C’è anche un emendamento sulla reintroduzione del primo gradino stipendiale del personale scolastico tra i 20 suggeriti da sindacato Anief al Decreto Scuola, su 200 complessivi, che andranno al voto a partire dalla prossima settimana, dopo l’esame di ammissibilità della VII Commissione del Senato: la modifica - che riporterebbe il primo scatto della carriera al terzo anno e non, come oggi, all’inizio del nono – è una delle proposte migliorative dell’Anief per il bene della Scuola e dei suoi operatori, andando a modificare il testo in via di conversione di legge del DL 45, del 7 aprile scorso (Atto Senato n. 1445) su “ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Pnrr e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026”.
“L’approvazione della reintroduzione del primo gradino stipendiale, ovvero della fascia 3-8 anni, cassata inopinatamente quasi tre lustri fa – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , permetterebbe di modificare la tabella del contratto collettivo nazionale e di garantire i primi aumenti a partire dal terzo anno di servizio dal 2023/2024, rispetto al nono attuale. In pratica si ripristinerebbe quello che avveniva alle buste paga del personale della scuola fino al 2010: si tratterebbe di un importante modifica che darebbe anche un po’ di ossigeno e potere di acquisto a docenti e personale Ata sempre più alle prese con stipendi modesti”, conclude Pacifico.
IL TESTO DELL'EMENDAMENTO
2.0.6
Bucalo, Fallucchi
2.0.7
Minasi
Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:
«Art. 2-bis
(Disposizioni urgenti in materie di progressione di carriera del personale scolastico)
1. A decorrere dall'anno scolastico 2023/2024, ai fini della progressione di carriera del personale scolastico neoassunto, non si applicano le disposizioni di cui all'articolo 9, comma 17, del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio, n.106. Per le medesime finalità, è rimandata alla contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2022-2024 il ripristino della prima fascia stipendiale 3-8 prevista dal CCNL 2006-2009.
TUTTE LE RICHIESTE PRESENTATE DALL’ANIEF
Dopo l’audizione Anief della scorsa settimana, sono state presentate alla VII Commissione di competenza le proposte di modifica da tutto l'arco parlamentare.
Gli argomenti proposti:
- Assunzione di tutti gli idonei del concorso PNRR e 2020 e validità anno di prova neo-assunti (2.5, 2.9 2.16, 2.17, 2.18)
- Reclutamento del personale scolastico docente, ATA, IRC, educatore sul 100% dei posti disponibili (2.0.3)
- Organici aggiuntivi (7.0.5)
- Parità di trattamento tra personale precario e di ruolo (2.29)
- Ripristino primo gradone stipendiale (2.0.6)
- Estensione Mobilità intercompartimentale al personale scolastico (2.0.8 e 2.0.9)
- Riconoscimento della Dirigenza per i funzionari ed EQ (9.0.2 e 9.0.3)
- Assegnazione dei Buoni pasto al personale scolastico (2.0.4)️Misure per il personale docente che lavora nelle scuole italiane all'estero (2.21)
- Aumento stipendi Ata da supplenze (9.0.5)
- Pagamento regolare supplenze brevi (10.0.5)
PER APPROFONDIMENTI:
Giungono ulteriori e più circostanziate proiezioni sul rinnovo delle Rsu d’Istituto del comparto Istruzione e Ricerca svolto meno di 20 giorni fa in tutte le scuole d’Italia: con l’aumento considerevole di 21 mila voti, il sindacato Anief avrebbe fatto registrare l’incremento di consensi maggiore rispetto al 2022, che porterebbe in avanti la giovane organizzazione di circa il 2%; anche la Flc Cgil avrebbe avuto più consensi di tre anni fa, con l’incremento di circa 12 mila voti che corrisponderebbe ad un +0,7%; poco dietro si inserirebbe la Uil scuola, con +8 mila voti a favore (che comporterebbero un +0,6%. Sarebbe invece negativo il risultato, sempre rispetto al 2022, delle altre sigle sindacali rappresentative: la Cisl scuola avrebbe perso 10 mila voti (con arretramento percentuale dell’1,3%); lo Snals -4 mila voti (-0,6%), come pure la Gilda (che farebbe così registrare un -0,3% di rappresentatività).
“Sono numeri parziali e anche se non dovrebbero scostarsi troppo da quelli definitivi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per fare una analisi esauriente preferiamo attendere i dati ufficiali, anche perché andranno integrati con le deleghe. Per il momento quello che possiamo fare è ringraziare di cuore la struttura e i votanti che hanno dato fiducia al nostro nuovo modo di fare sindacato. Ma possiamo anche tranquillamente asserire che se le proiezioni dovessero essere confermate ci presenteremo più forti ai tavoli contrattuali, dove faremo sentire ancora di più la nostra voce al fine di migliorare i comparti Istruzione, Università e Ricerca”.
PER APPROFONDIMENTI:
Tutti i 20 emendamenti suggeriti dall’Anief al Decreto Scuola, su 200 complessivi, andranno al voto a partire dalla prossima settimana, dopo l’esame di ammissibilità della VII Commissione del Senato: si tratta di importanti proposte migliorative a favore della Scuola del testo in via di conversione di legge del DL 45, del 7 aprile scorso (Atto Senato n. 1445), riguardante “ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Pnrr e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026”.
Gli emendamenti toccano svariati temi e cercano di sciogliere nodi importanti: dall’immissione in ruolo di tutti gli idonei dei concorsi, a partire dal 2020 , fino alle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, anche su sostegno, passando per la parità di trattamento giuridica ed economica dei precari, il primo aumento di stipendio dopo due anni di servizio, la mobilità intercompartimentale e il passaggio degli ex Dsga alla dirigenza pubblica. Il giovane sindacato, inoltre, ha fatto da tramite per arrivare a produrre degli emendamenti con cui si chiedono ulteriori aumenti degli stipendi del personale Ata, l’utilizzo dei risparmi di spesa derivanti dalle supplenze a pagamento mensile, oltre che delle supplenze brevi.
LE RICHIESTE PRESENTATE
Dopo l’audizione Anief della scorsa settimana, sono state presentate alla VII Commissione di competenza le proposte di modifica da tutto l'arco parlamentare.
Gli argomenti proposti:
- Assunzione di tutti gli idonei del concorso PNRR e 2020 e validità anno di prova neo-assunti (2.5, 2.9 2.16, 2.17, 2.18)
- Reclutamento del personale scolastico docente, ATA, IRC, educatore sul 100% dei posti disponibili (2.0.3)
- Organici aggiuntivi (7.0.5)
- Parità di trattamento tra personale precario e di ruolo (2.29)
- Ripristino primo gradone stipendiale (2.0.6)
- Estensione Mobilità intercompartimentale al personale scolastico (2.0.8 e 2.0.9)
- Riconoscimento della Dirigenza per i funzionari ed EQ (9.0.2 e 9.0.3)
- Assegnazione dei Buoni pasto al personale scolastico (2.0.4)️Misure per il personale docente che lavora nelle scuole italiane all'estero (2.21)
- Aumento stipendi Ata da supplenze (9.0.5)
- Pagamento regolare supplenze brevi (10.0.5)
PER APPROFONDIMENTI:
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L'articolo Protetto: Corsi di Specializzazione sul Sostegno 2025 sembra essere il primo su Feder.A.T.A..
Il rinnovo delle Rsu 2025 della scuola, con un incremento probabile del 2% rispetto al 2022, rappresenta "una grande vittoria dell’Anief: siamo cresciuti più di tutti, abbiamo triplicato i consensi che abbiamo avuto nelle scorse elezioni. Questo ci dovrebbe portare a sfiorare il 9%” di rappresentatività: “una percentuale che ci permetterà di essere più forti ai tavoli contrattuali e fare sentire con maggiore forza le proposte che vengono dal mondo della scuola". A dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante un’intervista all’agenzia Teleborsa.
Quello raggiunto dall’Anief, continua il suo presidente nazionale, è soprattutto "un premio alla tenacia, alla fede, alla costanza. Ed è anche una responsabilità: quindi, ancora di più, da oggi in poi, cercheremo insieme a chiunque voglia” nei comparti Istruzione, Università e Ricerca, “fare sindacato con noi, di migliorare questa nostra società e costruire sempre di più una scuola più giusta".
Sempre in attesa dei risultati ufficiali, a seguito del rinnovo delle Rsu, con quasi un milione di dipendenti dei dipendenti di Istruzione, Università e Ricerca andati al voto, il sindacato Anief ha fatto registrare il più alto incremento di voti tra i rappresentativi, aumentando di 20 mila voti e del 2% rispetto alla precedente tornata elettorale: l’Anief è stato anche l'unico sindacato tra gli autonomi a crescere, ma pure ad avere fatto registrare un consenso superiore in termini di nuovi voti rispetto a quello raggiunto assieme da Flc-Cgil e Uil Scuola. Poco sotto tutti gli altri.
“I risultati che si stanno profilando sono davvero ottimi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, non posso che dire grazie a tutte le elettrici e agli elettori che hanno apprezzato la coerenza, la competenza, la voglia di cambiare che il nostro sindacato ormai interpreta da anni. La crescita dell’Anief del 30% dei voti rispetto alle elezioni del 2022 dimostra l'apprezzamento per un'attività sindacale che è stata premiata. Ma un grazie va anche a tutta la struttura Anief per i sacrifici affrontati per la crescita del sindacato e la costruzione di una società più giusta. Alla fine, su 975 mila voti di insegnanti e personale Ata, per eleggere le nuove Rsu, potrebbero essere 80 mila quelli andati ad Anief, che in questo modo probabilmente salirebbe dal 6,7% a sopra il 9% di rappresentatività”, conclude il leader del giovane sindacato.
PER APPROFONDIMENTI:
“A distanza di 134 anni, chi lavora in Italia, in particolare nel comparto Istruzione e Ricerca, dove lavorano 1 milione e 300mila dipendenti pubblici, ha ancora tanti diritti da rivendicare: dal reclutamento alla dignità professionale, dagli stipendi alla formazione, ma anche sul versante della sicurezza, della famiglia e della carriera c’è ancora tantissimo da fare. Tra l’altro per realizzare quanto già previsto da diversi articoli della nostra Costituzione e da specifiche direttive Europee”. Lo dichiara, nel giorno del 1° maggio, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, confermando l’intenzione di “proseguire ancora con più tenacia la battaglia sindacale con cui ottenere il riconoscimento dei diritti, oggi non assolti, anche per via contrattuale e quindi attraverso norme attuative”.
Il giovane sindacato, che a seguito del rinnovo delle Rsu di aprile ha rafforzato la sua rappresentatività, probabilmente incrementando il consenso rispetto al 2022 di circa 2 punti percentuali, vuole ricordare che la parola “lavoro” è praticamente presente in tutta la nostra Costituzione: l'articolo 4 (diritto al lavoro), l'articolo 35 (tutela del lavoro), l'articolo 36 (retribuzione, durata della giornata lavorativa, riposo settimanale e ferie), l'articolo 37 (diritti delle donne e dei minori nel lavoro), l'articolo 39 (libertà sindacale), l'articolo 41 (iniziativa economica privata) e l'articolo 47 (risparmio e tutela del credito). Ed è alla base dei 20 principi e diritti fondamentali del pilastro europeo dei diritti sociali, articolati in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale e inclusione”.
“Anief – commenta ancora il suo presidente nazionale - continuerà a difendere chi lavora nelle scuole, nelle Università, nelle Afam e negli Enti di ricerca, nel confronto con le istituzioni italiane ed europee perché i diritti, dopo essere stati giustamente rivendicati nei tribunali e nelle piazze, siano previsti nei contratti e praticati nelle pratiche di lavoro quotidiane”, conclude Pacifico.
Solo ieri, il sindacalista aveva elogiato la denuncia del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sulla dinamica salariale negativa che caratterizza il nostro Paese: “Le parole di Mattarella sugli stipendi bassi sono per noi musica per le orecchie – ha detto il presidente nazionale Anief – perché se anche il primo cittadino italiano sottolinea quello che il nostro sindacato grida invano da anni significa che il problema è reale. Ci sono dei comparti, come l’Istruzione, dove i lavoratori sono pagati, considerando il costo della vita, assai meno che 15 anni fa: anche nel mese di aprile i compensi sono rimasti ridotti e nemmeno è arrivato l’atteso sgravio fiscale”.
“A rendere la situazione insopportabile è stato l’ultimo periodo, contrassegnato prima dalla stipula di un indecoroso contratto di lavoro, nel 2018, poi il Covid e la guerra Russia-Ucraina: ci ritroviamo oggi con i docenti e Ata della scuola con buste paga addirittura indietro di 6.000 euro l’anno rispetto ai dipendenti delle Funzioni Centrali e di oltre 4.000 quattro mila se si confrontano i compensi degli insegnanti e del personale Ata con la media della PA. Lo ripetiamo: senza finanziamenti corposi e strutturali a beneficio del personale la situazione andrà sempre più a peggiorare”, ha concluso Marcello Pacifico.
Il sindacato Anief, che ha già espresso il suo parere all’Aran lo scorso 26 marzo e lo rifarà durante il prossimo incontro del 7 maggio: l’inizio del declino dei dipendenti della scuola ha preso il via con lo sciagurato rinnovo contrattuale del 2018; dopo quel contratto, i dipendenti delle Funzioni centrali sono arrivati a prendere fino a 6.000 euro annui in più rispetto al personale scolastico, mentre prima di quel contratto erano in media docenti e personale Ata a guadagnare 1.000 euro in più.
PER APPROFONDIMENTI:
La sicurezza sui luoghi di lavoro, su cui ha rivolto un forte appello, in una iniziativa svoltasi a Latina, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è il tema portante delle manifestazioni in programma per la festa del 1° maggio di quest'anno.
"Uniti per un lavoro sicuro" è lo slogan che caratterizzerà le manifestazioni organizzate da CGIL, CISL e UIL, che vedranno i segretari generali presenti in tre diverse iniziative in programma a Casteldaccia in provincia di Palermo (intervento della segretaria generale CISL Daniela Fumarola), a Roma (intervento del segretario generale CGIL Maurizio Landini), e a Montemurlo in provincia di Prato (intervento del segretario generale UIL Pierpaolo Bombardieri).
Nel pomeriggio è in programma a Roma il tradizionale "Concertone", sempre sullo stesso tema, che tornerà a svolgersi nella sede tradizionale di Piazza San Giovanni e verrà trasmesso in diretta da Rai 3 a cura della Direzione Prime Time.
Sul significato della ricorrenza e sul tema individuato per il 1° maggio 2025 così si è espressa la segretaria generale della CISL Daniela Fumarola: “Il Primo Maggio saremo in Sicilia a Casteldaccia, teatro della terribile strage del 7 maggio dello scorso anno dove morirono 5 operai. Un passo significativo con cui intendiamo anche rispondere al monito del documento della CEI, che per la Festa dei Lavoratori parla dell’esigenza di costruire una nuova e grande alleanza sociale a cominciare dalla sicurezza sul lavoro, una grande vergogna nazionale”.
“Molte cose sono state affrontate in questi ultimi tempi - aggiunge - Ci sono stati dei provvedimenti importanti che ha fatto il governo, penso alla patente a crediti, all’aumento degli ispettori, ma non basta. Bisogna assolutamente continuare a intervenire – ha detto – facendo in modo che ci sia una strategia nazionale. Questa è una occasione che abbiamo per far comprendere quanto sia fondamentale imparare da subito cosa significa vivere un’esperienza di lavoro in sicurezza perché i ragazzi di oggi saranno i lavoratori di domani”.
“Custodire il valore della vita e comprendere i rischi che possono esserci nei luoghi di lavoro è fondamentale – ha sottolineato ancora - Il nostro impegno va in questa direzione. Bisogna fermare questa strage, per mettere i lavoratori nella condizione di vivere il lavoro senza pericoli ed in maniera sana. La strada è ancora lunga ma non bisogna fermarsi. Ed è fondamentale veicolare questo messaggio tra i giovani che saranno le lavoratrici ed i lavoratori del domani. La strage sul lavoro purtroppo continua, ma noi non dobbiamo assolutamente fermarci”.
Allegati: Primo-Maggio_A4-no-crocini-1_01.pdfCategoria: NotizieRSUTags: Politiche confederaliRicorrenze“Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto.”
Robert Maynard Pirsig
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