha il certificato può inserire la data dell’esame.
Chi non consegue la CIAD entro il 30 aprile decade dalle graduatorie.
Come inserire la CIAD
La domanda può essere presentata dagli aspiranti attraverso l’applicazione “Istanze on Line (POLIS)” previo possesso delle credenziali SPID/CIA, o, in alternativa, di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”.
Nella domanda i candidati dichiarano:
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La prova orale si svolgerà da metà maggio. Il percorso formativo di Eurosofia, è articolato in 10 incontri tematici con un taglio operativo e concreto, ed è tenuto da formatori DSGA esperti del settore scolastico.
Inoltre in omaggio il minicorso intensivo di informatica e inglese.
I posti messi a bando, ricordiamo, sono 1435, vedremo dai dati ufficiali forniti dal Ministero se si riuscirà a coprirli o ne rimarranno scoperti.
La prova orale consiste in:
La prova orale ha una durata massima di 50 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi previsti dalla normativa vigente, e può essere svolta in videoconferenza, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali, garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che assicurino la pubblicità della stessa, l’identificazione dei partecipanti, nonché la sicurezza delle telecomunicazioni e la loro tracciabilità.
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Gli aggiornamenti relativi all’attività del Dsga, sono già disponibili sulla piattaforma.
Calendario incontri, relatori e programma a questo link:https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
Obiettivi del corso
Modalità di svolgimento
Tutti gli incontri si terranno sulla piattaforma Zoom. I link di accesso saranno disponibili all’interno della piattaforma di formazione.
Le lezioni in diretta possono essere seguite in differita poiché caricate in piattaforma con i rispettivi materiali.
PROGRAMMA – CONTENUTI MODULI – FORMATORI
(TUTTI GLI INCONTRI, SALVO IMPREVISTI, SI TERRANNO DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 17.00)
Data
Docente
Titolo Lezione
Descrizione
RINVIATO
Margherita Genduso
La gestione degli acquisti su MEPA e CONSIP
Approfondimento teorico e pratico sulla gestione degli acquisti tramite le piattaforme MEPA e CONSIP da parte delle istituzioni scolastiche. Focus sugli adempimenti del Dirigente Scolastico e del DSGA, con l’analisi di modelli documentali utili.
24/04/2025
Alberico Sorrentino
Contrattazione integrativa d’istituto
Esame delle fasi e degli strumenti della contrattazione integrativa nelle scuole, con attenzione alle novità introdotte dal CCNL 2019-2021. Utilizzo di modelli e casi pratici.
28/04/2025
Federica Colantuoni
Il programma annuale: gestione contabile e finanziaria
Approfondimento delle attività connesse alla predisposizione del programma annuale scolastico, con particolare attenzione agli adempimenti contabili e finanziari di DS e DSGA. Analisi di modelli e strumenti operativi.
30/04/2025
Vincenzo Sorrentino
Contrattualizzazione personale e ricostruzioni di carriera
Approfondimento sulle procedure di contrattualizzazione e ricostruzione di carriera. Competenze su nomine, presa di servizio e inquadramento stipendiale secondo normativa vigente e piattaforme ministeriali. Comprende approfondimento sulle procedure disciplinari applicabili a docenti e ATA.
02/05/2025
Margherita Genduso
Acquisti fuori MEPA: affidamento diretto e procedura negoziata
Analisi delle modalità di acquisto fuori dalle piattaforme MEPA e CONSIP, con focus sull’affidamento diretto e sulle procedure negoziate senza bando. Approfondimento sugli obblighi di DS e DSGA, con supporto di esempi pratici.
06/05/2025
Giovanni Menditto
Il conto consuntivo: aspetti teorici e pratici
Approfondimento delle fasi operative e contabili legate alla predisposizione del conto consuntivo scolastico. Focus sugli obblighi del DSGA e sull’utilizzo di modelli contabili di riferimento.
08/05/2025
Giovanni Menditto
Pagamento dei compensi accessori: cedolino unico e bilancio
Esame teorico e operativo della gestione dei compensi accessori finanziati tramite fondo MOF e bilancio scolastico. Discussione di casi pratici, tabelle di pagamento.
09/05/2025
Tobia Ciaglia
Il piano delle attività del personale ATA
Analisi teorico-pratica della gestione del personale ATA attraverso il piano delle attività. Approfondimento sugli obblighi del DSGA e sugli strumenti documentali di supporto.
12/05/2025
Stefano Ragone
Gestione inventariale dei beni scolastici
Esame approfondito degli aspetti teorici e operativi della gestione dell’inventario dei beni scolastici. Particolare attenzione agli obblighi del DSGA e all’utilizzo di modelli documentali.
Da definire
Alberico Sorrentino
Redazione degli atti istruttori
Esame delle principali tipologie di atti istruttori utilizzati nella gestione amministrativa e contabile delle scuole, con riferimento alla documentazione e alla corretta redazione.
NB. A supporto della preparazione sono stati inseriti materiali delle precedenti edizioni.
Materiali e risorse disponibili
Costi
Come iscriversi
L’iscrizione agli incontri è semplicissima, dovrà cliccare su REGISTRATI se non è in possesso di un profilo sulla piattaforma Eurosofia o su LOGIN se già in possesso, in questa pagina: https://iscrizioni.eurosofia.it/lista-corsi/corso.html?id=1898
CONSEGUIMENTO CIAD
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Oggi 29 aprile 2025 sono stati approvati dal MUR i decreti di attivazione dei percorsi INDIRE.
Il DM 75/2025 è riservato ai docenti in possesso del prescritto titolo di accesso allo specifico grado/classe di concorso e che hanno svolto, nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti.
Il DM 77/2025 è riservato esclusivamente a coloro i quali abbiano superato, presso un’università estera legalmente accreditata nel paese di origine, o altro organismo abilitato all’interno dello stesso, un percorso formativo sul sostegno agli alunni con disabilità, svolto prevalentemente su territorio dell’Unione europea, con durata non inferiore a 1500 ore o, in alternativa, idoneo al conseguimento di almeno 60 CFU e abbiano presentato apposita istanza di riconoscimento per la quale, alla data del 1° giugno 2024, siano decorsi i termini di conclusione del relativo procedimento, ovvero abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancata adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso.
Coloro i quali al momento della presentazione della domanda non abbiano conseguito una annualità di servizio nel relativo posto di Sostegno, devono conseguire 48 crediti formativi, di cui 12 relativi all’attività di tirocinio; chi invece ha conseguito la richiesta annualità di servizio devono conseguire 36 crediti formativi, intendendosi assolto, con il servizio effettivo, il tirocinio.
Le attività formative relative agli insegnamenti si svolgono in modalità telematica, comunque sincrona; è consentita la modalità asincrona per una percentuale non superiore al 10 per cento delle ore previste per tali insegnamenti. I laboratori sono svolti esclusivamente in modalità sincrona.
Le assenze sono consentite nella misura massima del 10 per cento sul totale delle attività. Non è previsto il riconoscimento di Crediti Formativi relativi ad altri percorsi di studio accademici.
Sono previsti esami in presenza al termine di ciascun insegnamento e di ciascun laboratorio, con valutazione in trentesimi. Gli esami si intendono superati con voto non inferiore a 18/30.
I percorsi si concludono con l’esame finale che consiste in un colloquio, da svolgersi in presenza, su un elaborato scritto concernente lo studio di un caso a scelta del corsista, in relazione all’esperienza professionale svolta in ambito scolastico, con particolare riguardo al quadro teorico di riferimento, alle scelte metodologico-didattiche adottate e all’uso di risorse e strumenti digitali che favoriscono l’inclusione.
Eurosofia e E-SOFIA, in attesa della pubblicazione dei bandi delle università convenzionate, sono a vostra disposizione per verificare l’accesso ai percorsi in base alle varie casistiche, visita la seguente pagina e compila il seguente form per una consulenza.
Il giovane sindacato Anief, forte anche del consenso ottenuto nel corso delle recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu, torna con forza a reclamare i diritti di coloro che - docenti e Ata - si spendono ogni giorno affinché la scuola possa essere un posto migliore.
“Sono misure che reputiamo indispensabili, perché la valorizzazione di una categoria di lavoratori passa anche per il riconoscimento di taluni diritti. Per quanto riguarda la mobilità abbiamo chiarito in Commissione come sia importante garantire anche quella orizzontale e verticale, pure per il personale scolastico. Stiamo parlando quindi della mobilità intercompartimentale che è vietata solo al personale scolastico e stiamo parlando anche di quell'abolizione dei vincoli sulla mobilità poiché la continuità didattica si ottiene attraverso la stabilizzazione dei posti di lavoro e non attraverso i vincoli imposti a coloro che hanno avuto un'assunzione, spesso a molti chilometri da casa e devono scegliere tra il lavoro e la famiglia. Bisogna, invece, cercare di aiutare i lavoratori a non rinunciare ai loro affetti, in particolare modo in quella scuola italiana che vive il più alto tasso di pendolarismo”, ha detto Marcello Pacifico nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa.
Per quanto riguarda invece gli stipendi del personale scolastico, il presidente Anief ha aggiunto – in un’altra dichiarazione espressa sempre ai microfoni di Teleborsa – che "poiché in questo momento la Camera dei Deputati sta approvando il decreto PA, che prevede aumenti salariali persino per i dipendenti dei ministeri – e forse anche per quelli dei comuni e delle regioni – riteniamo che anche nel decreto Scuola debbano essere previste risorse dedicate. In particolare, chiediamo che vengano stanziati nuovi fondi e allocate le risorse già disponibili per incrementare gli stipendi del personale scolastico. Tra le misure da adottare proponiamo l’introduzione di indennità specifiche: un’indennità di trasferta per tutti i lavoratori fuori sede e un’indennità per coloro che hanno più di 36 mesi di servizio, oggi riconosciuta solo in caso di ricorso giudiziario. Inoltre, chiediamo che vengano garantiti i buoni pasto, come già avviene per il resto del personale della pubblica amministrazione, e che venga ripristinato il primo gradino stipendiale, come ha recentemente sancito la Cassazione in una causa vinta dall’Anief. Tutto questo rappresenterebbe un primo passo importante verso l’obiettivo di allineare gradualmente gli stipendi del personale scolastico a quelli degli altri dipendenti pubblici. È significativo ricordare che, fino a qualche anno fa, i salari del personale ministeriale erano inferiori a quelli della scuola, mentre oggi risultano superiori di circa 6.000 euro all’anno, ovvero 500 euro in più al mese” ha detto infine il leader Anief, Pacifico.
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Il tribunale di Modena ha emanato una sentenza positiva in favore del giovane sindacato Anief: gli avvocati dell’organizzazione sindacale - Lo Bue Irene, Miceli Walter, Ganci Fabio e Rinaldi Giovanni – hanno fatto ottenere al ricorrente la somma spettante.
Come si legge dalla sentenza, il collaboratore scolastico era assunto “con plurimi contratti a tempo determinato stipulati negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022, rispettivamente dal 8/10/2020 al 5/6/2021 e dal 24/9/2021 al 17/6/2022”. Non aveva “percepito il compenso individuale accessorio (€ 66,90 lordi mensili), indennità prevista dall’articolo 25 del CCNI del 31.08.1999, corrisposta dal Ministero convenuto esclusivamente al personale ATA di ruolo e al personale ATA precario che abbia stipulato contratti a tempo determinato di durata annuale con scadenza al 31 agosto o al 30 giugno, in violazione del principio di non discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato, di derivazione eurounitaria”.
Il giudice ha quindi affermato che “il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda ed eccezione disattesa: dichiara il diritto del ricorrente a percepire il compenso individuale accessorio, previsto dall’art.25 del CCNI del 31.08.1999, in relazione al servizio prestato in forza dei contratti a tempo determinato stipulati negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022 con il Ministero convenuto e Condanna il Ministero dell'Istruzione e del Merito al pagamento in favore di parte ricorrente delle differenze retributive maturate a titolo di CIA per gli anni scolastici di cui al punto che precede, in ragione dei giorni di lavoro effettivamente svolti e quantificabili al momento del ricorso in € 1.354,60, oltre interessi legali o, se maggiore, rivalutazione monetaria, ai sensi dell’art. 22 comma 36 l.n.724/1994, relativo ai crediti dei pubblici dipendenti, dalla data di maturazione di ciascun incremento retributivo fino al saldo; Condanna il Ministero dell'Istruzione e del Merito al pagamento delle spese di lite, liquidate in € 1.030, oltre rimb. forf., IVA e CPA, da distrarsi ex art. 93 c.p.c.”.
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"Dopo le prime proiezioni sui risultati delle elezioni dei rappresentanti Rsu per il prossimo triennio, svolte a metà marzo, giungono ulteriori conferme: il sindacato Anief fa registrare il più alto incremento di voti tra i rappresentativi, aumentando di 20 mila voti e del 2% rispetto alla precedente tornata elettorale.
A questo punto, si attende l'esito della rilevazione delle deleghe per capire se il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha superato anche la Gilda degli Insegnanti. Ad ogni modo, di certo l'Anief è stato l'unico sindacato tra gli autonomi a crescere, ma anche ad avere fatto registrare un consenso superiore in termini di nuovi voti rispetto a quello raggiunto assieme da Flc-Cgil e Uil Scuola. Poco sotto tutti gli altri. I risultati che si stanno profilando sono davvero ottimi - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, non posso che dire grazie a tutte le elettrici e agli elettori che hanno apprezzato la coerenza, la competenza, la voglia di cambiare che il nostro sindacato ormai interpreta da anni. La crescita dell'Anief del 30% dei voti rispetto alle elezioni del 2022 dimostra l'apprezzamento per un'attività sindacale che è stata premiata. Ma un grazie va anche a tutta la struttura Anief per i sacrifici affrontati per la crescita del sindacato e la costruzione di una società più giusta. Alla fine, su 975 mila voti di insegnanti e personale Ata, per eleggere le nuove Rsu, potrebbero essere 80 mila quelli andati ad Anief, che in questo modo probabilmente salirebbe dal 6,7% a sopra il 9% di rappresentatività", conclude il leader del giovane sindacato.
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Quando si analizza la questione della Carta del docente da dare anche ai precari occorre verificare “ciò comporta sotto il profilo della cura della parità di trattamento in questo ambito. È allora evidente che l’avere il legislatore riferito quel beneficio all’ “anno scolastico” non consente di escludere da un’identica percezione di esso quei docenti precari il cui lavoro, secondo l’ordinamento scolastico, abbia analoga taratura. Quanto appena detto consente dunque di dire, muovendosi lungo i concetti propri della Corte di Giustizia, che sono proprio le ragioni obiettive perseguite dal legislatore, sotto il profilo del sostegno alla didattica annua, ad impedire che, quando si presenti il medesimo dato temporale, il beneficio formativo sia sottratto ai docenti precari. Essi, infatti, allorquando svolgano una prestazione lavorativa pienamente comparabile, devono consequenzialmente ricevere analogo trattamento”. A scriverlo, quattro giorni fa, è stato il tribunale del lavoro di Roma, che ha ripreso la Suprema Corte di Cassazione che con la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023, emessa a seguito di rinvio pregiudiziale ex art. 363 bis c.p.c., spiegando di condividerne “le motivazioni ex art. 118 disp. att. c.p.c.”. La posizione del tribunale romano è stata presa a seguito del ricorso presentato dai legali Anief in difesa di un insegnante a cui è stata negata “la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente per gli anni scolastici 2020/21 e 2023/24” durante i quali aveva svolto delle supplenze annuali: il giudice del lavoro ha dunque dato ragione agli avvocati e fatto avere al docente i 1.000 euro inizialmente negati.
La sentenza della Suprema Corte, ha scritto il tribunale di Roma, risulta poi importante perché “ha poi tracciato le linee delle cd “ragioni oggettive” che giustificherebbero nel caso di specie la disparità di trattamento tra docenti di ruolo e precari”. Inoltre, riporta ancora la sentenza di Roma riprendendo la Cassazione, “sul concetto della cd. “didattica annua” e, quindi, in relazione al profilo meramente temporale, la Corte con la sentenza in rassegna ha ritenuto che l’annualità didattica richiesta dal legislatore ai fini dell’attribuzione della carta elettronica fosse soddisfatta in caso di supplenze annuali ex art. 4 commi 1 e 2 della legge 124/1999: “ Il comma 1 di tale disposizione prevede che «alla copertura delle cattedre e dei posti di insegnamento che risultino effettivamente vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre e che rimangano prevedibilmente tali per l’intero anno scolastico (c.d. vacanza su organico di diritto, n.d.r.), qualora non sia possibile provvedere con il personale docente di ruolo delle dotazioni organiche provinciali o mediante l’utilizzazione del personale in soprannumero, e sempreché ai posti medesimi non sia stato già assegnato a qualsiasi titolo personale di ruolo”.
La conseguenza è che “c’è necessità di rimuovere la discriminazione subita dall’assunto a tempo determinato riconoscendo il diritto alla carta docente in modo identico a quanto previsto per il docente di ruolo”. Come pure non è motivo di esclusione l’assegnazione di meno ore settimanali d’insegnamento: “Quanto poi al regime orario, la Suprema Corte ha rilevato che la limitazione di talune supplenze ad uno spezzone orario, ma sempre su base settimanale, non sia di ostacolo al riconoscimento del beneficio, tenuto conto che la prestazione di un docente in part time settimanale, nelle sue varianti orizzontale (meno ore tutti i giorni) e verticale (lavoro solo su alcuni giorni) “si tara” pur sempre sull’intero anno scolastico e, dunque, ben può rientrare nel concetto di didattica "annua". Del resto, il minor numero di ore che il docente è chiamato a svolgere non si accompagna necessariamente ad una minore o diversa esigenza di autoformazione e/o aggiornamento”.
“Ne consegue – conclude il tribunale di Roma - che, alla luce del principio di diritto espresso dalla Suprema Corte nella sentenza sopra richiamata (n. 29961/2023), al quale come premesso questo Ufficio ritiene di aderire, va disapplicata la normativa interna contrastante con quella comunitaria e per l’effetto va dichiarato il diritto della ricorrente ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui tramite la carta elettronica di cui all’art. 1 comma 121 della l. n. 107/2015 con condanna del Ministero convenuto all’attribuzione del relativo vantaggio economico”.
“Ancora una volta sulla card del docente per l’aggiornamento vale come oro colato la sentenza della Suprema Corte di Cassazione dell’ottobre 2023 – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che allarga tale supporto, utile alla formazione obbligatoria, anche il personale precario. E pure quello con orario settimanale non completo. Ne consegue che la Carta del docente da 500 euro ad anno scolastico va data anche nei casi in cui le supplenze siano temporanee. Ecco perché consigliamo di presentare ricorso gratuito con Anief, con la possibilità di ricevere fino a 3.500 euro, facendo però attenzione a non superare cinque anni dalla sottoscrizione della nomina”.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI ROMA
P.Q.M.
Il Giudice del lavoro del Tribunale di Roma, definitamente pronunciando ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione disattesa, così provvede:
1) Accoglie il ricorso e per l’effetto accerta il diritto della parte ricorrente ad usufruire per gli anni scolastici 2020/21 e 2023/24della Carta elettronica del docente ex art. 1 comma 121 della legge 107/2015;
2) Condanna il Ministero dell’Istruzione ad attribuire alla ricorrente il beneficio economico di importo nominale pari ad € 500.00 annui tramite la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente;
4) Condanna il Ministero dell’Istruzione al pagamento in favore del procuratore antistatario delle spese di lite, liquidate nella complessiva somma di
€ 400,00, oltre spese generali al 15%, IVA e CPA come per legge; Roma, 24.4.2025
La Giudice Dott.ssa XXXX XXXX
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