Anche stavolta le proposte migliorative sulla scuola proposte dal sindacato Anief giungono nelle sedie parlamentari: le richieste, emendative del decreto legge Scuola e Pnrr, riguardano l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi, a partire dal 2020 , fino alle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, anche su sostegno, passando per la parità di trattamento giuridica ed economica dei precari, il primo aumento di stipendio dopo due anni di servizio, la mobilità intercompartimentale e il passaggio degli ex Dsga alla dirigenza pubblica.
Il giovane sindacato, inoltre, ha fatto da tramite per arrivare a produrre degli emendamenti con cui si chiedono ulteriori aumenti degli stipendi del personale Ata, l’utilizzo dei risparmi di spesa derivanti dalle supplenze a pagamento mensile, oltre che delle supplenze brevi e saltuarie.
TUTTE LE RICHIESTE PRESENTATE
Dopo l’audizione Anief della scorsa settimana, sono state presentate una serie di proposte di modifica da tutto l'arco parlamentare in VII Commissione.
Questi gli argomenti proposti:
PER APPROFONDIMENTI:
L'articolo Dalla APP ANP | Scuole seggio elettorale e gestione del personale: indicazioni operative proviene da ANP.
Il giovane sindacato Anief, con il fine di tutelare i lavoratori della scuola, ha deciso di avviare la preadesione al ricorso avverso DM 77/2025 percorsi Indire abilitati estero.
Il ricorso, al Tar Lazio, è contro il Dm 77 del 24 aprile 2025 - "Percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità attivati ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2024, n. 106" - nella parte in cui non consente la partecipazione ai percorsi Indire per i docenti in possesso di abilitazione conseguita all’estero in attesa di riconoscimento che hanno inoltrato ricorso giurisdizionale o domanda di riconoscimento successivamente al I giugno 2024 o che alla stessa data non abbiano i 120 giorni utili dalla trasmissione della domanda per poter partecipare ai percorsi.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha sottolineato come sia “indispensabile dare a questi docenti la possibilità di procedere con l’iter, soprattutto in presenza di una situazione emergenziale rispetto ai pochi insegnanti di sostegno specializzati e l’alto numero di studenti che ogni anno ottengono una certificazione. Bisogna valorizzare e stabilizzare coloro che hanno scelto questa professione, che ricordiamo è soprattutto una missione”.
I DETTAGLI DEL RICORSO
Possono aderire al presente ricorso tutti i docenti specializzati all'estero in attesa di riconoscimento in Italia che abbiano inoltrato ricorso giurisdizionale o domanda di riconoscimento in Italia dopo il 1° giugno 2024 o che alla data del 1° giugno 2024 non avessero trasmesso la domanda da più di 120 giorni.
Per saperne di più e aderire al ricorso, cliccare qui.
PER APPROFONDIMENTI
“In Italia i salari sono troppo bassi”: l’ha detto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, visitando a un’azienda di Latina: “Tante famiglie non reggono l'aumento del costo della vita. L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa che incide anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare il futuro”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica che ha anche Rapporto 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, in cui l’Italia “si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008”.
“Le parole di Mattarella sugli stipendi bassi sono per noi musica per le orecchie – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché se anche il primo cittadino italiano sottolinea quello che il nostro sindacato grida invano da anni significa che il problema è reale. Ci sono dei comparti, come l’Istruzione, dove i lavoratori sono pagati, considerando il costo della vita, assai meno che 15 anni fa: anche nel mese di aprile i compensi sono rimasti ridotti e nemmeno è arrivato l’atteso sgravio fiscale”.
“A rendere la situazione insopportabile è stato l’ultimo periodo, contrassegnato prima dalla stipula di un indecoroso contratto di lavoro, nel 2018, poi il Covid e la guerra Russia-Ucraina: ci ritroviamo oggi con i docenti e Ata della scuola con buste paga addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della PA. Lo ripetiamo: senza finanziamenti corposi e strutturali a beneficio del personale la situazione andrà sempre più a peggiorare”, conclude Pacifico.
Il sindacato Anief, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente con circa 2 punti percentuali di incremento rispetto al 2022, ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
PER APPROFONDIMENTI:
Anche per quest’anno scolastico CUB – SUR ed SGB hanno proclamato lo sciopero breve durante le attività INVALSI alla scuola primaria. Il 7 maggio migliaia di docenti potranno scioperare rimanendo in classe a fare normalmente lezione rifiutandosi di somministrare (se nominati somministratori) la prova d’Italiano mentre dal 7 maggio in poi tutti i docenti della primaria potranno ulteriormente scioperare rifiutandosi di correggere e tabulare qualsiasi prova Invalsi somministrata nei giorni precedenti. Vergognosamente, il Ministero dell’istruzione non ha ancora emesso l’apposita circolare. Lo sciopero è stato proclamato innanzitutto per ribadire la bocciatura senza appello all’INVALSI, questo enorme carrozzone parassitario che pretende di vivere sull’ennesimo lavoro burocratico e gratuito che i dirigenti scolastici vorrebbero imporre ai docenti nonché alle sue prove standardizzate. Questi test non potranno mai essere un attendibile strumento di misurazione della capacità di apprendimento della popolazione scolastica poiché sono fallaci da tutti i punti di vista: non tengono conto della diversità e della complessità delle classi di alunni, dei vari livelli di partenza, dei contenuti disciplinari effettivamente affrontati durante l’anno e delle attività svolte, della frequenza scolastica, degli individuali disturbi dell’apprendimento, dello specifico contesto educativo. Le prove Invalsi non sono altro che un residuo (un po’maldestramente modernizzato) della scuola di Giovanni Gentile, l’opposto di come andrebbero impostate delle prove ispirate ad una didattica realmente democratica e inclusiva, basata sulla personalizzazione degli apprendimenti. Per l’Invalsi gli alunni sono soltanto numeri e matricole da schedare e controllare dall’ infanzia al precoce inserimento lavorativo. Siamo pronti a scommettere che anche quest’anno, come un disco rotto, i signori dell’Invalsi ci diranno che leregioni del Sud esprimono risultati al di sotto della media nazionale, si registrerà qualche calo anche in alcune realtà del Nord a fronte di timidi miglioramenti in altre. I dati “ufficiali” dell’Invalsi (che ovviamente non terranno conto delle migliaia di prove non somministrate e non corrette) saranno spacciate per verità assoluta, un dogma di fede nel quale non si può non credere e non mancheranno i politici che invocheranno, per l’ennesima volta, una maggiore aziendalizzazione della scuola, l’autonomia differenziata, la discriminazione dei finanziamenti alle scuole e agli stipendi dei docenti in base agli esiti di questi test. La macchina dell’Invalsi non è mai servita ad altro! È paradossale che questa becera macchina della propaganda abbia fatto abbassare, negli anni, i risultati delle stesse prove poiché molti docenti sono ingenuamente caduti nella trappola psicologica del “teaching to test” (con tanto di fatturato delle case editrici dei test) cioè di un insegnamento non più finalizzato alla diffusione del sapere e alla piena integrazione ma all’ottenimento di adeguati risultati a queste prove che comunque stentano ad arrivare. Questo imbarbarimento dell’insegnamento è una delle cause dell’abbassamento dei livelli conoscitivi nel nostro Paese in tutti gli ordini e gradi d’istruzione.
IL 7 MAGGIO E DOPO IL 7 MAGGIO
SCIOPERA ANCHE TU CONTRO LA SCUOLA BUROCRATIZZATA, IMPOVERITA E AZIENDALIZZATA! Consulta i siti internet di CUB ed SGB per tutte le informazioni sullo sciopero. Contattataci se nella tua scuola non viene rispettato il diritto di sciopero!
CUB SUR 3471606290 – 3248755698 scuola@cubpiemonte.org
SGB 3290908822 – 3471872121 scuola@sindacatosgb.it
L'articolo DAL 7 MAGGIO PARTE LO SCIOPERO INVALSI ALLA SCUOLA PRIMARIA NONOSTANTE IL BOICOTTAGGIO DEL MINISTERO, DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DEI SINDACATI SERVI proviene da Sindacato Generale di Base.
Ancora una sentenza favorevole per un docente precario che ha giustamente chiesto di poter accedere alla Carta del docente, indispensabile per la propria formazione. È la volta del tribunale di Modena, che ha ascoltato e dato seguito alle ragioni degli avvocati Anief - Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Irene Lo Bue – in difesa il ricorrente che aveva prestato servizio per tre anni scolastici (2019/20, 2022/23 e 2023/24).
Come riporta la sentenza, il ricorrente “non avendo usufruito dell'erogazione della somma di € 500,00 annui, destinata allo sviluppo delle competenze professionali (c.d. «Carta Elettronica del docente»), corrisposta dal MI esclusivamente ai docenti di ruolo, sia a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti in periodo di formazione e prova, eccependo che la mancata erogazione dell’emolumento costituisca violazione del principio contenuto nella clausola 4 dell’Accordo quadro attuato dalla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’Unione Europea del 28 giugno 1999, che stabilisce il principio di non discriminazione tra lavoratori con contratto a tempo indeterminato e lavoratori a termine, ha chiesto di: “In via principale: previa eventuale disapplicazione dell’art. 1, commi 121, 122 e 124, della L. n. 107/2015, dell’art. 2 del DPCM del 23 settembre 2015 e dell’art. 3 del d.P.C.M. del 28 novembre 2016 (nella parte in cui limitano l’assegnazione della carta elettronica ai soli docenti a tempo indeterminato) e/o dell’art. 15 del DL. n. 69/2023 (nella parte in cui limita l’assegnazione della carta docenti ai soli supplenti al 31 agosto), per violazione delle clausole 4 e 6 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato (recepito dalla direttiva 99/70 del Consiglio dell’Unione Europea), degli artt. 14, 20 e 21 della CDFUE e delle altre disposizioni sopra richiamate, accertarsi e dichiararsi il diritto della parte ricorrente ad usufruire della “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente per gli anni scolastici 2019/20, 2022/23 e 2023/24, o per i diversi anni di precariato risultanti dovuti, con le medesime modalità con cui è riconosciuta al personale assunto a tempo indeterminato, e conseguentemente condannarsi il MIM a costituire in favore dell’attuale ricorrente, con le modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016 ovvero con modalità e funzionalità analoghe, la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazionedel docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di cui all’art. 1, comma 121, della L. n. 107/2015, con accredito sulla detta Carta della somma pari a complessivi € 1.500,00, quale contributo alla formazione professionale della parte ricorrente. In via subordinata, previo accertamento e declaratoria dell’inadempimento dell’obbligo formativo sancito dagli artt. 63 e 64 del CCNL del 29/11/2007 e dall’art. 282 del d. lgs. n. 297/94, oltreché dalla clausola 6 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato e dall’art. 14 della CDFUE., e del diritto della parte ricorrente alla fruizione della “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015, per gli anni scolastici 2019/20, 2022/23 e 2023/24, condannarsi il MIM. al risarcimento del danno per equivalente, danno da liquidarsi, anche in via equitativa, nella somma di € 1.500,00 o nella diversa somma risultante dovuta. Condannarsi le Amministrazioni convenute a corrispondere, sulle somme risultanti dovute, la maggior somma tra rivalutazione e interessi legali. Spese e competenze integralmente rifuse, oltre C.P.A. al 4% ed IVA al 22% oltre il rimborso delle spese generali nella misura del 15%, somme da distrarre in favore dei sottoscritti procuratori, che dichiarano di aver anticipato le prime e non riscosso le seconde. Con richiesta di liquidazione dei compensi nella misura maggiorata fino al 30% ai sensi dell’art. 4, comma 1-bis, D.M. 55/14 introdotto dal D.M. 37/18, in vigore dal 27.04.2018”.
Come si legge infine, “il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra domanda ed eccezione disattesa: 1) Dichiara il diritto della ricorrente a usufruire della Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente dell’importo nominale di euro 500 annui per gli anni scolastici indicati in ricorso, alle medesime condizioni dei docenti a tempo indeterminato e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito a consentirle la fruizione della suddetta Carta elettronica alle medesime condizioni dei docenti assunti con contratto a tempo indeterminato per tali anni scolastici. Oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito del beneficio per ciascun singolo anno di riferimento sino alla sua concreta attribuzione; 2) Condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro pro tempore, al pagamento delle spese di lite, liquidate in € 1.314,00 per compenso ed € 49,00 per esborsi, oltre rimb. forf., IVA e CPA, da distrarsi ex art. 93 c.p.c.”.
“La sentenza conferma che sulla Carta del docente utile all’aggiornamento professionale non vi sono più dubbi: va assegnata anche al personale precario che ha lavorato per una serie di mesi nell’anno scolastico. Lo sostengono, senza alcuna titubanza, anche il Consiglio di Stato, la Corte di Giustizia Europea e la Corte di Cassazione. Tutti concordano nel dire che la parte dell’articolo 1 della Legge 107/15 che ha giustamente introdotto il bonus docente ha anche però dimenticato clamorosamente che va assegnato anche ai supplenti ed in certi casi anche temporanei: Governo e Parlamento farebbe bene a prenderne atto e a integrare la norma incompleta. Intanto, per recuperare i 500 euro annui con gli interessi maturati non rimane che presentare ricorso gratuito con Anief, con la possibilità di ricevere fino a 3.500 euro, facendo però attenzione a non superare cinque anni dalla stipula del contratto a termine”, ha dichiarato Marcello Pacifico, leader dell’Anief.
Per ulteriori informazioni sul ricorso gratuito con Anief cliccare qui.
PER APPROFONDIMENTI
Rigettata la richiesta di sospensiva.
Lo scorso 16 aprile la Corte di appello di Roma ha rigettato la richiesta di sospensiva della sentenza che ha riconosciuto i diritti sindacali della informazione e del confronto alla UIL Scuola Rua.
La stessa Corte si riunirà nuovamente, per la discussione finale e il deposito della Sentenza di appello, il 31 marzo 2026.
“Con il rigetto della richiesta di inibitoria, in un contesto in cui la scuola richiede regole certe e un impegno coerente, la UIL Scuola Rua continua a essere legittimata a esercitare le proprie prerogative sindacali e si conferma un punto di riferimento sicuro e affidabile”, afferma il Segretario generale Giuseppe D’Aprile.
“Alla luce dei risultati delle recenti elezioni che ci vedono in crescita per la settima volta consecutiva – ricorda D’Aprile – le nostre neoelette RSU potranno lavorare con serenità e determinazione, sapendo di poter essere affiancate, nelle fasi di informazione e confronto, dai nostri dirigenti sindacali la cui professionalità ed esperienza, saranno al servizio della trasparenza e della tutela dei diritti”.
L'articolo CCNL Istruzione e ricerca, informazione e confronto. Le nostre RSU potranno essere affiancate dai nostri dirigenti sindacali proviene da UILSCUOLA.
Roma, 30 aprile – “Le indicazioni contenute in una nota inviata dal Ministro Valditara a tutte le scuole, avente per oggetto “assegnazione delle verifiche in classe e dei compiti da svolgere a casa”, costituiscono una vera e...
UIL: modificare i criteri di calcolo dell’organico e assumere in ruolo su tutti i posti vacanti.
Il 29 aprile si è tenuta presso il MIM l’informativa relativa alla dotazione organica del personale ATA per il triennio 2022-2025.
L’amministrazione ha presentato la bozza di decreto interministeriale comprensiva delle relative tabelle che confermano anche per l’anno scolastico 2025/2026, le precedenti dotazioni organiche pari a 196.477 unità.
L’organico dei Funzionari EQ (Elevate qualificazioni) sarà oggetto di successiva informativa.
Dall’1° settembre 2025, data di collocamento in quiescenza, inoltre, l’organico degli Assistenti amministrativi si ridurrà di 18 unità – ex CO.CO.CO.
La nostra posizione
La UIL Scuola RUA ha ribadito all’Amministrazione che l’organico attualmente previsto è da tempo insufficiente.
A questo si aggiungono la mancata attivazione dell’organico PNRR e i tagli di 2.174 collaboratori scolastici introdotti dall’ultima Legge di Bilancio, con decorrenza dall’a.s. 2026/2027.
Denunciamo da tempo come il sistema di calcolo dell’organico ATA continui a basarsi su una serie di parametri numerici come il numero dei plessi, il numero degli alunni e di quelli con disabilità che risultano insufficienti rispetto alla realtà che vivono le scuole: migliaia di plessi con la presenza di un solo collaboratore scolastico, adempimenti di segreteria, sempre più articolati e complessi che, in tanti casi, vanno ben oltre gli obblighi stabiliti nel Contratto di Lavoro e assistenti tecnici del primo ciclo senza un profilo che ne specifichi i compiti, e che prestano servizio in più scuole contemporaneamente.
Non è più rinviabile un cambio del sistema di calcolo che tenga conto della complessità delle scuole e un intervento legislativo che consenta l’autorizzazione di tutti i posti vacanti su cui procedere con le immissioni in ruolo.
In sede di incontro abbiamo richiesto anche un incremento sostanziale dell’organico di fatto, al fine di ridurre la condizione emergenziale nella quale continuano a trovarsi le scuole e il personale ATA.
Per la Uil Scuola Rua ha partecipato Pasquale Raimondo. L’Amministrazione è stata rappresentata dalla dott.ssa Palermo e dalla dott.ssa Calvosa.
L'articolo Personale Ata, informativa dotazioni organiche triennio 2022-25 proviene da UILSCUOLA.
Ieri, 29 aprile 2025, alle ore 16.30, si è svolto il confronto al MIM sulle dotazioni organiche del personale Ata, ai sensi dell’articolo 2 del Decreto n. 181/2016, relative all’anno scolastico 2025/26.
La delegazione Anief è stata rappresentata dalla Responsabile della Consulta ATA Cristina Dal Pino e dalResponsabile del Dipartimento Anief Condir Alberico Sorrentino.
Il Direttore Generale, Dott.ssa Palermo, del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha illustrato il Decreto e le Tabelle ad esso annesso, sottolineando che l’organico 2025/26 non è variato rispetto all’anno scolastico 2024/25, tenuto conto e in linea con il dimensionamento in atto.
Anief, alla luce delle tabelle allegate alla bozza di decreto, ha sottolineato che la consistenza complessiva delle dotazioni organiche a livello nazionale è di 196.495 con un taglio di meno 18 unità per il profilo di Assistente Amministrativo derivanti dalle cessazioni e di circa 8.000 unità rispetto all’anno scolastico 2023/24 che era di 204.498.
La Delegazione Anief ha evidenziato non solo che è un organico totalmente insufficiente anche per quest’anno scolastico ma è inaccettabile non aver previsto un organico di potenziamento considerato che le scuole sono in affanno a causa dei molteplici adempimenti amministrativi, ma anche per la gestione amministrativo-contabile che comporta la gestione del PNRR, in essere anche per l’a.s. 2025/26.
Il tavolo ha chiesto al MIM un incontro sull’organico di fatto, considerato che sia l’organico COVID che l’organico PNRR non sono confermati. Questi organici andavano a colmare i tagli selvaggi risalenti all’anno 2008 e poi a seguire negli anni successivi per circa 60 mila unità.
Anief ha evidenziato che nelle tabelle dell’organico inoltrate dallo stesso Ministero non compaiono i posti degli Assistenti Amministrativi, i quali sono passati nel profilo professionale dei Funzionari e di conseguenza ha chiesto di ricevere il contingente resosi libero dopo il passaggio di profilo non solo a livello regionale ma anche provinciale.
In merito alle progressioni dei 1000 assistenti nell'area dei funzionari, Anief ha ribadito che il numero prospettato dall'amministrazione è comunque insufficiente a garantire 2 funzionari per ogni scuola.
Dal punto di vista contrattuale in sede ARAN è importante far emergere la distinzione tra i due profili in ordine a mansioni e responsabilità e di conseguenza sotto l'aspetto economico. Pertanto l'Anief continua a sostenere la necessità di raddoppiare l'indennità di direzione sia parte fissa che parte variabile.
Sono confermati anche per l’a.s. 2025/2026 mille posti per il personale assistente tecnico nelle scuole del primo ciclo. Si tratta di pochi posti. L’assistente tecnico, in particolare quello di area AR02 (area informatica), dovrebbe essere previsto in tutti gli istituti scolastici e non solo in alcuni istituti di scuola secondaria di II grado. Abbiamo sottolineato che il personale assistente tecnico non deve essere assegnato in rapporto a 0,25 a ogni istituzione scolastica autonoma. Il personale assistente tecnico deve essere assegnato ad ogni istituzione scolastica e non assegnato in rapporto di 0,25 a scuola. L’assistente tecnico è ormai necessario a tempo pieno in tutte le istituzioni scolastiche compresi anche nei licei psico-pedagogici.
È stato chiesto di togliere in organico di diritto del personale Ata il personale docente inidoneo all’insegnamento, poiché essendo risorse professionalmente qualificate potrebbero essere utilizzate nell’organico di potenziamento della didattica.
È emersa anche la questione CIAD, anche se non era inerente alla Dotazione Organica del Personale ATA per l’anno scolastico 2025/26. Molti aspiranti hanno inserito CIAD non più valide oppure hanno erroneamente inserito certificazioni informatiche; in una fase di prima applicazione del CCNL 2019/21 non hanno modo di rettificare sul portale istanze on line. Quindi è stato chiesto al MIM di provvedere a inviare una nota di chiarimento a tutti gli USR e USP: le scuole a integrazione possono accettare la CIAD purchè conseguita entro il 30 aprile 2025.
Anief ha fatto altresì presente che nell’inserimento/aggiornamento graduatoria 24 mesi Ata vi è una discrasia importante: il portale istanze online non riconosce servizi sui resti; questo non consente di sommare giorni residui dell’anno precedente con i giorni residui dell’anno corrente e ne deriva un punteggio minore all’interno della graduatoria stessa.
Anief ritiene che la normativa attuale debba essere rivista in quanto il personale Ata al pari del personale docente può decidere liberamente in quale provincia poter presentare la domanda di inserimento e aggiornamento della graduatoria 24 mesi.
“È un Decreto sugli Organici e sul Bando delle Graduatorie Provinciali 24 Mesi Ata che non solo non apporta alcuna modifica positiva ma continua a eludere e a perpetuare problematiche importanti per la categoria” ha sottolineato la delegazione.
È stato pubblicato il Decreto n. 75 del 24 aprile 2025, in allegato, a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito e dal Ministro dell’Università e della Ricerca, che istituisce i percorsi di specializzazione universitaria e con l’Indire per le attività di sostegno riservati a chi ha almeno tre anni di servizio.
Requisiti
Accedono ai percorsi di formazione, relativi al medesimo grado di istruzione al quale si riferisce il servizio prestato, i docenti in possesso del prescritto titolo di accesso che hanno svolto, nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti. Per anno scolastico si intende il servizio prestato per almeno 180 giorni ovvero prestato continuativamente dal 1° febbraio agli scrutini finali ovvero, per la scuola dell’infanzia, entro il 30 giugno.
Università/Indire
Coloro che sono in possesso dei predetti requisiti presentano istanza di iscrizione ai percorsi erogati dall’INDIRE ovvero da una Università.
Numero di partecipanti
I percorsi sono attivati con un numero di corsisti compreso fra le cinquanta e le centocinquanta unità distinti per ogni grado di istruzione, fino al raggiungimento del numero massimo di posti assegnati all’INDIRE e alle Università.
Criteri da adottare nel caso di eccedenza delle domande
In caso di eccedenza di iscrizioni, l’INDIRE e le Università stilano proprie graduatorie distinte per grado di istruzione, assegnando priorità ai docenti con un numero di anni di servizio su posto di sostegno superiore a tre nel quinquennio di riferimento. A parità di posizione prevale il docente più giovane.
Nel caso di mancato accoglimento dell’istanza di iscrizione, l’interessato può verificare la disponibilità di posti residui presso i percorsi autorizzati ai sensi del medesimo decreto.
Se le richieste non possono essere soddisfatte, le eccedenze di iscrizioni saranno trattate con priorità per un ulteriore ciclo di percorsi di formazione, eventualmente autorizzato dal Ministero dell’istruzione e del merito, da concludersi entro il 31 dicembre 2025.
Crediti da acquisire
I percorsi erogati dalle Università autonomamente o in convenzione con l’INDIRE prevedono l’acquisizione di quaranta Crediti Formativi Universitari (CFU). I percorsi erogati dall’INDIRE prevedono l’acquisizione di quaranta Crediti Formativi afferenti al sistema degli ECTS (European Credit Transfer System).
Tempi
I percorsi si svolgono in non meno di quattro mesi.
Esami
Sono previsti esami in presenza al termine di ciascun insegnamento e di ciascun laboratorio, con valutazione in trentesimi.
Gli esami si intendono superati con voto non inferiore a 18/30.
I percorsi si concludono con l’esame finale.
Costi
La frequenza ai corsi comporta un costo massimo di 1.300 euro, a carico dei partecipanti.
Si rinvia alla lettura del decreto con relativi allegati.
L'articolo Corsi di sostegno per chi ha almeno tre anni di servizio, pubblicato il decreto proviene da UILSCUOLA.
Si è tenuto oggi, 29 aprile 2025, l’incontro tra il Ministero dell'Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali avente ad oggetto l’informativa relativa agli organici del personale ATA per il triennio...